SOPHIENon sono mai stata una persona paziente, soprattutto quando si tratta di qualcuno che amo. Madison è chiusa nella sua stanza ormai da ore, e la sua porta sembra un muro che non riesco ad abbattere. Non risponde, ma so che è lì. È come se potessi sentire il peso del suo dolore, e ogni minuto che passa senza sapere cosa le sia successo mi consuma.
"Madison, ti prego... apri," dico per l'ennesima volta, con la voce più calma possibile, anche se dentro di me c'è un turbine di ansia.
Dall'altra parte, silenzio. Non un rumore, non un segno. Ma so che sta male. Lo sento, e so che è sola.
Mi siedo per terra, appoggiandomi alla porta, con le ginocchia raccolte al petto. "Non so cosa ti sia successo, Maddie, ma non puoi affrontarlo da sola. Sono qui, ok? Sempre."
Il tempo passa lentamente, ogni secondo sembra un'eternità. Continuo a parlare con lei, sussurrando parole di conforto, sperando che le arrivino, che riescano a bucare quel muro invisibile che ha alzato.
Poi sento un rumore. La maniglia della porta si muove lentamente, e io balzo in piedi. La porta si apre appena, e Madison appare sulla soglia. Appena la vedo, il mio cuore si spezza.
I suoi occhi sono gonfi e rossi, il mascara le righeggia sulle guance in linee scure e sbavate. Indossa una maglietta enorme, e subito capisco che non è sua. Non mi serve essere un genio per capire di chi sia.
"Madison..." mormoro, avvicinandomi piano.
Lei non dice nulla, ma i suoi occhi si riempiono di lacrime, e il mio istinto prende il sopravvento. La tiro verso di me, stringendola forte. Non mi importa cosa sia successo, voglio solo che sappia che non è sola.
"Che diavolo è successo?" chiedo, la voce carica di preoccupazione.
Lei scoppia a piangere, e ogni singhiozzo mi fa venire voglia di prendere a pugni chiunque l'abbia ridotta così. La porto dentro, richiudo la porta, e la faccio sedere sul letto.
"Parlami, Maddie. Non posso aiutarti se non so cosa sta succedendo."
Lei si asciuga il viso con il dorso della mano, ma le lacrime continuano a scorrere. Prende un respiro profondo, e inizia a parlare.
Mi racconta tutto, pezzo per pezzo. Di come si è svegliata nel letto di Jake, di come lui l'ha tenuta stretta, di come l'ha chiamata principessa. Poi di come tutto si è spezzato quando lui l'ha respinta, dicendo cose orribili.
Ogni parola è una pugnalata. Non riesco a credere che Jake possa essere stato così crudele con lei.
"Non capisco," le dico quando finisce. "Ti piace, vero?"
Lei scuote la testa, ma so che sta mentendo. "Non posso piacermi qualcuno come lui. Non dopo tutto quello che ha fatto."
"Madison..." Sospiro, cercando le parole giuste. "Non devi avere tutte le risposte adesso. Ma non lasciare che il suo comportamento ti faccia sentire meno di quello che sei. Sei forte, e io sono qui. Sempre."
La stringo a me mentre lei singhiozza contro la mia spalla. Dopo un po', il suo respiro si calma, e mi sorride debolmente.
"Grazie, Sophie," mormora.
"Non devi nemmeno dirlo," rispondo. "Ora però ti consiglio una doccia e magari un po' di sonno. Ti farà bene."
Madison annuisce, e mentre lei si dirige verso il bagno, io le preparo una tazza di tè. Voglio che si senta al sicuro, anche se so che non sarà semplice.
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Più tardi, mentre Madison si riposa, il mio telefono vibra. È Ethan.
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Shadows of Us
RomanceMadison, una ragazza di 17 anni, ha sempre vissuto una vita tranquilla a New York, lontana dalle luci della ribalta e dai drammi tipici delle sue coetanee. È una ragazza introversa, che preferisce leggere a casa piuttosto che uscire con gli amici o...