3. VERSO IL PONTE

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Una Marcia nel Silenzio

Il gruppo si rimette in cammino all'alba. La città, un tempo caotica e piena di vita, ora è silenziosa, come se il mondo trattenesse il fiato. Non ci sono auto in movimento, non ci sono voci: solo il vento che soffia tra i palazzi abbandonati e i lamenti occasionali di zombie lontani.
Luca guida il gruppo, stringendo il diario trovato nella biblioteca. Ogni tanto si ferma per consultarlo, cercando punti di riferimento che possano confermare la direzione verso il ponte.

Sara cammina dietro di lui, le mani strette intorno al fucile. Non parla molto, ma i suoi occhi scrutano ogni angolo, ogni finestra, pronti a reagire. Marco chiude la fila, sempre vigile, sempre attento.

"Luca," dice Sara, rompendo il silenzio. "Non possiamo semplicemente andare lì alla cieca. Dobbiamo pianificare."

"Lo faremo," risponde lui, senza voltarsi. "Ma prima dobbiamo trovare un punto sicuro per osservare la base."

Marco sospira, guardando il cielo coperto. "Se quella base esiste davvero, non saremo gli unici a cercarla. E non credo che Franco ci lascerà entrare per un tè."

Un Imboscata

A metà mattina, mentre attraversano un vecchio parco giochi, il gruppo sente un rumore strano: un leggero cigolio, come un'altalena che si muove. Ma non c'è vento.

Sara alza la mano, fermando tutti. "Qualcosa non va."

Un attimo dopo, dalle ombre emergono tre uomini armati, con volti segnati dalla fame e dalla violenza. Non fanno parte della banda di Franco, ma sono pericolosi lo stesso.

"Fermi lì," dice il primo, un uomo alto con una cicatrice che gli attraversa il viso. Tiene un fucile puntato verso il gruppo. "Lasciate tutto quello che avete e forse vi lasciamo vivere."

Luca si irrigidisce, stringendo l'arma. "Non abbiamo niente che valga la pena di rubare."

"Non ci interessa cosa valga," ribatte il secondo uomo, più giovane ma con un'espressione altrettanto spietata. "Lasciate tutto. Ora."

Marco si mette davanti a Sara, pronto a difenderla. "Ascoltate. Non vogliamo combattere, ma se insistete, non andrà bene per voi."

L'atmosfera è tesa, come una corda che sta per spezzarsi. Luca sa che uno scontro è inevitabile. Il primo uomo si avvicina, pronto a strappare lo zaino dalle sue spalle, ma Luca reagisce prima. Con un movimento rapido, lo colpisce al volto con il calcio della pistola.

Parte uno sparo, e tutto si trasforma in caos.

Lo Scontro

Il parco giochi si riempie di urla e colpi di arma da fuoco. Sara e Marco si dividono per confondere i nemici, mentre Luca si getta a terra, sparando verso il gruppo avversario. Gli uomini non erano preparati a un confronto diretto, e questo dà un vantaggio al gruppo.

Uno dopo l'altro, i tre aggressori cadono. Il primo, quello con la cicatrice, è il più difficile da abbattere. Marco lo colpisce alla gamba, ma l'uomo continua a combattere finché Sara non gli spara un colpo preciso al petto.

Quando tutto finisce, il gruppo è esausto ma illeso. Luca si avvicina ai corpi, controllando se hanno provviste o informazioni utili. Trova solo poche cartucce e un coltello arrugginito.

"Non possiamo continuare così," dice Sara, il respiro affannoso. "Ogni passo che facciamo ci avvicina alla morte."

"Ogni passo che facciamo ci avvicina a Emma," ribatte Luca, con voce fredda. "E io non mi fermerò."

Avvistamento del Ponte

Nel tardo pomeriggio, il gruppo raggiunge finalmente un punto elevato che dà una visuale chiara sul ponte ferroviario. È un vecchio ponte di ferro arrugginito, che attraversa una vasta distesa di rovine. Sotto di esso, un accampamento: la base della banda di Franco.

"È lì," dice Luca, stringendo i pugni.

La base è protetta da barricate fatte di auto abbandonate e filo spinato. Dentro, si intravedono uomini armati che pattugliano il perimetro, e tende improvvisate che sembrano ospitare almeno una ventina di persone.

"Non possiamo attaccare frontalmente," dice Marco, osservando con attenzione. "Sono troppi."

"Non dobbiamo attaccare tutti," ribatte Luca. "Ci infiltriamo, troviamo Emma, e usciamo."

Sara scuote la testa. "E se non è lì? E se è già troppo tardi?"

Luca si volta verso di lei, con un'espressione che tradisce tutta la sua determinazione. "Non lo è. Non può esserlo."

Una Preparazione Rischiosa

Il gruppo decide di attendere la notte per avvicinarsi alla base. Passano ore in silenzio, preparando le armi e discutendo strategie.

Marco propone un diversivo: far esplodere un'auto vicina per attirare l'attenzione dei nemici, mentre Luca e Sara si infiltrano nella base. È rischioso, ma è l'unica possibilità.

"Va bene," dice Luca, annuendo. "Ma se qualcosa va storto, andatevene senza di me."

"Non dire stupidaggini," ribatte Marco. "Non lasciamo nessuno indietro."

Sara non dice nulla, ma il suo sguardo è pieno di preoccupazione. Sa che le probabilità sono contro di loro.

Conclusione del Capitolo

La notte cala sul ponte ferroviario. Il gruppo è pronto, ma ognuno di loro sente il peso di ciò che sta per accadere. Luca guarda il ponte, sapendo che dall'altra parte potrebbe trovare Emma, o perdere tutto.

"È ora," dice Marco, accendendo la miccia dell'esplosivo improvvisato.

Il gruppo si muove nell'ombra, mentre il bagliore dell'esplosione illumina il cielo.

La missione per salvare Emma è ufficialmente iniziata.

L'abisso della solitudineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora