In realtà, Francesco ci ha messo un po' per convincersi ad andare dal dottore. Per lui sarebbe un ulteriore umiliazione, davanti all'amico di lei. E poi non vuole raccontare quello che sta passando ad uno sconosciuto. Non era nel suo stile.
Si sarebbero incontrati alle 11 di mattina davanti a casa di lei. Francesco sperava di non incontrare, il compagno di lei o qualcosa del genere. Anche il figlio, gli avrebbe ricordato il compagno e di conseguenza anche il suo fallimento.
Carlotta chiude il portone e Francesco gli va incontro. Ha un vestitino leggero e un paio di Vans con i fiori, molto colorate. Abbastanza giovanile. Mentre lui, un maglietta dell'Adidas bianca e un pantaloncino blu, Convers nere e barba da fare. Un vero barbone. Questa è la differenza, che il dottore noterà di più. Lei si sta riprendendo, se già, non l'ha fatto, lui no. E probabilmente non lo farà mai. Non incontrerà mai, una come lei.
Lei era stata l'unica a far battere un cuore morto, già da tempo.
"Come stai?"-chiede lei a lui con un tono tranquillo.
"Un po' nervoso."
"E' molto bravo nel suo lavoro, ti farà sentire a tuo agio, vedrai."
"A me, lui non serve Carlotta. A te serve, serve per non sentirti in colpa, di aver ripreso la tua vita, mentre io no. Ho i miei tempi. La nostra storia, è stata una storia seria, non una a cazzo. E allora dopo una storia vera, non è semplice ricominciare, perché io l'avevo presa seriamente la cosa. Volevo sposarti, volevo avere una famiglia con te, volevo ridere, litigare, uscire con te. Un desiderio che ho dovuto seppellire da un momento all'altro e scusami, se sto ancora male, dopo due anni. Scusa se ti sto facendo sentire in colpa, ma non lo sto facendo apposta."
Carlotta abbassa gli occhi, sapeva che avrebbe detto una cosa del genere, per sfogarsi. Quando ci si sfoga, e poi si dice "Non volevo dirlo, scusa, era la rabbia" lasciate stare, perché quello che vi hanno appena detto, è proprio vero, è quello che pensano.
Francesco avrebbe detto quella frase tra tre secondi, non ha mai il coraggio di confermare quello che dice, durate i suoi momenti di rabbia. Ma fidatevi, lo pensa davvero. E non solo lui, lo fanno un po' tutti.
Francesco però questa volta, stupisce Carlotta e per la prima volta conferma, la sua teoria, non dicendo la sua giustificazione, quella frase detta e ridetta.
"Allora, il gatto ti ha mangiato la lingua?"-chiede Francesco a Carlotta.
"Sono stupita, non hai detto la tua solita frase."
"L'ho fatto apposta, fa parte del cambiamento, sai com'è."
Carlotta sorride.
Lei si ferma e vede bene il palazzo.
"E' questo."-dice suonando.
Francesco nota che è davvero un bel palazzo, molto antico, ma ben curato.
Entrano, e il freschetto invade il loro viso.
Fanno un paio di scale in silenzio e poi entrano alla prima porta aperta.
"Ciao, come state?"-dice una voce allegra.
Abbraccia e bacia Carlotta impedendo a Francesco di vedere il viso, del dottore.
Dopo un po' tocca a Francesco, lo saluta con una stretta di mano. E' un bel l'uomo, alto, moro e occhiali perfetti.
Cavolo.
Francesco si pente di non aver fatto la barba, quella mattina.
"Sedetevi."-ci dice lui, indicando una poltrona bella larga.
Lui si siede di fronte a noi e noi nella poltrona.
"Allora, volevo dirvi, che potete stare tranquilli. Fate finta che io sia un amico, un confidente, un prete. Quello che volete, nulla uscirà da questa stanza. Prima di tutto, volevo chiedervi, del perché siete qui. Iniziamo da Carlotta?"
"Ho deciso di venire, per aiutare Francesco. Ci siamo lasciati due anni fa e lui ancora sta sotto per me, non ha ricominciato per nulla, anzi, mi invita anche a cena. Vorrei fargli capire, che non poteva andare, anche se avremmo lottato. Anzi secondo me abbiamo lottato, eccome. Ripercorrendo il nostro percorso, la nostra storia, capirà. E' lì la soluzione."-spiega Carlotta.
"Okay, per te Francesco è la stessa cosa?"
"Io non voglio ricominciare senza di lei."
"Questo mi fa capire, che sei ancora innamorato di lei."
"Lo sono, lo ammetto. L'amore, non è una malattia. Non guarirò con lei. Non si scappa dall'amore."
Carlotta rimane senza parole, mentre il dottore no.
"Non sei molto d'accordo, nel venire qui, giusto?"
"Assolutamente no, ma lei ha insistito tanto."
"Okay, tu Carlotta? Sei ancora innamorata di lui?"
"Vorrei che tu, mi facessi questa domanda alla fine delle sedute."
"Va bene, Carlotta. Allora, abbiamo identificato il problema. Vogliamo iniziare a raccontare la storia?"-chiede il medico ad entrambi.
Entrambi fanno cenno di si.
Non si torna indietro.
