Aiden
«Stia calmo, non può andarsene.»
«E chi me lo impedisce, lei? Si tolga di mezzo.»
Mi alzai dal letto, spingendo debolmente l'infermiera, tanto da farla indietreggiare di qualche passo, e passai al setaccio i fili stretti attorno al braccio sinistro. Mi disfeci del dispositivo per la pressione, per poi passare alla cannula inserita nella mano, ma prima di poterla anche solo sfiorare, un medico entrò nella stanza, interrompendo il mio tentativo di fuga dall'ospedale.
«Lauren, tranquilla, ci penso io adesso.»
Rimasi in piedi, con le braccia conserte e guardai la giovane donna uscire dalla stanza stringendo il sacchetto di una flebo ormai vuota.
«Aiden Mason?» Chiese l'uomo, rivolgendomi un sorriso caloroso.
«No, Peter Parker.» Lo derisi, indicando la cartellina medica con il mio nome nelle sue mani.
Il medico abbassò lo sguardò sul fascicolo, per poi tornare a guardarmi, mantenendo una certa calma.
«Posso?» Domandò, indicando la poltrona vicino al letto.
«Faccia quello che vuole, basta che dopo questa inutile conversazione, mi firmi il permesso per andarmene da questo schifo di ospedale.»
Sapevo dove mi avevano portato. Era la stessa struttura dove avevo passato la maggior parte del tempo negli ultimi cinque anni, la stessa che mi aveva accolto come un clandestino durante le mie visite segrete a Sophie.
«Da quando ha iniziato a soffrire di emicrania?» Mi interrogò, accomodandosi di fronte a me.
«Da diversi anni.»
«Da uno a cinque, quanto sono peggiorati gli attacchi nell'ultimo periodo?»
«Cinque.»
L'uomo estrasse una radiografia e me la mostrò, porgendomi anche gli esiti degli esami che avevano effettuato al mio arrivo.
«La TAC risulta pulita, così come tutti i suoi esami. Si porterà a casa solo due punti causati dalla caduta.»
Passai la mano sul cerotto sulla fronte, digrignando i denti per il fastidio.
«Quindi posso andare?» Chiesi, battendo i piedi sul pavimento, impaziente.
«Prima vorrei parlarle della terapia che le ho prescritto.»
Mi lasciai cadere sul materasso e lo incitai a continuare.
«Ha avuto episodi di nausea oltre al mal di testa?»
«No.»
«Bene, allora direi di escludere la metoclopramide.» Prese una penna dal taschino del camice bianco e annotò quanto gli avevo riferito al margine della pagina stampata a computer. «Ti ho prescritto una farmaco chiamato sumatriptan. Dovrai prendere una compressa all'inizio dell'attacco, ti aiuterà a ridurre l'infiammazione e la dilatazione dei vasi sanguigni.»
Seguii con gli occhi la calligrafia illeggibile, poi, ripose la penna al suo posto e chiuse la cartellina.
«Una pasticca quando inizio ad avere mal di testa, capito. Adesso posso andare?»
L'uomo si alzò dalla poltrona, circumnavigando il letto asettico e fermandosi al centro della stanza, proprio di fronte alla porta.
«Non esistono cure per l'emicrania, Aiden, ma ci sono vari metodi per tenere a bada i fattori scatenanti questi brutti attacchi.»
Gestire lo stress, mantenere un sonno regolare, praticare attività fisica e avere una buona alimentazione. Lo sapevo, ma lo lasciai proseguire con quella lista infinità di abitudini che mi avrebbero portato a stare meglio.
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Feelings Hunt
FantasyA Portland, in una sera di fine maggio una diciassettenne tenta il suicidio tra le mura della sua cameretta. Il piano della giovane però fallisce e una settimana dopo si ritrova a volare oltreoceano con il padre per farsi ricoverare in una delle pi...