'Dove andiamo?'-chiede Carlotta a Francesco.
Lui sorride.
"Ti voglio portare al cinese."-risponde Francesco.
Carlotta si ricorda quando, in passato, implorava Francesco, promettendogli cose assurde, solo per andare in un stupido ristorante cinese.Voleva provare cose nuove, insieme a lui.
Ma lui era sempre così impaurito ai cambiamenti, anzi, direi che era impaurito dai cambiamenti che non gli facevano comodo."Allora, cosa ti sei ventata per venire oggi a pranzo con me?"-chiede Francesco con un espressione divertita.
"Niente"
"Sono sicuro al 100%, che ti sei inventata qualcosa. Ma tuo marito sa, di queste sedute?"
"No, non serve."
Francesco, storce la bocca.
"Come si chiama?"-chiede Francesco,riferendosi al bambino.
"Tommaso."
Francesco spalanca gli occhi.
Non ci può credere, che lei ha davvero dato quel nome al suo bambino e di quello lì."Non ti devi arrabbiare, Francesco. Insomma, ho pensato a noi, quando ho dato quel nome al mio bambino." -dice Carlotta a metà voce, a metà respiro.
Carlotta, ha lo sguardo verso Francesco, in realtà, lo fissa aspettando chissà cosa.
Francesco invece, guarda dritto.
È' deluso.
Ad un certo punto, ferma il passo.
"Puoi tornare a casa da tuo figlio, non mi interessa. Non voglio più mangiare con te,non ho più voglia."-dice Francesco, guardandola dritta negli occhi.Carlotta sa che Francesco, questa volta, fa sul serio. In tutti questi anni, non l'ha mai guardata in faccia, negli occhi.
Forse per l'imbarazzo.
Dopo tanti anni, oggi, l'ha guardata.
Lei spera che adesso Francesco, capisca e veda, la persona che è diventata.
Uno schifo."Stai scappando di nuovo, parlami. Che hai paura di offendermi?"-chiede Carlotta con un tono più nervoso questa volta.
"No, non è quello. Ma ti rendi conto di cosa hai fatto? Hai dato a tuo figlio, lo stesso nome di quello che dovevamo dare al nostro."
Francesco inizia a diventare rosso gradualmente, prima il collo e poi il resto del volto.
"Mi fai quasi schifo."
Francesco inizia a camminare, ma si ferma, si volta dietro, e guarda bene il viso di lei, sarà l'ultima volta quindi lo farà bene.
Parla seriamente questa volta.
Lei ha gli occhi tristi,la sua luce e' spenta."Scusa"- dice Carlotta affranta e poi dopo una piccola pausa continua: "hai ragione, quel nome era nostro, di nostro figlio, che potevamo avere, ma per colpa mia, non abbiamo. Ci ho messo così tanto, per dimenticare e lasciarmi tutto alle spalle. Lo so, non si dimentica un figlio morto. Ma ci si prova. E più meno, ho raggiunto il mio obbiettivo. Fa ancora male, soprattutto la sera, quando i pensieri non ti fanno dormire. Ci penso.
Mi immagino, il suo viso, delicato e puro. Ma non pensare,che io l'abbia sostituito, il mio gesto, era in memoria di quello che non potevamo avere."Francesco guarda il cielo, sta quasi per piangere, ma non lo farà.
"Andiamo a mangiare, dal cinese. Divertiamoci."-dice ancora Carlotta, avvicinandosi a lui.
Francesco inizia a camminare verso di lei, deciso.
Fa una pernacchia.
Si avvicina, fino al limite. A un centimetro dalle labbra di lei.
'"Andiamo" -dice Francesco, guardandola negli occhi.
Carlotta respira male, a causa della vicinanza dei due corpi,ma cerca di non farlo notare, né a lui, né a se stessa. Non lo ammetterà mai a se stessa. Si tratta di orgoglio.
Francesco si allontana e va verso il sentiero, che porta al ristorante cinese.
Inizialmente, Carlotta rimane lì, un po' sconvolta, poi come una bambina lo raggiunge correndo.