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Soltanto una serata insieme.

Se lo ripete in mente, quando Kaveh gli porge il bicchiere, e bevendo pensa che non dovrebbe, che l'alcool in quella circostanza finirà solo per portarlo a qualcosa di cui potrebbe pentirsi. Ma in effetti non è così, o almeno non dovrebbe. 

Se è con loro, è al sicuro.

O almeno spera.

Dunque lascia che il liquido scorra, che gli permetta di ridere più facilmente.

"E ti ricordi le ore di meditazione?" dice Alhaitham, e Cyno annuisce di rimando. Certo che ricorda. "Il professore era davvero un idiota."

No. A lui piaceva.

Ma forse lui e Alhaitham hanno gusti diversi.

Beve ancora.

"Meditazione..." dice Tighnari, come riflettendo. "Non vale, studiavate davvero in questo modo? Io dovevo divorare volumi pesantissimi di biologia!"

"Pensa io" dice Kaveh. "Si vantano tanto dei loro Darshan, e poi studiano meditazione."

"Credi sia facile?" gli domanda Alhaitham. Kaveh si siede su un bracciolo del divano, accanto a lui, con il calice pieno di vino fra le dita.

Il vino è pesante. Più impegnativo della birra. Gli sta già dando alla testa.

Tighnari gli prende una mano, con il suo tocco lieve, e Cyno lo guarda. Annuisce, per rassicurarlo. Tighnari gli sfiora i capelli, perché di sicuro sa, immagina che si senta un po' confuso.

Tighnari, invece, è già sicuro. Già tranquillo.

Se lui si fida, allora dovrebbe rilassarsi. Sono al sicuro, entrambi.

"Be', ti assicuro che meditare è più facile rispetto a progettare un edificio."

"Questo lo dici tu. Provaci."

"Sei serio? Prova tu a progettare, allora."

"Cosa c'entra, Kaveh. Io non ho mai studiato Architettura."

"Eh, appunto. Chiediti come mai chiunque può meditare, mentre solo chi studia per anni può fare l'architetto."

"Sai che non studiavamo solo meditando, giusto?"

"Sai praticare esorcismi?" chiede Cyno. Forse, con un tono troppo da sfida. Se ne pente un po', subito dopo, perché probabilmente quello è una specie di preludio per loro quattro, e dovrebbe essere... mah? Romantico? Qualcosa del genere? Allora forse si aspettano che lui sia dolce, oppure no, oppure forse sta già sbagliando del tutto. 

Kaveh agita una mano nello spazio fra loro, scocciato per finta. "D'accordo, non insisto. Hai vinto."

"Fa paura" dice Tighnari. Lo guardano tutti e tre. "Quando si occupa di quelle cose..." Si stringe nelle spalle. "Sono felice di non averlo studiato anche io, a dire il vero."

Alhaitham sorride, uno sbuffo divertito. "Sarebbe interessante vederlo" dice.

No, non lo sarebbe. Cyno prende un altro sorso, e non sa se vuol reagire, a quel commento. Non è divertente. Collei poteva morirne. Lui poteva ucciderla per sbaglio. No, non è stato interessante per niente.

"Penso sia una responsabilità enorme" dice Kaveh. "In effetti, preferisco i miei palazzi e i calcoli."

"Nessuno sarebbe più capace di Cyno, su qualcosa di così delicato" dice Tighnari.

"Già." Kaveh torna a bere. "Ti immagini, se dovessi farlo io? Saremmo fottuti."

Alhaitham ride piano. "Il mantello ti donerebbe, però."

"Posso metterlo lo stesso, se vuoi."

"Perché no."

"Ma quello di Cyno sarebbe un po' corto, per me."

"Possiamo comprarne un altro."

Un dialogo fra di loro, come amanti. In genere, non li ha mai visti così. Nonostante non sia nulla di intimo, Alhaitham e Kaveh non mostrano mai quel lato a nessuno. Invece, adesso.

"Tutto ok?" chiede Tighnari.

"Certo." Cyno si affretta a finire l'ultimo sorso dal calice, per dimostrare che può reggere benissimo, nonostante sia il più basso. Nessun problema. Il suo corpo è perfettamente in grado di farcela. 

Potrebbe farcela sempre, in qualsiasi circostanza.

Non sa come mai lo sta pensando, ma è così. Deve esserlo.

Oh. Forse il vino sta facendo effetto.

"Restate qui a dormire, no?" chiede Kaveh.

A quella domanda, Cyno in un certo senso si arrende. Guarda Nari, che gli sorride, e vorrebbe domandargli se ne è sicuro, se va tutto bene, se può crederci senza temere le conseguenze. Tighnari risponde per lui, senza attendere.

"Sì, è meglio. Se c'è posto."

"Ce n'è di sicuro" dice Alhaitham.

"Ci sono due stanze." Kaveh indica la direzione delle porte. "Ormai dormiamo insieme, e se volete potremmo... L'altro letto, comunque, è pronto. In caso chiunque di noi voglia usarlo."

"Vuoi che dormiamo tutti e quattro su un unico letto?" gli chiede Tighnari, quasi ridendo. "Ci entriamo?"

"Non occupate molto spazio" dice Alhaitham. "Se volete, certo, ci stiamo."

Non comprende bene se sia un eufemismo. Se prepararsi a qualcosa di strano, o se la cosa rimarrà soltanto l'azione che considera più intima al mondo. Quando ha iniziato a condividere il letto con Nari, non stavano insieme; non aveva nemmeno pensato che sarebbe mai successo. Era solo... perché voleva averlo accanto.

"Sei sicuro?" gli chiede, ora.

"Ti va?"

"A te?"

Tighnari gli accarezza il viso, forse per rassicurarlo. "Sì, a me sì. Ma non devi adeguarti."

"No, va bene."

Forse. 

Solleva lo sguardo verso quei due, che intanto li stanno fissando. Cyno si sente un po' come un ragazzino, con tutti che lo aspettano, come se fosse l'unico ad avere un briciolo di pudore, ormai, lì in mezzo.

"Insomma, è... strano" dice.

Kaveh annuisce. "Nessuno deve fare qualcosa che non vuol fare."

"Non ho detto che non voglio."

"Non è una sfida, Cyno. Fai quel che ti va, ok?"

Che noia. Si alza, le mani sui fianchi. "Mi va, mi va."

Barcolla, un po'. Spera non si noti troppo. Kaveh fa una risatina, poi lo solleva, come se non pesasse nulla.

"Ti proteggo io, non preoccuparti" dice.

Ride ancora, poi, mentre lo conduce sul letto e lo posa piano, e sa vagamente di vaniglia, e non gli era mai stato così vicino.

Decisamente strano.



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