Capitolo 15

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EMMA

Sono le nove passate, la luna si riflette sulla grande finestra dello studio facendo luce ai miei pensieri più profondi. Il comportamento di Mattia oggi mi ha lasciata spiazzata, come devo comportarmi con lui? Questo ancora non sono riuscita a capirlo. Forse dovrei semplicemente lasciar andare tutto e prendere le cose per quelle che sono, la verità però è che ogni volta che discutiamo mi incazzo troppo e la prendo davvero male. 

- Libera la testa Emma! - dico a voce alta. 

Improvvisamente il telefono squilla. Mi alzo frettolosamente dalla poltrona stupefatta di quanto recita il messaggio:

"Emma riesci a raggiungere la casetta dei bianchi? Mattia Briga ha chiesto un chiarimento."
Proviene dalla produzione. Scrivo una breve risposta e mi preparo ad uscire ancora incredula. 
Sicuramente avrà riflettutto su quanto avvenuto oggi e sicuramente avrà voglia di spiegare più a fondo le sue ragioni, da una parte ne sono entusiasta ma dall'altra temo di dover affrontare una nuova lite, e sinceramente ne sono stanca. 

BRIGA

Ho chiesto più di mezzora fa alla produzione di contattarla e ancora nessuno si è degnato di darmi una risposta. Spero abbia accettato, ma sicuramente sarà così. Lei odia lasciare le cose in sospeso, sarà disposta ad ascoltarmi, deve farlo. Mi sento terribilmente in colpa e questo deve saperlo. 
Mentre la mia testa scorge questi pensieri sento un rumore provenire dalla cucina. Qualcuno è entrato e si sta dirigendo verso la palestra. 

Attendo impaziente seduto sul divanetto e non schiodo lo sguardo dalla poltrona bianca situata dinanzi a me. 
La porta si apre di scatto, la vedo entrare, ha uno sguardo stanco e forse anche un po' curioso. 

D'istinto mi esce un sorriso dolce e lei se ne accorge. Mi fa un cenno con la mano, è abbastanza silenziosa, prende posizione e rimane a guardarmi. Prendo fiato e comincio a parlare.

-"Io ho un carattere di merda e questo lo so, lo sanno tutti. Però comunque non sono una persona con cui non si può intavolare una discussione o trovare un punto di incontro. Probabilmente i miei modi spesso non sono dei modi proprio morbidi. Io qua dentro spesso mi ritrovo a fare delle cose in più rispetto a una normale cover, a scrivere delle cose in più.. anche il fatto che io debba portare dei pezzi miei è una cosa bella da un certo punto di vista ma per altri versi è una difficoltà perchè i miei testi hanno una cosa come il triplo delle parole di una canzone pop. Mi sono fatto due conti rapidi l'altra volta e ho pensato che questa settimana ho "Schiena" dove ho scritto una strofa intera che dura due minuti e tra l'altro penso di aver scritto una delle più belle cose abbia scritto ultimamente quindi sono proprio felice di fare quella canzone con te. Nel momento in cui c'è da fare una corale che per me è melodica e rappresenta comunque delle difficoltà, è un sovraccarico." - le dico cercando di essere più chiaro possibile. 
Ancora non smette di fissarmi, riesco a notare che dentro di se sta elaborando le mie parole una per una.. 
-"Tu, queste giustificazioni oneste e reali me le stai dando oggi." - risponde con tono morbido.

-"Tu hai ragione ma io non vorrei dai giustificazioni." - replico non appena termina la sua frase. 
-"E invece si perchè se tu mi dici le stesse cose come le stai dicendo adesso, io sto in silenzio e ti ascolto! Perchè invece quando io ho proposto delle cose tu hai sempre sbattuto, sbuffato, alzato gli occhi al cielo.. "- tuona lei cercando di imitare le mie movenze. 

Devo ammetterlo, mi fa sorridere. 

-"E io sono istintivo, sono impulsivo..e quella e la mia reazione di base. " - cerco di spiegarle. 
-"Ho capito ma Mattia.. un giorno, due giorni.. poi arriviamo agli scontri così che a una certa non è che sbatto la porta perchè ho rancore nei tuoi confronti o perchè mi rode, o perchè sono una tiranna.."- dice lei ma non la lascio terminare.

-"Perchè sei satura"- la interrompo e lei annuisce.
-"Se io non avessi preso una decisione così estrema, tu non saresti arrivato a parlarmi in questi termini perchè è la prima volta che ci stiamo parlando da persone decenti."- dice guardandomi fisso negli occhi. 

Penso che abbia la ragione più assoluta, è stato un passo che ha scatenato una serie di cose dentro di me e oggi finalmente posso dire di essere riuscito a sbloccarmi davvero. Metto da parte i pensieri e mi accingo a risponderle.

-"Tu puoi assolutamente fidarti di me per quello che deve essere fatto in puntata. Per quanto riguarda questa di puntata, che cosa devo fare? Io faccio tutto quello che mi dici tu, purchè sia chiaro che tu con me puoi sempre trovare un punto di incontro perchè io posso dare una mano per quella che è la mia riuscita." - le dico annaspando un po'. 

Comincia a scuotere la testa. 
-"Io ti dico quello che tu puoi fare se mi dai la possibilità almeno di varcare la soglia della saletta e di provare perchè io non sono il mago Otelma. Se non ti sento lavorare sui brani, non ti posso dire quello che questo va bene e quello non va bene." - replica. 
-"Io questa settimana ho sovraccaricato Emma!"- le dico alzando il tono. 

-"Tu non mi dai nemmeno questa possibilità a volte. Perchè sbam! Io adesso ho capito qual è il tuo problema. Tu vai in ansia e quindi diventi così - fa il gesto dei paraocchi - e ogni cosa che ti viene proposta e non sai nemmeno come ti viene, se lo conosci, se può essere una svolta artistica, tu parti così. Questo è il problema ed io come entro, non lasci neanche le finestre aperte, chiudi proprio le porte, tutto! Se tu non mi lasci una finestra, io da quale parte entro dentro di te per farti capire.. per capirti, non per farti capire. Io oggi ti sto capendo. Oggi. Ho ragione?"- chiede. 

-"Si.. "- dico accennando un sorriso.

Si lancia indietro appoggiando la schiena alla poltrona.

-"Per me è come se mi avessi chiesto scusa in questo momento.." - dice annaspando qualche parola.

-"Io te chiedo scusa eh. Io te chiedo proprio scusa!"- rispondo gesticolando con le mani.

Riesco a notare sul suo viso quell'espressione soddisfatta.
-"Benissimo. Il fatto che tu mi stia dando ragione per me vale più che chiedermi scusa. Perchè almeno hai capito. Da oggi un po' abbiamo messo le basi per lavorare, perchè  noi lo faremo sempre di più. Io voglio fare le bombe alla fine, voglio proprio far scoppiare le bombe. Per farlo, vuol dire che io domani mattina sono di nuovo qua, ci prendiamo tutti per mano, entriamo in saletta e lavoriamo da professionisti."- termina il discorso in bellezza. 

Ci sorridiamo a vicenda alzandoci in contemporanea. 

La raggiungo chiedendole nuovamente scusa e stringendola in un abbraccio. Ha un profumo dolce e delicato, si lascia stringere per qualche secondo, le schiocco un bacio sulla guancia. 

-"Ci vediamo domani"- mi sussurra.

La accompagno alla porta con il braccio poggiato ancora intorno alla sua spalla.


Se Guardi Abbiamo Le Stesse MolecoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora