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Francesco guarda l'orologio, mancano pochi minuti. Andrà a piedi e passerà sotto casa di Carlotta, si incontreranno e andranno insieme dal dottore. E se fosse il dottore il miracolo che aspettava da due anni?

Francesco parte con una certa positività dal suo bar preferito, passa le fontanelle e i bambini che ridono e si bagnano, gli anziani che discutono per una partitella di carte, una bambina con suo padre che impara ad andare in bici.

Ecco, quell'immagine è più difficile da mandare giù. Francesco, voleva e vuole essere ancora un padre, peccato che sta invecchiando. Quando sarà vecchio potrà dare il 100% al bambino? Tutte le attenzioni che merita?

E poi, non ritroverà mai quella giusta. La madre da bambino gli diceva:" Ti sembrerà strano ma ti innamorerai così tante volte ancora, sei giovane e bello. Non c'è solo un amore."

Ma Francesco non la pensa così, lui si è fermato, lui ha scelto, è rimasto lì fermo, intrappolato nei ricordi.

Vorrebbe tanto andare avanti, vorrebbe avere dei figli con una donna che ama, vorrebbe avere delle cene di famiglia enormi, tanti rigali da scartare a Natale con i bambini, fare dolci con la mia donna, sposarmi. Insomma tutto quello che ha fatto Carlotta, eppure non  sembra felice.

Arrivato, non suona, aspetta. Ha paura di trovare la sua nuova famiglia.

Lei scende, è molto elegante.

"Ciao"-gli dice.

"Come stai?"-chiede francesco.

"Tutto bene, sei pronto per una nuova seduta?"

"Abbastanza, anzi."

"Ho pensato, che per te tutto questo va più che bene. Tu pensi che sarà il tuo miracolo,il dottore."

"Sta a te, non farmelo pensare."

"E invece?"

"E invece, il fatto che tu non abbia risposto a quella domanda, se mi ami ancora, beh, qualche domanda me la faccio."

Carlotta voleva solo capire, vuole capire se ancora prova qualcosa per lui, nonostante tutto.

"Si vedrà."

Arrivati, salgono le scale, decisi.

"Salve."-ci dice il dottore invitandoli a sedere.

Si siedono.

Il dottore prende una penna, scrive qualcosa e poi ci guarda attentamente.

"Benissimo, allora. Vogliamo iniziare?"-ci chiede il dottore.

"Va bene."-dice Carlotta.

"Allora, voglio che mi raccontate il vostro primo bacio."-ci dice, tenendo la penna stretta nella sua mano.

"E' stato un secolo fa?"-Carlotta chiede ridendo a Francesco.

"Probabile."

"E' successo, dopo una lunga cena. La nostra prima cena, specifichiamo. Mi ha riportato a casa e ci siamo baciati proprio lì davanti. Ho sentito la felicità colpirmi, dopo anni di delusioni. "

"Che emozioni ti ha suscitato quel bacio Carlotta?"-chiede il dottore.

"Non è una cosa semplice da descrivere, ne da dire. Semplicemente, non vedevo l'ora di rivederlo di nuovo, di stare con lui, di ribaciarlo e ribaciarlo ancora. Aveva  e ha le labbra così morbide e gli profumava sempre l'alito di menta, anche le sue labbra avevano quell'odore."

"E dimmi Carlotta, hai più sentito con un altro uomo quella sensazione?"-chiede sempre il medico.

Carlotta si guarda intorno.

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