Quello che non posso dire

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MADISON

Mi sveglio con un peso addosso. Per un attimo, penso che sia solo un sogno strano, che quella pressione calda intorno alla mia vita non sia reale. Ma poi apro gli occhi, e la realtà mi colpisce come un treno in corsa.

Sono in una stanza che non riconosco, avvolta da una maglietta larga – che di sicuro non è mia – e c'è un braccio intorno ai miei fianchi. Abbasso lo sguardo, il cuore che comincia a martellare.

Jake.

O cazzo

È steso accanto a me, il viso rilassato nel sonno, i capelli disordinati e il corpo scoperto tranne che per un paio di boxer da cui sento un rigonfiamento premermi sulla natica, e quel braccio... quel braccio forte che mi tiene stretta come se fossi sua.

Forse lo sono sempre stata

"Cazzo," mormoro sottovoce, zittendo i miei pensieri.

Cerco di muovermi, di liberarmi, ma lui è troppo forte anche nel sonno. Provo a spingere il suo braccio, ma il movimento sembra svegliarlo. Mugugna qualcosa di incomprensibile, si sposta leggermente, ma invece di lasciarmi andare, mi tira ancora più vicina. Ora il mio corpo è praticamente incollato al suo, e sento il calore della sua pelle contro la mia.

"Jake," sussurro, cercando di non perdere la testa. "Jake, svegliati."

Finalmente, i suoi occhi si aprono. Sono verdi, confusi, e per un attimo sembrano innocenti. Ma poi quel sorriso pigro si fa strada sul suo viso.

"Buongiorno, principessa," mormora con la voce roca dal sonno.

La mia rabbia esplode. "Che cazzo ci faccio qui?"

Lui alza un sopracciglio, visibilmente divertito dalla mia reazione. "Sei nel mio letto. Mi sembra ovvio."

"Jake, non scherzare!" scatto, cercando di spingerlo via. "Perché sono qui? E perché sono vestita così?"

Jake sbadiglia, lasciandomi andare finalmente. Si mette seduto sul letto, i muscoli che si tendono sotto la pelle. "Eri un disastro ieri sera. Ti ho portata qui perché non eri in grado di badare a te stessa. "Ti sei lamentata tutta la notte perché il tuo vestito ti dava fastidio, quindi quando ti sei addormentata ti ho messo una mia maglietta"

O cazzo mi ha visto praticamente nuda

"E tu?" chiedo, indicando i suoi boxer, con la voce che mi trema leggermente

"Ho tolto i vestiti per dormire, come faccio sempre. Non pensare che mi interessi più di tanto."

Quelle parole mi colpiscono come uno schiaffo. Non so cosa mi aspettassi, forse un minimo di preoccupazione, ma invece lui sembra completamente indifferente.

"Non potevi lasciarmi da qualche altra parte?" ribatto, incrociando le braccia per coprire i capezzoli che si intravedono dalla mia maglietta troppo grande. "Non dovevi portarmi qui."

Jake ridacchia, ma c'è un'ombra nei suoi occhi. "Sì, certo, dovevo lasciarti svenuta per strada. Avrei dovuto fregarmene, giusto? Come se fosse possibile."

La sua voce è sarcastica, ma c'è qualcosa di più sotto la superficie. Lo ignoro, troppo arrabbiata per cercare di capirlo.

"Non avevi il diritto di portarmi qui," insisto, il tono più forte.

Jake si alza dal letto, passandosi una mano tra i capelli spettinati. La sua altezza e la sua presenza mi fanno sentire ancora più piccola di quanto già mi sento. "Non avevo il diritto?" ripete, la voce carica di ironia. "Certo, principessa. La prossima volta ti lascerò da sola, visto che ci tieni tanto."

Shadows of UsWhere stories live. Discover now