Derek-2

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Non è rabbia,è irritazione,che è molto diverso. La rabbia la sfoghi,colpisci cose o urli al vento. L'irritazione è un parassita che si è annidato nel tuo ventre,nelle profondità del fegato,e ti mangia vivo,ti logora dall'interno. L'irritazione non ti porta a ferire l'origine del malessere,ti allontana da quel nucleo primordiale perchè non vuoi nemmemo averci dei contatti.
La sua amica si è precipitata nel letto,in mezzo a noi,e dovrebbe essere una cosa normale? Ho le guance che vanno a fuoco,potrebbe essere per il caldo o perchè quell'irritazione sta salendo a galla.
Se Mark non è un esperto di rose e fiori,di sicuro sa come non pensare a una ragazza. Sembra strano,ma ce ne sono state un paio con cui avrebbe voluto passare piú di una notte e che, paradossalmente,non volevano. Tra queste c'è la mia ex,ma a dirla tutta mi ha fatto un favore,mi ha dato una scusa per lasciarla.

Mark non risponde al citofono,e nemmeno al cellulare,dovrei usare la chiave di emergenza sotto lo zerbino solo per...per le emergenze, appunto, ma la uso lo stesso perchè se non risponde al primo colpo le possibilità sono due: o dorme e si sveglierà domani all'ora di pranzo, oppure si sta facendo la ragazza di turno e anche in questo caso ci metterebbe un po' a venire ad aprirmi la porta.
Entro e la prima cosa che sento è l'acqua della doccia,e vedo fumo caldo che esce dalla porta socchiusa del bagno. Un secondo dopo esce lui con un telo bianco attaccato alla vita,e un'evidente erezione che mi porta a confermare la mia seconda ipotesi.
«Se aspettavi un minuto di piú saremmo tutti piú felici,sai? Io sarei venuto,la ragazza di là anche e tu ti saresti rispiarmiato questo spettacolino.»
«Probabilmente è vero,ma non mi lascia scioccato vederti così. Anzi,non capisco la presenza del telo considerando che ti ho anche visto completamente nudo,sulla mia ex.»
«Sei un gran bastardo Derek, l'ho sempre detto.»
«Ne sono consapevole,ma non sono venuto qua per parlare di quel nostro squallido incontro.»
«Lo classificherei come il nostro peggior incontro,in effetti.»
«Già,ma comunque...come ti liberi la testa quando pensi a una?»
«Intendi Meredith Grey?»
«Come fai a sapere il suo cognome? Comunque,si.»
«Ho i miei informatori,che per pura casualità coincidono con la persona perfetta a cui chiedere,considerando che nel mio bagno c'è sua sorella.»
«Che? Ma...ma sei pazzo? Ti sei fatto sua sorella?»
«Beh,tu ti fai la grande e io la piccola Grey,che c'è di male? È sexy.»
Mentre parla esce dalla porta del bagno una ragazza alta quanto Meredith,con i capelli scuri e la pelle bianco latte,gli zigomi rossi perchè Mark le ha dato da fare,la coda scombinata. Ha gli occhi da cerbiatto. Devo ammetterlo,è sexy sul serio. Quando si accorge della mia presenza si sistema l'asciugamano che stava per cadere,e si scioglie i capelli trattenendoli da un lato con un fermaglio.
«Okay,è imbarazzante...comunque piacere,Lexie.»
«Il piacere è tutto mio.»
Ci fissiamo un attimo imbarazzati,io che la squadro dalla testa ai piedi e lei che gira gli occhi in tondo con fare colpevole. Dopo un paio di minuti ha il buon senso di andarsene nella stanza di Mark.
«Ehi non guardarmi male,hai iniziato tu a scoparti quella famiglia.»

Abbiamo parlato di Meredith, e ovviamente Mark mi ha consigliato di starle il piú lontano possibile fin quando questa strana cosa non mi sarà passata. Ovviamente,come a me, anche a lui sembra inconcepibile un attaccamento così dopo un paio di giorni. Sembra ancora piú strano che dobbiamo venire interrotti dalla sua migliore amica. Non penso che gliela perdonerò facilmente, se mai ci rivedremo.
Cammino verso non so dove, perchè non mi va di andare a casa mia,da solo. Io e Mark abbiamo iniziato a vivere separati quando il numero delle ragazze che si è portato a casa mentre ero presente ha compreso la mia ex. E non perchè mi desse fastidio piú di tanto, solo perchè era l'ultima di un'enorme fila quella settimana e riuscivo a dormire molto poco ormai. Però penso che tornerò a vivere con lui,se gli va. La solitudine è deprimente.
Mi ritrovo a passare davanti ad un supermercato senza insegna che ho già visto stamattina; poi passo a percorrere un piccolo parco con un paio di altalene e zero bambini,che avevo percorso stamattina;e infine mi ritrovo,come un bravo cane segugio, sulla strada dove abita Meredith. Dovrei tornare indietro,lo so bene,invece mi blocco per cercarla con lo sguardo. Le finestre del suo piano sono tutte aperte ma lei non è affacciata, la macchina è ferma sotto il portone ma nessuno sta scendendo per andare a farsi un giro.
La vedo quando sto per andarmene, ferma all'angolo della strada. Ha addosso una vecchia tuta grigia, troppo grande per le sue gambe magre, e una canottiera aderente che le arriva poco sotto l'ombelico, lasciando scoperto un lembo di pelle che mi porta a fantasticare.
Il calore, i nostri corpi sudati di un sudore freddo e penetrante,gli occhi chiusi in contrasto con le bocche schiuse. Mani intrecciate strette come protoni e neutroni di un atomo, vite allo sbaraglio che acquistano un senso universale se si uniscono,idrogeno e ossigeno della stessa molecola di H2O. Si gira nella mia direzione per guardare se passano macchine, così da attraversare. Ma non si muove. Si mette le mani in tasca e continua a fissarmi. Poi distoglie lo sguardo, e si gira ancora,e alza gli occhi nascosti dai capelli biondo cenere. Forse dovrei raggiungerla,lí dall'altro lato della strada,perchè improvvisamente ho dimenticato il motivo per cui ero tanto arrabbiato con lei.
La perdo di vista un secondo, il tempo che mi passa davanti un autobus, ed è come sparita nel nulla. Metto piú a fuoco,e vedo appena i suoi fianchi che si allontanano in un viottolo stretto accanto a un suo amico. E improvvisamente mi sento un idiota per essere rimasto a guardarla quando sarei potuto andare da lei appena l'ho vista. Sono queste cose che ti fanno capire cosa significa "carpe diem".

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