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Era partito con estrema sicurezza, con quell'idea, certo di non pentirsene. In fondo, una sera con Cyno, si era detto, è l'opzione meno rischiosa; non era di sicuro la prima volta in cui stavano da soli per tanto tempo. Al contrario; Cyno andava da lui, dopo ogni tentativo di avvicinarsi a Tighnari, quando ancora non erano una coppia. L'ha visto ubriaco e triste, l'ha visto frustrato e in cerca di consigli.

Kaveh sa tutto, di Cyno. Lo conosce benissimo. In un certo senso, considerarlo ora un partner sembra come barare, perché è troppo facile. Mancava loro soltanto la parte fisica, del resto.

Eppure, adesso che gli è di fronte, si è riempito di dubbi. Nulla gli ha mai fatto pensare di piacere a Cyno, in effetti; quella sua trovata della poli potrebbe essere umiliante, se alla fine tutti si trovassero bene... tranne che con lui. E non è poi così improbabile.

Alhaitham è... be', serve dirlo? Con quella faccia e quel sorriso, e poi, al di là di ogni possibile presa in giro, non lo si potrebbe definire brutto. Cioè, Alhaitham a Kaveh piace, c'è poco da dire, e non saprebbe immaginare un diverso giudizio nei suoi confronti. Chiunque vorrebbe stare con lui, andiamo. Chiunque abbia gli occhi lo vorrebbe, senza dubbio.

Tighnari è così dolce e così forte insieme, ha un suo sapore speciale. Capisce bene come mai Cyno ne sia così innamorato da anni. Tighnari sa essere quasi materno, da amico, e così stabile, così fermo. Gli affiderebbe la sua vita in un istante. E, per il resto, è il ragazzo più genuinamente carino che Kaveh abbia mai visto. Una bellezza diversa da quella di Haitham, certo, ma che non ha nulla in meno.

E Cyno. Kaveh si azzarda a spiarlo, mentre ci pensa, e lui intanto sta ancora risistemando le carte nel suo mazzo, dopo la loro terza partita di fila. Cyno è tanto timido, in realtà, e questo fa ridere, vista la sua reputazione all'esterno. La dedizione che sa avere, verso chi ama, Kaveh non la credeva possibile. E poi, la sua voce. La voce di Cyno è quel che preferisce, di lui, ed è così piacevole quando pronuncia il suo nome.

Ma infine resta Kaveh, e lui non sa bene cos'abbia di speciale.

Quei tre sono eccezioni, ognuno di loro è splendido, capace e necessario.

Kaveh non è necessario. Lui c'è e basta, e non è sicuro di saper fare molto altro.

Pensare che abbiano accettato lo riempie di gioia e imbarazzo, ma anche di paura, perché magari si accorgeranno di poter fare a meno del membro più inutile del gruppo. Se lui se ne andasse, se sparisse, potrebbero continuare, e non cambierebbe moltissimo.

"Il quarto giro è il fortunato, secondo me" dice Cyno, con un'allegria che sa avere solo per le partite di carte.

"Ah... Vuoi giocare ancora?" Kaveh tenta di non suonare esausto, ma è abbastanza evidente.

Cyno abbassa il mazzo che stringe fra le mani. "Oh, hai ragione. Ti sarai scocciato. Scusa." 

"No, no!" si sente dire Kaveh, maledicendo se stesso subito dopo, in mente. "Se ti va..."

Non sa perché si sta comportando in quel modo, così docile. Come se fosse una specie di primo appuntamento sul serio. Come se non fosse già accaduto migliaia di volte, di lanciare il mazzo contro Cyno urlandogli di smetterla.

Ma è diverso, un po', ora.

Cyno rimane a fissarlo, perplesso. "Davvero?" Allunga una mano per toccargli la fronte, scostando i capelli. Sono seduti sul tappeto, sul pavimento; per raggiungerlo, si china in avanti, una mano per reggersi e l'altra su Kaveh. "Ti senti bene?"

"Certo che mi sento bene." Spinge via la mano, Cyno torna seduto. "Volevo solo essere gentile."

"Mh." 

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⏰ Ultimo aggiornamento: 3 days ago ⏰

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