Nell'aria c'è una strana tensione. Alhaitham l'ha avvertita sin da subito, appena ha concesso a Kaveh di sedersi con loro intorno al tavolo.
Lui, in particolare; lo osserva senza venire notato. Kaveh è semplice da leggere: il nervosismo glielo si percepisce addosso subito. Eccolo lì a ripetere ossessivamente un movimento con un piede accavallato sul ginocchio, come se gli servisse dare la carica alla batteria delle stramberie che dovrà di certo sfornare.
Tighnari e Cyno sembrano invece stranamente piccoli, sul suo divano. Come se non sapessero in che maniera usare tutto quello spazio. Cyno si è sistemato con i piedi sul tessuto, senza chiedere il permesso, e gli scappa un'occhiata per contemplare la possibilità di doverlo smacchiare, dopo, considerando che il Generale se ne va in giro senza neppure le scarpe. Tighnari resta composto, stretto e incerto, e anche da quel dettaglio intuisce che ci sarà da ridere, in un modo o nell'altro.
"Dunque?" incalza, e Kaveh annuisce in fretta.
"Sì, ecco." Si schiarisce la voce. Rimane zitto, tutti lo fissano. "Allora."
Alhaitham è abituato alle sue trovate. Avrebbe detto, senza esitare, che niente di quel che Kaveh può inventarsi riuscirà a stupirlo, perché ne ha sentite di ogni genere, comprese quelle alcoliche. Lacrime, o urla, o moine sciocche; ha visto ogni lato, di Kaveh, in ogni senso, e quindi respira a fondo, in quel momento, e si prepara a sorriderne una volta ancora.
"Prima di tutto, vi ringrazio di essere qui" inizia. Si gira verso Tighnari, che sembra solo preoccuparsi di più. "Vorrei parlarvi di una cosa, oggi. Una cosa che..." Guarda Alhaitham, poi torna sugli altri due. "... che non credo sia una sorpresa per nessuno di voi."
Tighnari si china un po' in avanti, le mani sulle ginocchia. "Che hai fatto?"
Cyno gli posa una mano su una spalla. "Fallo parlare, dai."
"Certo, però è da un'ora che aspettiamo di capire. Abbiamo mangiato e voi avete bevuto anche troppo, ora vorrei sapere il motivo di questo invito. Sembra una cosa... problematica."
"Ma no." Cyno lancia un'occhiata a Kaveh. "O sì?"
"Be'..." Kaveh solleva le spalle. "Presumo dipenda dai punti di vista, ma il mio desiderio è quello di parlarne apertamente e senza pregiudizi o imbarazzi, considerando che prima o poi sarebbe bene farlo."
"Oh no..." Tighnari si passa una mano sulla faccia. "Lo sapevo. Che hai combinato? Sentiamo."
"Non è qualcosa che ho fatto, Tighnari."
"E allora cosa?"
Alhaitham ha già sorriso, anche se non lo stanno guardando. Si sporge verso il tavolo per prendere il calice, perché quella scena è invitante e familiare.
Non è molto chiaro, quando sia diventato così, con loro. Ma è piacevole. Sono rumorosi, e le loro menti non eccellono nell'uso della logica, eppure non li trova sgradevoli.
Kaveh prende un respiro profondo, per farsi coraggio. "Vorrei parlare del... rapporto... fra di noi."
Nessuno capisce.
"Rapporto?" chiede Tighnari.
"Noi?" chiede Cyno.
La cosa inizia a farsi interessante. Kaveh è davvero ingenuo; è ovvio che potrebbe venire frainteso. Di qualsiasi stupidaggine sentimentale voglia discutere, quello è il modo peggiore per dirlo.
"Sarebbe una proposta romantica per tutti e tre, Kaveh?" gli domanda, divertito, ed è già pronto a spiegare, nei dettagli, per quale motivo il linguaggio ha importanza, per venire compresi dagli altri e non far pensare alla gente di star lanciando strane proposte indecenti.
Ma Kaveh lo guarda, serio, e dice: "Esattamente."
E questo, ecco, nonostante non sarebbe felice di ammetterlo, è la prima parola pronunciata da Kaveh che sul serio lo stupisce.
STAI LEGGENDO
4ggravated
FanfictionQuesto è lo spazio per il mio headcanon poli sugli 4ggravate (Tighnari, Cyno, Kaveh e Alhaitham). Nasce principalmente in seguito ai miei studi su Friedrich Engels e la storia della famiglia. Non so perché dovreste volerla leggere, ma se ci tenete...