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Non che sia la prima volta. Però, è diverso.

Di solito, al mattino, Alhaitham si trova già nel suo ufficio, quando Cyno arriva in Akademiya. Non inizia mai a lavorare prima dell'orario in cui deve, ma arriva sempre in anticipo. Cyno invece entra al minuto esatto, non in ritardo ma appena in tempo.

Oggi, arrivano insieme.

Non è sicuro se si tratti di una sensazione soggettiva, per quel vago senso di colpa, o se davvero tutti lo stanno notando. Preme il copricapo sulla fronte, senza guardarli, e continua a camminare, perché, dannazione, per giungere in ufficio c'è un sacco di strada.

Kaveh si è separato da loro per andare in classe, con le braccia colme degli appunti per la lezione da tenere. Tighnari è tornato a Gandharva, ed è bizzarro che non si sia preoccupato per nulla del suo restare da solo con Alhaitham. Forse, pensa, e intanto lancia un'occhiata all'altro che procede dritto senza guardarlo, forse è meglio così davvero. Forse Nari ha paura di venire abbandonato, non di un rivale. Forse, se è sicuro che rimarranno tutti insieme, non serve più ingelosirsi l'uno nei confronti dell'altro.

Ma allora, vorrà dire che potrebbe succedere qualcosa.

Torna a premersi sulla faccia il copricapo. Sarebbe comodo non avere alcuna reazione, a quel pensiero, e riderne, e far la parte di quello felice di poter avere tre ragazzi e non uno solo. Ovvio, che lusso, a chi non piacerebbe, giusto? A qualsiasi uomo piacerebbe, no? Cioè, a qualsiasi uomo che sia gay, forse, ma non importa. Cyno non si è mai domandato in modo particolare nulla, sul suo orientamento. Sapeva solo che Tighnari è l'essere più desiderabile del mondo, e non altro.

Sente una spinta lieve sulla schiena, sobbalza. Alhaitham si toglie un auricolare e lo scruta. 

"Ci sei?" chiede. "Tutto bene?"

Cyno annuisce in fretta. Oh, certo, sono arrivati all'ascensore. Ci sale su con un saltello, poco prima che inizi a salire senza di lui, e Alhaitham fa lo stesso. La salita sembra durare in eterno.

In ufficio, saranno da soli. Cyno deglutisce, e gli sembra di far troppo rumore.

"Per la cronaca" dice Alhaitham, e intanto si rimette l'auricolare, come a dire che non attenderà una risposta, "non ho intenzione di stuprarti, Cyno. Rilassati."

Si gira a guardarlo con aria offesa, ma poi non dice niente. Del resto, non ha nemmeno torto, e dirlo è utile. Torna a fissare il pavimento, subito. Annuisce.

Ma certo, non ha senso comportarsi in quel modo. Sta esagerando. 

Infine arrivano, e non c'è nessuno. I loro passi risuonano, specie quelli di Alhaitham. Sono più veloci dei suoi; lui arriva alla scrivania e si siede, tira fuori un libro che evidentemente intende finire di leggere.

Cyno sta in piedi davanti a lui, dall'altra parte della scrivania. Lo osserva.

Alhaitham se ne accorge, posa il libro e si toglie un auricolare, con la stessa aria scocciata. "Cosa c'è, ora?" Attende. "Non dovresti dire..." Prova a ricordare la parola, non riesce. "... che ne so, cuore, o qualcosa del genere?"

"La smetti? Non vedi che mi innervosisce, se fai così?"

"Ah, scusa tanto. Non mi permetterò più di esistere, se ti crea problemi."

"Non è esistendo, che mi crei problemi, idiota."

"E allora cosa? Che vuoi?" Alhaitham si toglie anche l'altro, con un gesto che mostra più foga di quel che vorrebbe. "Dovrei dirla io, la parola di controllo, visto come mi tratti."

"Io? Ti tratto... in che modo?"

"Speravo che l'avresti piantata, dopo questa storia della poli." Fa per tornare a leggere, dopo uno sbuffo.

"Non capisco cosa stai dicendo. Non ho fatto nulla."

Alhaitham allarga le braccia, il libro ancora in mano. "Ti sembra necessario essere così in imbarazzo? Non sono il protagonista di una light novel di Inazuma. Non è piacevole, venir guardato come se da un momento all'altro dovessi strapparti via i vestiti a morsi. Ok?"

"Eh? Sei serio?"

"Senti, vai a punire i cattivi, a giocare a carte o qualsiasi cosa tu faccia normalmente. Mi hai scocciato." Si rimette gli auricolari, in fretta. Alza il volume, Cyno riesce a sentire la musica.

"Mi spiace" dice. Ma quello non sente. Allora si china sulla scrivania e tira via i cavi. "Mi spiace!" ripete. "Non volevo trattarti in nessun modo. Scusami."

Alhaitham lo guarda con sufficienza, poi afferra i cavi che Cyno regge in mano e tira, troppo in fretta perché lui possa reagire in tempo. Lo blocca con una mano su una spalla, per evitare che gli crolli addosso, e senza attendere oltre posa le labbra sulle sue, solo per un istante. Poi molla la presa.

Cyno salta indietro, istintivamente in posizione di difesa, poi si passa un braccio sulla bocca, probabilmente sempre per istinto, e poi inizia a strepitare come Alhaitham aveva immaginato.

"Scusa, scusa, d'accordo." Rimette gli auricolari per evitare di sentirlo. "Non lo farò più, mi spiace. Ora mi porti un caffè, per favore?"

 Cyno smette di parlare e gli lancia l'occhiata peggiore che riesce a fare, ma infine si volta e si allontana, forse per andare a far qualcosa di utile o forse per cercare davvero un caffè. Chissà, dovrà scoprirlo aspettando.

Da solo, sorride. Quella situazione, in fondo, è piuttosto interessante.


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