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Fra loro, Kaveh sapeva già di essere l'unico a poterne parlare davvero.

Insomma, andiamo; Cyno poteva al massimo scherzarci su, e Alhaitham sa essere un idiota su qualsiasi argomento ma non direbbe mai la verità su quel che prova, e Tighnari aveva così paura di poter essere abbandonato già da un solo compagno senza che dovessero diventare tre.

Lui, invece, forse.

Sapeva anche, in ogni caso, che Tighnari era il più difficile da convincere. Malgrado il sottile fastidio di quell'idea, era ovvio che Cyno e Alhaitham non sarebbero rimasti disgustati da una possibile proposta, ma con Tighnari era diverso. E anche un po' strano, in effetti; Kaveh era rimasto a lungo a osservarlo, in biblioteca, mentre leggeva con impegno un volume di botanica.

Tighnari non va spesso lì. Non ama quegli spazi artificiali, di marmo invece che di legno e terra. Non ama la città, le strutture troppo ornate, le costruzioni che richiedono lavoro della mente e non soltanto delle mani. Tighnari considera il suo stesso corpo la sua opera d'architettura; lo nutre con attenzione, scegliendo ogni boccone con perizia, e lo coccola con unguenti, fumi e incensi, creme e oli. La sua coda richiede ore di spazzolate, e Cyno spesso lo punzecchia su quel tempo trascorso a pettinarsi come una principessina. E, nel contempo, le braccia di Tighnari sono agili e sode, con dei muscoli non troppo appariscenti, ma forti. Sarebbe in grado di battere Kaveh, se lottassero a mani nude, probabilmente in pochi secondi. Di sicuro è più forte, e più in forma.

Tighnari è veloce e leggero, quando combatte sembra non aver peso. Il suo sguardo, mentre si allena, è così concentrato che sembra far sparire il mondo intorno, invece si accorge di ogni movimento, ogni piccolo suono. Le orecchie si inclinano appena verso la fonte del rumore, e basta quello perché lui capisca di chi si tratta, dal tipo di movimento. Per Kaveh, quelle capacità sono quasi magiche.

Tighnari è anche una persona dolce; lo ha aiutato e accolto in infinite occasioni. Quando con Alhaitham andava male, spesso dormiva con lui e Cyno, su un giaciglio improvvisato che però era comodissimo. Essere oggetto delle sue attenzioni è stato ogni volta commovente. Sa cucinare benissimo, il cibo che crea è il risultato di un'alchimia precisa fra gli ingredienti, e forse usa troppo i funghi, ma sa farlo.

L'idea, infine, gli è sorta proprio pensando a lui. Fissandolo, lì, mentre leggeva, in una giornata di noia tranquilla. Ha pensato: sarebbe bello, però, se fossimo tutti insieme. Se non ci fosse un limite imposto, ma fosse soltanto naturale. Se questo legame lo sentissimo tutti e quattro. Se si potesse sperimentare quella cura e quell'attenzione sempre, per sempre, e con tutti gli altri, e basta, senza complicazioni e gelosie.

Una delle sue idee stupide, forse.

Però, dopo un po' di esitazione, poi gli si è avvicinato, e ha accettato di seguire l'istinto e sedersi vicino, e chiedere cosa leggesse, e ascoltarlo mentre parlava per troppo tempo degli steli e delle foglie.

Forse, gli piace pensare, era in un attimo ispirato dagli dei. Forse il Dendro lo ha spinto, dall'interno, a dirlo. Come se si creasse fra di loro un intreccio di rami, un germoglio di un rapporto nuovo ma già in seme. Quindi ha posato una mano su quella di Tighnari, e ha sorriso, e interrompendo il suo discorso ha detto: "Vorrei parlarti di una cosa, posso?"

Tighnari non è fuggito e non l'ha neppure preso a schiaffi. Era perplesso, di certo avrà pensato che quella fosse un'ennesima stupidaggine delle sue, però ha annuito. E ha ascoltato.

E alla fine ha risposto: "Sei diventato del tutto scemo, Kaveh?"

"Eh? Perché?"

Il romanticismo del momento è crollato, ma doveva aspettarselo.

"Me lo chiedi pure?"

"Ma dico sul serio! Pensa, sarebbe inevitabile e solo naturale, per noi. Praticamente è già così, dai."

"Forse hai frainteso la natura della nostra amicizia."

"Davvero?" Kaveh lo ha spinto a guardarlo in faccia, serio. "Vuoi dirmi che davvero pensi questo?"

Tighnari gli ha spostato con ferma gentilezza le dita dal suo mento, portandole giù sul tavolo e lasciandole lì, rispettoso ma abbastanza turbato dal contatto. "Si può sapere da dove hai preso quest'idea, ora?"

"Stavo leggendo un saggio."

"Ah, ottimo. Tu leggi un saggio, e io dovrei modificare tutta la mia esistenza per seguirti nelle tue strane idee di relazione a quattro." Scuote il capo. "Non è un gioco, Kaveh."

"Non penso che lo sia." Ha sbuffato, per la frustrazione del non essere preso sul serio. "Leggendo, ho pensato davvero che sarebbe bello."

"Non stai con Alhaitham, ormai?"

"Ma sì, certo."

"E allora? Pensi che lui gradirebbe queste tue iniziative?"

"Vorrei parlargliene, infatti. Ma vorrei farlo anche con te e Cyno, tutti insieme."

Tighnari ha allargato gli occhi, stupito. "Vuoi proporlo davvero?" Kaveh ha annuito. "Oh, Kaveh... non devi accettare queste cose. Non preoccuparti, se Alhaitham ti tradisse con Cyno lo picchieremmo insieme, ok? Non succederà niente, non pensarci."

"Ma non è per quello." 

"Sei sicuro?"

Ha annuito di nuovo. "Non che io non ci abbia pensato. Però..." Ha esitato, un momento, poi ha sorriso ed è tornato a guardarlo. "Siete importanti, per me. In fondo, non ha senso che esistano gelosie fra di noi. Vorrei solo che potessimo stare insieme. Non è perché ho paura di venir lasciato fuori, ma solo perché vorrei tirarvi dentro. Non so se mi spiego."

"Ma non è..." Tighnari si è affrettato a richiudere il suo libro, sempre più in imbarazzo. "Non è una cosa che si può fare, Kaveh."

"Non stai dicendo che non vorresti."

"No che non vorrei! Pensi che io potrei voler..."

"Il problema è Alhaitham, giusto?"

Tighnari ha incrociato il suo sguardo e quasi si è permesso di arrossire, poi ha guardato altrove. "Non è questo, il punto, Kaveh."

"E allora chi? Io?"

"Be', se devo dirla tutta... Sarebbe più strano con te, forse. Ma in ogni caso non è una cosa che..."

"Ma possiamo provare." Gli ha posato una mano su una spalla, con la stessa aria romantica di prima. "Dammi una possibilità. Se fosse solo questione di prospettive, potremmo provare insieme."

"Piantala, sei inquietante" è stata la risposta, però Tighnari ha riso, un po', solo un pochino, e Kaveh lo ha visto, e ha capito che la cosa non era impossibile.

Bastava parlarne. Forse.

Almeno, poteva provare.


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