Oggi c'era la prima gara di surf del semestre, ed era impossibile non avvertire l'eccitazione che vibrava nell'aria. Tutto il campus sembrava essersi trasferito in spiaggia per l'occasione. Studenti, professori, perfino quelli che solitamente non si interessavano a nulla sembravano incuriositi dall'evento.
Io e Sol ci incamminammo insieme, con lei che mi parlava entusiasta del fatto che finalmente JJ fosse tornato in acqua dopo settimane di divieto. Il pensiero di vederlo surfare mi metteva addosso un misto di nervosismo e curiosità che non riuscivo a spiegare.
Ci sedemmo su una zona libera della spiaggia, con il sole che scaldava la sabbia sotto di noi. Sol si tolse i sandali e incrociò le gambe, fissando il mare con un sorriso sognante. Io, invece, cercavo di tenere lo sguardo altrove, ma ogni volta finivo per tornare a scrutare le onde, aspettando di vedere lui.
E quando finalmente lo vidi entrare in acqua, un fremito mi percorse la schiena. Era impossibile ignorarlo, la sua figura si muoveva con una sicurezza che faceva sembrare tutto semplice. La tavola sembrava un'estensione del suo corpo, come se fosse nato per cavalcare le onde.
Sol mi diede una gomitata leggera. «Sta a vedere che si prende un altro trofeo oggi. È davvero un fenomeno.»
Annuii, cercando di sembrare indifferente. «Già... è bravo.»
Ma dentro di me c'era un tumulto che non riuscivo a calmare. Non era solo la sua abilità, era il modo in cui sembrava appartenere a quell'elemento. L'acqua lo accoglieva, lo rispettava, mentre io non riuscivo nemmeno a capire come affrontare la corrente senza farmi trascinare via.
Sol mi lanciò uno sguardo curioso. «Amelie, tutto bene? Sei stranamente silenziosa.»
«Sì, tutto a posto.» Provai a sorridere, ma non ero sicura di esserci riuscita.
Mentre le onde continuavano a infrangersi e gli applausi della folla si facevano più intensi, mi resi conto di una cosa: per quanto cercassi di tenermi lontana da lui, JJ aveva un modo di insinuarsi nella mia mente senza nemmeno provarci. E oggi, con tutto il campus come spettatore, non c'era modo di sfuggirgli.
Il tempo sembrava scorrere a rilento mentre JJ si preparava per la sua corsa successiva. La competizione era serrata, ma lui sembrava completamente padrone della situazione, come se fosse lì solo per dimostrare a tutti quanto fosse bravo.
Sol continuava a commentare entusiasta ogni mossa, mentre io cercavo di nascondere il mio nervosismo dietro un'apparente tranquillità. Ma quando JJ si alzò sulla tavola per affrontare un'onda particolarmente imponente, il mio respiro si fermò per un istante.
Era perfetto. Il modo in cui si muoveva, il controllo assoluto che aveva su ogni movimento... era ipnotico. E, mentre cavalcava l'onda con una precisione impeccabile, non potei fare a meno di pensare che quello era il suo vero mondo, un posto dove nessuno poteva raggiungerlo, nemmeno io.
«Oh mio Dio!» esclamò Sol, battendo le mani. «Hai visto che roba? È assurdo!»
Annuii distrattamente, il cuore che batteva forte. Quando JJ tornò a riva, con l'acqua che gli scivolava sulla pelle abbronzata e i capelli arruffati dal sale, la folla esplose in un applauso. Lui si tolse il laccio dalla caviglia e si girò verso il pubblico, accennando un sorriso sicuro, ma il suo sguardo si fermò per un istante proprio su di me.
Mi sentii paralizzata. Era stato solo un secondo, forse nemmeno quello, ma era sufficiente per farmi venire i brividi. Distolsi lo sguardo in fretta, fingendo di non aver notato, mentre Sol mi lanciava un'occhiata curiosa.
«Amelie... hai visto? Ti ha guardato. Voglio dire, proprio te.»
«Non dire sciocchezze,» borbottai, cercando di minimizzare.
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ευνοία
RomanceChi lotta contro i mostri deve fare attenzione a non diventare lui stesso un mostro.