"Wow , non credevo che i genitori di Josh avessero così tanti soldi." dissi scherzando alla cameriera.
Sorrise come per farmi un piacere. Era al dir poco turbata, anzi impaurita da quello che stava per dire ed io non capivo il perchè di tanto timore.
"Beh, signorina...I genitori del signor Hustins sono morti tanti anni fa, quando Josh era solo un bambino. Erano molto ricchi e il loro unico figlio ha ereditato tutto..." "Ehm...mi scusi la domanda ma come sono morti?"
"Ecco siamo arrivati..."
Non mi rispose. Finse che quella conversazione non fosse mai esistita.
Cautamente bussò ad una porta di legno, chiamò il ragazzo ma nessuno rispondeva. Allora la donna aprì dicendo che ero arrivata.
Quando ormai la porta era spalancata, vidi quell'enorme stanza buia. Entrava qualche raggio di sole dalla finestra ma stranamente continuava a essere così terrificante.
Entrai direttamente senza vedere se ci fosse o no Josh.
Subito notai una libreria tutta in legno ricca di libri di ogni tipo. C'erano anche CD, giornali, DVD. Passavo incantata accanto a questa marea di raccolte di storie che avrei voluto leggere ma poi mi resi conto che la cameriera se ne era andata già da un pezzo e che mi aveva lasciata da sola in quella camera lugubre. Di corsa andai verso la finestra per spostare le tende che offuscavano la luce. Finalmente ero più tranquilla, era molto meno tetro così.
Ma quando la stanza si illuminò, vidi qualcuno muoversi sotto le coperte di quell'enorme letto matrimoniale, ricoperto di cuscini bianchi e blu.
All'improvviso si iniziò a muovere più bruscamente quando poi notai che era Josh che si sgranchiva la schiena. "Josh! Ma che fai dormi?!" esclamai facendo un sospiro di sollievo.
"Non venivi più e ho deciso di fare un sonnelino."
Allora il ragazzo si alzò e dopo aver sbadigliato un paio di volte, si avvicinò alla porta.
"Josh, dove vai? Dobbiamo fare un progetto noi eh..."
"Vado a farmi una doccia. Tu inizia pure senza di me." e così dicendo se ne andò lasciandomi da sola. Aspettai e aspettai. Non sapevo cosa fare dopotutto non era casa mia e di certo non avrei fatto io il lavoro anche per lui.
Dopo un po' seduta su quella sedia, mi alzai e mi avvicinai ancora una volta a quella libreria. Andavo alla ricerca di un libro di astronomia così almeno avremmo facilitato il compito. Stranamente subito ne trovai uno. Lo afferrai e iniziai a sfogliarne le pagine. Molto dettagliato, spiegava tutto nei minimi particolari con raffigurazioni di foto o disegni per capire meglio il concetto. Appoggiata con la schiena sulla libreria man mano, leggevo tutto quello che attirava maggiormente la mia attenzione. "Ti avevo detto di iniziare il progetto, non di perder tempo leggendo un libro." Riconoscendo la voce di Josh, risposi sempre con gli occhi puntati sul libro. "Guarda che questo libro..." Alzai il volto per guardarlo negli occhi ma appena lo vidi, rimasi scioccata anzi no direi più sorpresa da quello che avevo davanti.
Il libro mi cadde dalle mani, cadendo rumorosamente sul pavimento.
Ero paralizzata alla vista del suo petto scolpito ancora leggermente bagnato. Tra le sue mani c'era un asciugamano bianco che passava tra i suoi capelli umidi. Non è che mi dispiaceva però ero imbarazzata, molto imbarazzata ad averlo avanti con solo un asciugamano arrotolato sui fianchi che per fortuna copriva quel poco di dignità che gli era rimasta.
"Non mi dire che così non sei al tuo agio. Non ti facevo così timida." disse ridacchiando mentre lentamente si avvicinava.
Perchè non riuscivo a dire nulla? Avrei già dovuto farlo vestire eppure quegli occhi magnetici mi bloccavano.
Si avvicinò sorridendo come se già avesse vinto. Posò la sua mano sul mio fianco destro e tentò di avvicinarsi sempre più.
Non potevo dargli questa soddisfazione. "Sono venuta qui per studiare, quindi se adesso ti dai una mossa, prima iniziamo, prima finiamo." dissi raccogliendo il libro da terra e andando verso la scrivania. Mi sedetti e Josh mi raggiunse, aggiungendo: "Come vuoi tu. Di certo ci saremo divertiti di più se seguivamo la mia idea." Portai gli occhi in cielo e iniziai a scrivere la tesi, senza fiatare.
Dopo circa un'oretta, finimmo il compito. Sorprendentemente, il ragazzo oltre ad avere dei bei bicipiti, era anche molto preparato, tanto che, suona strano dirlo, lavorò su quasi tutto il progetto. "Bene, abbiamo finito. Posso andarmene allora." dissi sollevata.
"Dai, già te ne vai? Fammi un po' compagnia...Questa casa è così grande e mi sento sempre tanto solo." scherzò lui, ma dopo tutto mi incuriosiva scoprire cos'altro avrebbe inventato. Rimanemmo dunque, ancora seduti di fronte a quella scrivania insieme a quel silenzio imbarazzante. "Senti," inziai a dire "lo so che non dovrei permettermi di dire certe cose ma ho saputo che i tuoi, beh..."
Cosa stavo dicendo? Perchè ho messo in mezzo quest'argomento?
"Si, sono morti." rispose lui disinvolto "Un'incidente automobilistico, qualcuno aveva staccato i freni, letteralmente. Peccato...adoravo giocare al meccanico con quell'auto." Stupefatta dalla sua risposta, iniziai ad allarmarmi. Non era molto normale il modo in cui sorrideva parlando di una tragedia simile.
"Sei venuta a piedi, non hai niente di cui aver paura, piccola."
Sentii la sua mano destra posarsi sulla mia coscia e il suo respiro caldo colpire il mio braccio. Non sapevo se era un pazzo o se si stava semplicemente prendendo gioco di me, ma comunque le cose stessero restavo lì senza battere ciglio.
Mi fissava dritto negli occhi in attesa di una qualunque risposta.
"Puoi dire ciò che vuoi ma non mi fai paura." dissi sfrontata, senza indugio, spostando violentemente la sua mano dalla mia gamba. "Dovresti averne invece."
Sul viso di Josh comparve un sorriso raccapricciante. Continuava a stare fermo a fissarmi, senza fare nulla. Voleva mettermi in difficoltà a tutti i costi, ma ero troppo orgogliosa per dargliela vinta. Improvvisamente il mio cellulare squillò. Mi alzai e andai verso il letto dove ci avevo poggiato la borsa.
Era Harry. "Esci immediatamente da quella casa!" disse arrabbiato, molto.
"Ehi, ma cosa ti prende?" "Ti ho detto che devi uscire da quella casa, ora." aggiunse sempre più arrabbiato.
Non volevo che diventasse ciò che non voleva essere, allora fui costretta a starlo a sentire.
"E' mia nonna...devo ritornare a casa subito, mi sono dimenticata che proprio oggi dovevo accompagnarla da zio Jack." mentii a Josh che tranquillo rispose: "Certo, corri, vai dalla tua nonnina. Ci vediamo a scuola, allora."
Non esitai neanche un minuto ad uscire da quell'inferno.
Attraversai il viale e vidi l'auto di Harry accostata ad un marciapiede.
Mi avvicinai ai finestrini ma non c'era nessuno.
Provai a chiamarlo ma niente, non rispondeva.
Restai ferma ad aspettarlo, finchè voltandomi, notai che sul prato c'era qualcosa. Lo presi e vidi che era il cellulare di Harry, l'unica differenza era che ormai era a pezzi.
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Demon
FanfictionEmy è una semplice ragazza che non ha mai avuto una vita come tutte le altre. Ciò che desidera più al mondo è solo un po' di tranquillità. Si ritroverà costretta a trasferirsi a Charlston City dove rincontrerà un ragazzo dai molti segreti. Troverà l...