Capitolo 20

541 31 3
                                    

EMMA

Esco dalla casetta dei ragazzi sbattendo la porta, forse ho esagerato ma non mi importa. Sono troppo delusa per pensare alle conseguenze, Mattia mi ha deluso. Dovevo aspettarmelo da un tipo come lui, comincio a pensare di essermi sbagliata sul suo conto.
Ma che stai dicendo Emma! - e questa volta è la voce nella mia testa ad avere la meglio. 
Non posso essermi sbagliata, è stato solo un diverbio, può capitare, ora mi devo calmare e far passare tutto in meno di un'ora. 
Raggiungo a passi decisi la macchina ma in realtà non ho voglia di guidare, non ho voglia di far nulla, solo di dormire e di dimenticare questa giornata.. 
Fosse così semplice cara mia! - ancora la voce nella mia testa - ci tieni troppo a quel ragazzo, per questo ti arrabbi così. 
Questa cosa ha dell'assurdo, tengo a Mattia? Certo, come tengo agli altri ragazzi, non è il caso di allarmarsi. O forse qualcosa in più c'è, forse... 
I miei pensieri vengono interrotti dal clacson di un grande camion bianco. Decido di rientrare nella scuola e aspettare l'orario stabilito. 

BRIGA

-"Vale, te stai a move? Daje che famo tardi e oggi proprio non è giornata. Già sta 'ncazzata Emma! Esci dal bagno per favore?" - dico a Valentina cercando di richiamare la sua attenzione. 

Comincio ad avviarmi verso il giardino, dopo pochi minuti la mia compagna mi raggiunge. 
In pochi istanti siamo nella scuola e poi in saletta. Emma non c'è ancora. 
- Menomale! - dico tra me e me. 
Improvvisamente la porta si apre. Parli del diavolo! 
È lei, non ci guarda nemmeno, entra con fare indifferente.. non le è passata ancora. Mi alzo di scatto da terra schiarendomi la voce. 
-"In attesa di Signora Lia senza i corni, il flauto di pan, l'ottavino e il resto proviamo la corale. "- dice liberando i capelli sulle spalle. 
Si tratta di "Without you" di David Guetta, una bella canzone. 
Comincio a cantare cercando di focalizzare l'attenzione solo sul pezzo ma non ci riesco, sento il suo sguardo freddo che non mi abbandona. È una sensazione spiacevole. 

-"Vabbè adesso l'abbiamo abbozzata un po' tutti quanti, quindi per il bene di quello che stiamo facendo anzi che state facendo, adesso per favore mentalmente, compresa me, buttiamo fuori tutto quello che non serve e ci concentriamo a fare questa canzone come l'abbiamo fatta ieri e non come la stiamo facendo oggi. Non fa bene a nessuno, ma soprattutto a voi. Quindi, concentrati, Mattia mi raccomando l'inizio.. non spingere perchè rischi di essere calante. Anche Valentina mi raccomando all'intonazione. Per te va bene?" - chiede rivolta a Valentina. 
Sulla faccia di Emma comincia a figurarsi un'espressione di stupore. 
-"No, non va bene perchè prima devo parlare sennò non canto bene. Mi dispiace per quello che hai visto, mi sento in colpa sia nei tuoi confronti che nei suoi perchè avessi detto a lui anche solo una parola "Briga fermati" o qualcosa del genere, tutto questo casino non sarebbe successo. Sono stata assolutamente stupida e volevo chiederti scusa, sia a lui che a te perchè comunque voler bene è anche a volte fermare chi non capisce le cose da solo. Adesso la merda se l'è presa tutta lui però sta di fatto che intorno c'era tutto un contorto che invece di aiutarlo lo ha messo nella condizione in cui alla fine ha torto lui, quindi questo mi dispiace. E niente volevo solo dirti questo. " - replica Valentina. 
Le sue parole stupiscono anche me, ho davvero apprezzato questo suo gesto. 
-"Quindi sulla base di questo adesso canti più libera." - risponde Emma girata verso lo schermo del Mac. 
-"No non è questo, nel senso a me viene mal di stomaco a vederti che stai male." - dice dolcemente la mia compagna.
Il viso di Emma cambia espressione, forse dovrei dire qualcosa anche io, scusarmi, cercare di far pace. Anche a me fa male vederla così. Prendo coraggio tirando un sospiro. 
-"Mi dispiace tantissimo che tu sia rimasta ferita da una cosa che è ricorrente nella mia vita."- le dico nervoso. 
Per un secondo tentenna, la sua espressione è ancora gelida. 
-"Per me finisce qua" - replica. 
Si gira nuovamente verso lo schermo e fa partire la base di Sei di mattina, il nostro duetto. 
"E abusi del fatto che sbando.. e quel sorriso messo come scudo.." 

Cantare un mio pezzo con lei mi emoziona tanto, sentire la sua voce che si amalgama con la mia è frutto di una strana energia tra noi, mi piace. 
-"Bellissima, non trovi?" - mi rivolgo a lei ancora con il microfono tra le mani. 
È ancora fredda, non riesce a guardarmi negli occhi. 
-"Si, devo ancora capire bene come intervenire ma in grandi linee sarò molto indietro. Farò giusto queste robe qua." - mi dice passandosi nervosamente la mano sui capelli. 

-"Beh, non è poco. Cioè gli dai proprio quel valore aggiunto, anche l'arrangiamento e non lo dico per cercare di rimediare a qualcosa ovviamente. Penso che sia una bellissima variante della canzone." - cerco di spiegarle. 
Mi appoggio al muro, continuo a cercare il suo sguardo ma, purtroppo, non è interessata a ricambiarlo. 



Se Guardi Abbiamo Le Stesse MolecoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora