Capitolo 14.

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Giorgio.

Era divertente stare con i frà, ci si diverte un casino. Dovevo andare a risolvere con Giulio, un'altra volta, non sono il massimo nelle scuse ma ci provo. Erano già le 23:30 dovevo muovermi, metto una maglietta a caso, skinny e vans e scendo. Oggi non mi va per niente di stare tra la gente, era già uno sforzi scendere, per me erano già le mie scuse. Odio gli sguardi della gente, mi viene da vomitare pensando a loro, mi fanno schifo, mi fanno schifo le persone che ti giudicano soltanto e che ti fissano in modo orribile, dio che odio. Sono arrivato a casa di Giulio, durante il tragitto non ho manco pensato a cosa dire, messo bene. Non volevo suonare, svegliare mezza famiglia a mezzanotte non era il massimo, e poi la sua famiglia non mi conosceva manco. Gli ho inviato un messaggio, ora devo solo aspettare e sperare in vano in una qualche scesa divina. È sceso, mh, figo.

"Ciao Giù."
"Ma sai che cazzo di ore sono vero?"
"Si, ma tanto lo so che non dormivi."
"Già questo è vero, beh, che vuoi?"
"Scusarmi per l'altro giorno, mh, non so cosa ho fatto, ma ti ha dato fastidio credo, quindi scusa."
"No, scusa, sono io, ogni tanto mi prendono i cinque minuti, e boh, scatto"
"Quindi è tutto sistemato?"
"Non è mai successo niente qui si."
"Allora torno a casa, ho sonno, bella bró"
"Ciao Giò"

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