Capitolo 7

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BRIGA


Ore 16.

L'allenamento di oggi è stato inutile, l'incontro è servito solamente per discutere e non ne vado molto fiero. È la prima volta che vedo Emma così incazzata e tutto è successo per colpa mia, non ho pensato prima di agire e nemmeno prima di parlare. So che alcune volte riesco ad essere davvero presuntuoso e arrogante ma so anche che purtroppo o per fortuna è il mio carattere e su questo ho ancora molto da migliorare.

Sono sul divano ma l'aria qui dentro è pesante, decido di uscire in giardino a fumare una sigaretta. Prendo una sedia, la posiziono in modo che stia il più lontano possibile dalla porta della casetta e mi siedo. Do uno sguardo all'ora e mi accorgo che tra meno di venti minuti comincia la lezione con il nostro coach.

Cazzo - penso. - Chissà che effetto mi farà rivederla dopo ciò che è accaduto. Non so come comportarmi, se chiederle scusa o se fare finta di niente e vedere cosa succede. Tanto noi facciamo sempre così: litighiamo e poi sistemiamo le cose. -

Finisco la sigaretta, ritorno in casetta, chiamo Davide e mi preparo a raggiungere la saletta.


Ore 16.20

Apro la porta della sala prove, mi guardo intorno. Davide si precipita da Emma per salutarla, le mette una mano sulla spalla e avvicina la faccia alla sua. Lei sorride, è contenta di vederlo anche se sembra ancora parecchio scazzata per lo scontro durissimo di questo pomeriggio. Gira lo sguardo verso di me, mi accenna un saluto e torna alla sua postazione. Comincia a smanettare davanti allo schermo del pc, ci resta pochi minuti, poi si alza e ci raggiunge.

Come fa a fingere indifferenza? - penso.

Tiro fuori dalla borsa i fogli e provo a comunicarle l'idea che ho in testa, cerco di farlo nel modo più delicato possibile per rompere il ghiaccio.

- Ho pensato ad una cosa per il pezzo di presentazione della squadra - mi rivolgo a lei con tutta la calma di sto mondo.

Tiene le mani appoggiate ai fianchi, ha l'aria stanca.

- Per la corale - mi corregge.

- Si comunque include tutti quanti noi bene o male e io potrei scrivere una presentazione di ognuno di noi accostandoci ad un elemento. Tipo: a seconda delle caratteristiche che ognuno ha. Tu potresti essere un fulmine, io posso essere un tuono, Davide può essere la pioggia, Valentina può essere l'acqua.. - le parole mi escono a stento dalla bocca, non so se è paura di essere bloccato o se è solo la conseguenza di quanto accaduto tra noi due.

Emma annuisce con la testa.

- Si, hai carta bianca - risponde.

Continuo ad illustrarle la mia idea non curante del suo atteggiamento.

- Chi è un turbine tra di noi? Mi serve per l'assonanza delle parole - le domando.

Comincio a notare sulla sua faccia un accenno di sorriso, mi sento sollevato.

- Tu - risponde all'istante. - Come smuovi il culo tu nessuno. Se questo non è un turbine. - continua sorridendo.

Sorrido anche io e dopo pochi istanti le chiedo di mettere una foto su Instagram, lo so dovrei essere ancora arrabbiato con lei o perlomeno infastidito ma giuro che è più forte di me. Non riesco ad avercela con lei, non per più di poche ore.

Si siede vicino a me, guarda Davide.

- Questo mi manda al manicomio - gli dice sorridendo.

- Dai, instagramma.. mamma mia oh, quanto sei timida - le dico estasiato dal suo sorriso.

Fa cenno di no con il capo, abbassa lo sguardo.

- Non te lo meriti - dice guardandomi negli occhi.

Istintivamente comincia a figurarsi un enorme sorriso sulla mia faccia, sto in silenzio per un attimo e lei continua a guardarmi.

- Oggi ti prenderei a calci in culo per come ti sei comportato, non mi hai ancora chiesto scusa! - tuona lei.

Non le stacco gli occhi di dosso e quel sorriso ancora non va via.

- Ma io te vojo bene - rispondo.

- Non me ne frega niente - replica lei.

Abbasso lo sguardo, punto le mie mani.

- Va beh, dopo te do 'n bacetto - non so nemmeno perchè ho detto questa cosa.

- No, guarda te lo puoi tenere il bacetto bello! Impara il rispetto. Se mi si scioglie la lingua sono pesante eh. - dice alzando un po' i toni.

Ritorno a guardarla - Tu non te devi tenè, dimmele le cose. -

- Io te le dico e fai il cretino, alzi la voce cioè.. devi stare calmo. Io non lo faccio per me, lo faccio per te, così come lo faccio per Davide, per Vale e per gli altri. - mi dice facendosi seria.

È impossibile tenerle il muso quando mi guarda così.

- Vuoi fà pace? - le chiedo sorridendo.

Le si illumina il viso ma non è pronta a cedere.

- No - risponde secca. - Sei un idiota guarda.-

Eh si sono proprio un idiota quando mi blocco a guardarla in questo modo.


EMMA


È davvero un cretino, proprio non arriva a capire. Mi fa ridere però, questo non posso negarlo, a dire il vero lo dico sempre. Ha il potere di ridurre ad un sorriso tutta la mia tensione e il mio nervosismo.

Nel frattempo è arrivata Valentina e abbiamo provato. Sono stati bravi come al solito, stanno migliorando davvero tanto.

Mattia è in piedi di fronte a me, ci divide soltanto la tastiera, si è già messo il giubbotto e con il piede sinistro gioca con l'enorme cassa stereo, vedo che la fa ondeggiare. Ad un tratto si blocca e mi guarda.

- Emma, ma senti se me ritrovi a dormì me fai na carezza? Così me sveglio meglio. - mentre lo dice tutti i suoi muscoli del viso si distendono in un sorriso.

Di impulso mi viene da ridere ma cerco di rimanere seria.

- Per come mi hai risposto oggi ti meriti solo calci nel culo. - rispondo.

Si china verso di me e poggia le braccia sulla tastiera..

- Dai non ti arrabbiare - mi dice in tono soave.

No che non mi arrabbio, perchè dovrei? - penso.

- Guarda che sei tu che ti innervosisci, io sto solo facendo il mio lavoro - gli dico con un mezzo ghigno sulla bocca.

- Damme la mano - replica lui.

La mano? Vuoi la mano? A cosa ti serve la mia mano? Non ci penso neanche, chissà dove vuoi arrivare - penso.

Di getto mi esce un 'no' ma non ne sono poi tanto convinta.

Continua ad insistere - Come no? Damme la mano -.

- Cosa vuoi fare con la mia mano? - gli chiedo.

Senza ripensarci gliela porgo, la avvicina alla sua e delicatamente la porta fino alle sue labbra e ci stampa un bacio.

Rimango di sasso. Briga ti dovrei solamente insultare e invece ogni volta mi fai l'effetto contrario, è stato un gesto davvero carino. Arrossisco, è lecito arrossire arrivati a questo punto?




Se Guardi Abbiamo Le Stesse MolecoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora