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Apro gli occhi e vedo Brooke davanti alla tv con una tazza di tè in mano.
«Buongiorno»
«Giorno» saluto con la voce impastata dal sonno.
Abbiamo dormito raggomitolate sul divano e sono tutta indolenzita, fantastico.
«Ho fatto il tè se vuoi.»
Faccio una smorfia «Ah già, tu bevi sempre quello schifo, io amo il caffè e lo sai»
«Ahahaha giusto! Ascolta possiamo non parlare della cosa di ieri?»
È diventata improvvisamente seria.
«Certo tranquilla.» le assicuro «Ah ieri notte ho mandato una richiesta per un'auto...»
«Davvero?» sorseggia il tè «Quale?»
«BMW...il problema sono i soldi ma ho mandato una email al moroso di mia madre per chiedergli un bonifico, ho ancora qualche risparmio di quando lavoravo al bar per pagare l'università che alla fine mi ha pagato lui»
«Mmm...ti va di andare a fare un giro oggi? Sai non ho mai visitato Seattle»
«Sii! Ok allora prepariamoci e usciamo. Qui piove sempre quindi vestiti pesante»
«Si va bene, mi faccio una doccia»
Mi infilo velocemente in doccia apprezzando il calore dell'acqua bollente. Cerco qualcosa da indossare, e ora che ci penso è da un po' che non faccio compere. Alla fine opto per un paio di jeans neri aderenti, camicetta bianca e giacca con le spalline.

Mentre scendo le scale vedo Brooke seduta sul divano mentre si allaccia le Nike nere, come sempre è bellissima con dei jeans strappati e una felpa pesante.
«Sono pronta!» sorrido a la ragazza che ha attraversato l'oceano per venire da me.
Usciamo nella fredda giornata autunnale e ci dirigiamo verso il centro della città.
«Stavo pensando di rimanere in America...» Brooke inizia a giocherellare con i capelli «Sai giù a Londra sento di non essere a casa mia, sono fuori posto e potrei frequentare i corsi qui...sarei più vicina a te e ai miei»
«Brooke! Stai scherzando? Hai lavorato un sacco per ottenere quel posto, non puoi abbandonare tutto così perché io ho dei problemi.» scuoto la testa
«Se stai male d'accordo, ma non rovinarti il futuro per me, non ne vale la pena e lo sai. Piuttosto vedrò se riesco a venire a trovarti ogni tanto» so perfettamente che non me lo posso permettere e lo sa anche lei.
«Non è vero, Kelly non puoi» già mi conosce troppo bene.
«Mmm...» mi lamento facendo una smorfia.
«Ti va se facciamo colazione? A casa non avevi niente» sorrido e annuisco.
Ci sediamo in un bar francese e ordiniamo.
«Potremmo andare in un locale sta sera» dice Brooke addentando la sua brioche alla crema.
«Non ho documenti falsi per entrare scema» ricordandole che a differenza di Londra qui bisogna avere minimo ventuno anni per entrare nei locali.
«Io si, e ne ho uno anche per te. A Londra ho parecchie conoscenze» fa un sorrisetto furbo.
«Ahh se ci beccano! Non ho mai usato un documento falso Brooke!» mi lamento
«Che palle, non succede niente Kelly»
«Va bene andiamo! Ma devo comprarmi dei vestiti»
«Assolutamente!» lascia dieci dollari sul tavolo e mi trascina per negozi.
Entra subito in uno di quelli troppo costosi per me.
«Brooke qui non mi posso permettere nulla» le sussurro osservando un paio di scarpe bellissime.
«Sisi tranquilla»
«No non ci pensare nemmeno a pagare tu!»
«Oddio provatele» ignorando ciò che gli dico solleva le scarpe che avevo appena visto e controlla la taglia che casualmente è la mia.
«Cazzo Kelly, queste scarpe sono...wow»
Giro il cartellino rivelando il prezzo di trecento dollari.
«Merda me le devo togliere subito. Ho un budget di trecento dollari non posso comprare solo scarpe.»
La mia amica senza ascoltarmi trova una borsetta abbinata ed inizia a saltellare per il negozio soddisfatta.
Dopo mezz'ora si dirige alla cassa sorridendo e ammiccando al ragazzo giovane che cerca di non fissarla.
«Allora ho le tre paia di scarpe e le due borse.»
Tira fuori una luccicante carta di credito e la passa al ragazzo.

«Ti devo settecento dollari ora, fantastico» brontolo uscendo da negozio.
«No, sono io che ho insistito quindi smettila ok?»
Dopo un'altra mezz'ora abbiamo comprato due vestiti per uscire sta sera e i soldi di due mesi li ho spesi in un'ora, devo trovarmi un lavoro.
«Stavo pensando di cercarmi un lavoro, sai...»
«Ferma!» sibila Brooke e mi trascina velocemente dentro ad un vicolo poco affollato.
«Che cazzo?» brontolo
«È lui! Josh è davanti ad un negozio più avanti sta ferma» mi si raggela il sangue ed inizio a tremare.
«O vuoi parlargli? Perché se ti va lo affrontiamo insieme»
Mi mordo il labbro inferiore in preda al panico, è spuntato fuori dal nulla.
«Si, lo devo affrontare. Meglio con te che da sola.» Brooke mi stringe una mano e mi guarda dritta negli occhi per cercare conferma.
Senza aggiungere altro torniamo velocemente sulla via principale e vado incontro al mio incubo. Al mio mondo. Al mio destino.
«Kelly» la sua voce sicura a e profonda mi fa venire i brividi mentre alzo la testa che non mi ero accorda di aver abbassato.
«Brooke, wow quanto tempo» guarda la mia migliore amica che con uno sguardo lo congela.
«Kelly io...Non ho scuse»
«No non ce ne hai razza di stronzo» scatta Brooke ed alcuni passanti iniziano a fissarci.
«Tranquilla» le sussurro, facendo un gesto a Josh perché continui le sue 'scuse'
«Possiamo parlare da un'altra parte?» chiede giocando distrattamente con le dite sulla giacca.
«Ah e dove? Nella tana di cocaina che ti sei costruito? Certo!» Brooke scatta di nuovo
«Brooke ti prego» mi fa un segno di scuse anche se so perfettamente che non è dispiaciuta.
«Eh si suppongo» dico. 
Ci invita a seguirlo in uno dei vicoli che dopo due minuti porta in uno dei parchi della città. Mi siedo su una panchina con Josh mentre Brooke in una un po' più lontana per darci privacy ma allo stesso tempo tenermi d'occhio.
«Quando sei...scappata quella sera il mio mondo è crollato Kelly» inizia a parlare senza guardarmi, fissando disinteressato una foglia che spinta dal vento rimane a danzare in aria.
«Si può sembrare patetico dato che negli ultimi anni avevo iniziato trattarti di merda ma tu non sai quanto tenessi a te e vederti scappare da me mi ha fatto morire.
Ho scoperto la droga solo due mesi dopo. All'inizio era solo durante le feste e poi un'abitudine. Sai credevo che non saresti stata via molto ma non vedendoti tornare...» stringe un pugno «Poi una donna è venuta a vedere la tua casa e sono andata lì a chiedere perché... Mi ha detto che stavate vendendo allora ho dato letteralmente di matto ho iniziato a fare più casino di prima facendo risse.» manda giù la saliva e si stuzzica il labbro screpolato per il freddo.
Non mi ha detto tutto. Lo so, lo vedo, lo conosco.
Maledizione. Si è aperto abbastanza con me ma non è tutto.
«Mi hai reso famosa a scuola...mi hanno detto».
«Mmm...» Sbuffa leggermente per niente divertito.
«L'altro giorno, quando sono diventato aggressivo, non mi succede spesso giuro ma...»
È incerto non me lo vuole dire glielo leggo negli occhi. Ma se vuole essere perdonato da me dovrà sforzarsi di tornare il ragazzo che conoscevo.
«Josh devi fidarti, lo sai che è l'unico modo per riavermi. Fidati di me, ti conosco maledizione. Meglio di me stessa e anche se per due anni siamo stati divisi.»
Mi guarda dritto negli occhi. Senza agitazione, senza paura, senza sentimenti.
«Dimmi che sei cambiato ma non è la persona che vuoi essere.»
«Ma è questo ciò che sono ora, da quando te ne sei andata» dice alzando le mani indicandosi.
«Questo sono io, un totale casino anche a causa tua Kelly. Sei tu quella che se ne è andata. Quella che è fuggita appena sono venuti di mezzo i sentimenti. Quella che aveva paura eri tu.» mi guarda severo «Hai paura di me»
Mi affretto ad aprire la bocca ma non esce nulla. 
«Già hai paura di me» si alza e con passo sicuro si dirige all'uscita del parco lasciandomi sulla panchina con la bocca aperta e per l'ennesima volta il cuore spezzato.

<<mine story>>

Per sempre, scusa IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora