Capitolo 12.

996 89 2
                                    

Giorgio.

Io giuro che non lo capisco quel ragazzo, cazzo. Non so come comportarmi con lui, è strano, allontana tutti e soprattutto è lunatico. Usa il suo sarcasmo come protezione, fa credere a tutti che tutto gli vada bene, ma non è così, a me non mi fotte. Io lo so che ha bisogno di un sostegno, e io ci sono per lui. Lo seguii, improvvisamente iniziò a piovere ma io lo seguii lo stesso, era disperato, lo vedevo bene che era disperato, non lo vedevo quasi più, ma ad un certo punto si fermò, aveva capito che lo stavo seguendo

"Che cazzo di rumore fai porco dio"
"..."
"So che sei dietro di me, brò, sinceramente, dedicati ad altro, che a pedinare le persone sei una merda."
"Ho capito."
"Cazzo, non ti offendi vero? Dovresti provare i veri insulti. Gli occhi che ti fissano e le persone che ridono di te, di te stesso, dovresti provarlo. Ma ovviamente a te va tutto bene, c'hai na ragazza che ti sostiene, amici, e una bella famiglia, quindi tu cazzo ne sai?"
"..."
"Oggi hai perso la parola?"

La pioggia stava aumentando, ma lo sentivo lo stesso, sentivo Giulio singhiozzare, sapevo che stava piangendo. Mi avvicinai a lui, lo abbracciai, lo feci per la seconda volta, ma questa fu una specie di promessa, da oggi io ci sarei stato per lui e lui per me, come fratelli di sangue.

Mostro e LowlowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora