Carlotta decide di parlare per prima, di iniziare a raccontare per prima lei.
"La prima volta,che ci siamo conosciuti è stata nella biblioteca comunale. Lavoravo lì per prendere qualche soldo, l'università era alle porte ed io non avevo un soldo da parte. Odiavo lavorare lì. C'erano tutte vecchie che mi bacchettavano. Insomma, tornando alla storia: stavo mettendo apposto dei libri che alcuni ragazzi avevamo riportato, quando ad uno scaffale incontro lui. Lui si gira subito appena sente i miei passi e mi guarda. Credo sia stato un colpo di fulmine in realtà. Mi è piaciuto subito, il colore dei capelli, l'altezza, le sue spalle. Posai i libri e me ne andai, tutta rossa. Non riuscivo a dire una parola. Mi misi seduta, mi dissi che era impossibile. Non riuscivo a non pensare quanto era bello e affascinante. Dopo qualche minuto, lo rivedo con un libro in mano. Stava venendo da me, ed io non ero proprio preparata. Avevo 18 anni, non avevo un esperienza enorme, con i ragazzi. Mi disse: " Vorrei prendere questo, per qualche giorno." gli diedi i moduli da compilare. Non riuscivo a scandire nemmeno un parola, ero troppo nervosa. Lui appena finito, riguarda se manca qualcosa e me lo da. Io segno i dati nel pc, quelli essenziali. "Ok, è tuo per due settimane"-gli annuncio dopo aver finito. Lui mi sorrise e se andò. Iniziai a vedere tutti i suoi dati, partendo dal nome:"Francesco."- finisce di raccontare Carlotta.
"Io tornai indietro. In realtà, non l'avevo notata molto, ero troppo impegnato nei libri e dai miei problemi universitari. Facevo il secondo anno e stavo facendo gli esami. Così a metà corridoio mi rigirai e andai da lei a chiedergli: "E tu invece, come ti chiami?" e lei mi rispose "Carlotta."-disse Francesco per chiudere quel piccolo capitolo di storia.
"E' davvero una bella storia. Quando ti sei rigirato e hai visto con più attenzione Carlotta, cosa hai provato e che cosa ti è piaciuto di lei?"-chiede il dottore a Francesco.
"Ho provato sicurezza, non ho provato nervosismo o altro. Ero più grande e alle ragazze liceali, questo piace. Potevo farcela, se volevo. Mi è piaciuto subito, lo sguardo semplice e puro. Quel viso dolce, e pieno di insicurezze. Volevo dargliele io le sicurezze."-dice francesco.
"Adesso? Ritrovi in lei quelle qualità?"-chiede ancora.
"No. La trovo bellissima, ovvio. Ma adesso è un altra donna, in meglio, ovviamente."
"E ti piace?"
"Io dottore sono innamorato di lei, so che lì sotto c'è qualcosa della vecchia lei."
"Ti piaccio così? Cos'è mi vvuoi debole come una volta?"-mi chiede Carlotta.
"No, ma pprima ti godevi i giorni e adesso non più. Prima non te ne fregava nulla di nulla, adesso stai attenta anche a quello che mangi. Non vivi."-conclude Francesco.
Carlotta si tocca una mano nei capelli.
"Può essere dolorosa questa terapia, bisogna sopportare quello che pensa l'altro. Più che altro, dobbiamo rispettare i suoi pensieri, Carlotta."- dice il medico.
Carlotta annuisce.
"Ok, poi che è successo?"-chiede a Francesco il dottore.
"Non ci siamo più visti per due settimane, sono stato troppo impegnato a studiare. Avevo una paura immensa. Dopo aver usato il libro, son tornato in lì, ma Carlotta non c'era. Mi è dispiaciuto subito non vederla dietro a quel banco gigante. Ho ridato il libro e ho chiesto se c'era ancora a lavorare lì e loro mi hanno detto di si, ma in quei giorni aveva la febbre. Così ho preso il suo indirizzo di casa. Ho preso un mazzo di fiori di campo e una mini torta. Mi sono presentato lì, sotto casa sua. Il padre quando mi ha aperto, mi ha fatto una faccia che ancora rido! Bruttissima!"-francesco fa una pausa ridendo stessa cosa fa carlotta, immaginando lo sguardo di suo padre.
Francesco continua:"Ho detto:"Sono un amico" e lui "Un amico un corno" e sono scoppiato a ridere nella soia della porta. Mi ha fatto entrare e mi ha portato in camera sua, lei era totalmente sdraiata a letto con una pezza bagnata in fronte. "Chi sei?"-mi ha chiesto lei. Ci sono rimasto, non sapevo che dire. "Sono quello del libro, Francesco, ricordi?" Lei si e' alzata velocemente ed è andata di corsa in bagno e poi ha urlato."che ci fai qui?" A quel punto il padre di lei, rientra pensando che quell'urlo era un altra cosa. Stavo morendo dalle risate."
Carlotta a quei ricordi ride.
"Quando gli hai chiesto di uscire per la prima volta?"-chiede il dottore.
"Il giorno dopo."
"E tu Carlotta, come ti sei sentita?"
"Pensavo che dopo quello che aveva visto, tutto avrebbe fatto meno che chiedermi di uscire."-dice Carlotta ridendo e poi continua "Ma ero davvero felice."
Il medico vede l'orologio.
"Okay, abbiamo finito, ci vediamo domani alla stessa ora."-dice lui alzandosi.
Carlotta e Francesco escono insieme.
"Come ti è sembrata?"-chiede Carlotta a Francesco.
"Pensavo peggio."
"Sei sempre così negativo ultimamente?"
"No, solo da quando mi hai lasciato tu."-dice Francesco ridendo.
Arrivati a casa di lei.
"Vuoi salire?"-chiede Carlotta.
"Mh, non saprei. Meglio di no."
Carlotta annuisce e saluta Francesco con la manina.
"A domani."-dice Francesco con il sorriso.
"A domani" è una promessa d'amore per lui, un desiderio di vederla ancora e ancora.