Prologo.

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Non arriverà mai, e dico mai, quel giorno in cui il dolore sarà meno straziante della volta precedente in cui è arrivato, sempre impetuoso e talmente brusco, tanto da farti cadere in basso, sempre di più, di più, e di più..                        

La vita è solamente un accumularsi di sofferenze ed errori, una collezione infinita di cicatrici che ci siamo procurati e che ci hanno procurato, a cui si può non far caso, oppure che ci metteranno in ogni caso, in ogni situazione, a disagio con noi stessi e con gli altri. Non verranno mai cancellate, sono l'unica certezza che abbiamo, dopo la morte. Abbiamo la certezza che abbiamo sbagliato, orgoglio a parte, certamente, abbiamo anche la certezza che tutto ciò che ci portiamo dentro ci sta mangiando vivi, e pure in questo momento in cui le mie uniche amiche sono queste candide e bianche nuvole, sto male e ne sono pienamente consapevole.

E, per Dio, non venitemi assolutamente a dire che la vita è una tra le più belle avventure che mai affronteremo, perché no, non lo è affatto, e non lo sarà in nessun momento. Sono arrivata alla semplice conclusione che paradiso ed inferno sono reali, morte e vita sono tali.

Sono stata nel mio inferno, ora vivo in questo eterno, infinito paradiso.

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