Evelyn
Harris aveva mantenuto la parola. Lo scoprii una mattina, quando mi recai con gli altri pazienti alla mensa per la colazione. Il giardino sarebbe stato inagibile per tutta la giornata, a causa della presenza degli operai. Le vetrate di fronte alla quale ero solita sedermi, vennero prese d'assalto dai miei compagni, incuriositi da quanto stava accadendo all'esterno. Un gruppo di uomini stava preparando il terreno con picconi e pale, mentre intorno a loro erano stati sistemati i materiali necessari per le fondamenta.
Stavano costruendo una serra.
Lo psichiatra aveva optato per una struttura permanente, lo dedussi dai numerosi sacchi di cemento e dalle sbarre in acciaio sparse nel giardino. Appoggiai una mano sulla superficie riflettente e un sorriso si dipinse sul mio volto.
«Ragazzi, adesso sediamoci e facciamo colazione.»
Un borbottio di disapprovazione si disperse tra quelle mura candide. Salutai l'infermiere e mi sedetti al mio posto, in compagnia di Rose, Grace e Jack.
«Buongiorno, Evelyn. Hai visto che bella novità?» Commentò Oliver con entusiasmo.
«Quando sarà pronta?» Chiese la bionda, con sguardo sognante.
L'operatore sanitario schiuse le labbra, per poi richiuderle immediatamente. Si lasciò andare a una risata muta, scuotendo leggermente la testa.
«Grace, onestamente non me ne intendo molto di serre.» Si sollevò una risata generale. «Conoscendo Harris, avrà preteso il meglio, quindi...»
«All'incirca tre settimane.» Lo interruppi, correndo in suo aiuto. Tutti gli occhi si posarono su di me, soprattutto quelli di Jack, che sembrò particolarmente interessato all'argomento.
«I tempi variano in base a molti fattori, ma solitamente ci vogliono dalle due alle tre settimane per realizzare una serra professionale.»
Si susseguì un momento di silenzio, nel quale i presenti si scambiarono sguardi fugaci; poi, venni investita dalla loro curiosità.
«Voglio piantare un albero da frutto... un melo, anzi no! Un arancio, amo le spremute.»
Trattenni a stento una risata e passai la successiva mezz'ora a rispondere alle loro domande, spiegando più volte a Jack il motivo per cui non potessimo piantare un albero di grande dimensioni in una serra.
Oliver, rimase vicino al nostro tavolo, ad ascoltare attentamente le mie parole e una volta conclusa la colazione, ci invitò a raggiungere le varie sale comuni per permettere agli inservienti di pulire la stanza per l'arrivo dei genitori.
Una punta di malinconia cadde sul mio umore soleggiato. Grace, al contrario, balzò dalla sedia, portando le braccia verso il soffitto. Aveva atteso quel giorno per una settimana; sapevo, che avrebbero trascorso il pomeriggio nella loro casa in compagnia del cucciolo di Labrador, che i genitori le avevano comprato appena una settimana prima. La guardai gioire per l'arrivo dei suoi genitori e istintivamente spostai lo sguardo su Rose, che come me non viveva mai bene il giorno delle visite.
Salutai le mie compagne e mi diressi verso la stanza della musicoterapia, l'unica oltre alla mensa ad avere una vista sul giardino. Jack si sedette immediatamente al pianoforte e dopo aver controllato che non vi fosse polvere o sporcizia sui tasti, prese a suonare una melodia dolce e rilassante. Non riconobbi la canzone, ma mi lasciai trasportare dalle note e dopo aver preso una sedia, mi posizionai di fronte alle finestre.
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Feelings Hunt
FantasyA Portland, in una sera di fine maggio una diciassettenne tenta il suicidio tra le mura della sua cameretta. Il piano della giovane però fallisce e una settimana dopo si ritrova a volare oltreoceano con il padre per farsi ricoverare in una delle pi...