"Dovresti farti aiutare."- dice Carlotta.
"Perché dovrei?"-gli chiede Francesco.
"Perché tu sei convinto che hai ancora bisogno di me, lo so per certo."-
"E' vero, ma è una cazzata farmi aiutare."
"Sono passati due anni."
"Per te Carlotta, non per me."
Carlotta ricorda la prima volta in cui, entrambi erano sicuri di amarsi. In quel periodo, il tempo volava. Uscivano alle 16 e in un secondo erano le 20. Erano convinti che il tempo passasse cosi veloce soltanto se stavi con una persona con cui trovavi veramente bene, con cui ridevi. E Carlotta l'aveva trovata, eccome.
Quando ancora Carlotta viveva ancora con i suoi, Francesco doveva riportarla in una certa ora a casa, e lui tendeva sempre a fargli fare tardi, sempre.
Amava correre con lei, in quelle vie calme. Poteva sentire il suo respiro e i suoi mille colori. Per fortuna, tornavano sempre in orario, per un pelo.
"Non ti ho mai chiesto se per te fu difficile andare a vivere con me e staccarti dai tuoi genitori, fu difficile?"-Francesco chiede a Carlotta.
"No, i primi tempi erano belli. Vivevamo con il nostro amore e un panino. Ma dopo un po' si, quando abbiamo iniziato a litigare spesso per soldi. Là forse, mi dicevo tra me e me "Ma chi me l'ha fatto fare?" ma non ho mai sentito la loro mancanza, anzi. Non vedevo l'ora di andarmene."-dice Carlotta.
"Perché non hai voluto un figlio?"-chiede Francesco.
Carlotta, si pulisce la bocca e sbuffa.
"E' la sesta volta che ti dico il perché, la settima ti farà ragionare?"-chiede Carlotta.
"Probabilmente no, ma provaci."
Francesco ridacchia.
"Litigavamo per i soldi che non bastavano, secondo te fare un figlio in quel periodo poteva essere una buona decisione?"
"No, ma poteva essere una via d'uscita."
"No, poteva essere solo che una trappola."
"Perché dici questo?"
"Perché ci avrebbe fatto rimanere legati per sempre, una trappola."
Francesco a quelle parole, si sente ferito.
Carlotta ricorda il giorno in cui, Francesco è venuto nell'appartamento piangendo. Era il periodo in cui, litigavano di più, e Francesco spesso beveva ma poco, rimaneva cosciente.
Insomma, piangendo chiedeva un figlio buttandosi a terra. Quella richiesta era stupida e non ragionata, Carlotta non avrebbe fatto un altro sbaglio come quello di avere un figlio, per rifar ritrovare in loro la scintilla.
La scintilla poteva tornare, ma loro non erano in grado di riprendersela.
Eppure quella notte, Carlotta ci ha pensato. Se un giorno avrebbe fatto un figlio, l'avrebbe fatto con lui, perché lo amava.
Eppure qualcosa non ha funzionato, quella promessa che si era fatta in mente non l'ha poi tanto mantenuta.
"Certo, ma con il nuovo tizio, si."-dice Francesco.
"Non l'abbiamo progettato, ne voluto."
Francesco si alza e se ne va ancora con il boccone pieno. Carlotta lo guarda andar via senza dire una parola, però una piccola parte di lei, spera che torna. Non lo sa, il perché. Forse quel piccolo viaggio nei ricordi serviva, e serve ancora. Perché la storia, non è completa. Quando lo sarà, quando se lo diranno in faccia di aver mollato, di non aver lottato per niente, saranno entrambi distrutti. Lo sa bene, Carlotta.
Francesco sta quasi per piangere, lo si vede dai suoi occhi. Poco sicuri, tremanti. Apre la porta del ristorante e se va. Non l'aveva mai fatto con nessuna donna, non si era mai alzato. I miracoli non esistono, nemmeno per i rapporti come quelli. Pieni d'amore. Perché Francesco ancora pensa che quello sia, un rapporto vero a confronto di moltissimi altri. Si chiede adesso, cosa sta pensando Carlotta. Sa, che Francesco è uno tosto, ma a molte situazioni crolla.
Che poi, questo lato di lui, a lei è sempre piaciuto. Spesso quando lei aveva qualche difficoltà e piangeva, Francesco la stringeva forte e spesso piangeva anche lui.
Lui diceva sempre: "Per farti compagnia"
Ma tanto lo sapevano pure i muri di quella casa che mentiva.
Ha sempre detto a Carlotta, che per lui, aveva fatto tantissime cose, tra cui- quella che lui considerava più importante- l'insegnamento di saper piangere.
Prima Francesco non piangeva mai, una volta incontrata Carlotta, la prima lacrima fu di gioia.
Holaaa!
Grazie alla ragazza che mi ha commentato il capitolo due di 'Ho bisogno di te."
e volevo dirgli:"Mi fa molto piacere, spero che ti piacerà anche questo capitolo e i prossimi ancora!
Penso che risponderò ai vostri commenti, alla fine di ogni capitolo, penso sia la cosa migliore. Ma mi fa piacere leggerli, quindi mandatemeli:)