Izzie-3

471 27 7
                                    

Non capisco se venga dal piano di sotto o dall'appartamento accanto questo rumore di martello che abbatte un muro. Guardo la sveglia e sono appena le sei di mattina. Sono passati due giorni da quando ho visto Alex l'ultima volta, e non ci siamo più nemmeno sentiti. È strano non incrociarlo nemmeno per le lezioni, forse sta frequentando poco. Forse mi ero illusa e il suo interesse e l'atteggiamento da "tu sei diversa dalle altre" sono cose che riserva a ogni ragazza bionda che incontra.
George spalanca la porta della mia camera e si siede sul tappeto con la faccia imbronciata. Fingo di dormire ancora per non essere costretta a chiedergli cosa non vada. Però lui continua a fissarmi.
-Mhh...che cosa vuoi?
Al suono della mia voce scatta in piedi e torna a sedersi,stavolta sul letto,e costringe anche me a mettermi seduta. Mi tira dalla maglietta e per poco non si ribalta.
-Hai dei muscoli flaccidi.
-E tu hai dei capelli orribili. Dico davvero.
-Ascolta,hai tre scelte: o mi dici perché mi hai svegliata, o mi fai complimenti, o ti butto fuori a calci.
-Lo so che non stavi dormendo, Meredith e Cristina stanno tenendo sveglio un quartiere da dieci minuti per buttare giù la parete tra il soggiorno e la cucina. E il problema è proprio questo.
Forse per il sonno, o forse perché proprio non m'importa, ancora non capisco tutta l'agitazione di George. A meno che non abbiano svegliato anche lui. Mi ributto indietro sul materasso e faccio per tornare a dormire. Per la testa ho in mente solo Alex e il fatto che ho lasciato entrare nella mia vita un altro stronzo. In fondo, non capisco perché sono così sorpresa. Alex è,appunto, solo "un altro" stronzo. Dovrei aver imparato a gestire queste situazioni, invece con lui mi sto ritrovando al punto di partenza in cui ero a tredici anni. I ragazzi hanno iniziato a comportarsi da maniaci approfittatori con me da quando il seno è passato all'improvviso da una prima a una terza, ho rimpiazziato gli occhiali ovali con le lenti a contatto e ho preso dieci centimetri di altezza in un'estate. Alex è arrivato a trasformazione completa, e si è comportato come ogni ragazzo che mi abbia conosciuto senza essere gay. Cosa che mi fa sospettare della sessualità di George, considerando che non ci ha ancora provato.
Lui continua a parlarmi. Colgo vagamente qualche sclero su dei toast bruciati. Il bello di George è che i suoi grandi problemi della vita sembrano essere questi: la brutta colazione, il brusco risveglio. Sembrano. Poi, chissà cosa nasconde dietro. Torno a credere che sia gay e che quello sia il suo martellante e fastidioso segreto.
-Non mi stai ascoltando.
-Cosa?
-Mi stai ignorando.
-Non è vero.
-Allora dimmi perché la mia depressione acuta è legata a Teen Wolf.
-Mh...scusa.
-Appunto.
George si alza dal letto, ma non riesco a capire se l'abbia offeso o meno. Comunque, si allontana senza dire una parola fino alla porta.
-E comunque, è morta la mia preferita.
Dicendo così esce,lasciandomi ancora sola.
L'istinto sarebbe di riaddormentarmi, ma una forza più grande mi spinge ad allungarmi per prendere il telefono. Cerco Alex tra i contatti, e lo trovo già digitando la seconda lettera. Si è salvato da solo il suo numero, mettendo accanto l'icona del principe. Esito con il dito sul suo nome, ma senza rendermene conto ho già fatto partire la chiamata.
Non ricevo risposta, ma accompagnato dal bip proveniente dal mio telefono sento una musichetta provenire da non molto lontano. Precisamente, una suoneria. Mi alzo irritata dal letto, convinta che George abbia lasciato il suo telefono da qualche parte in camera mia. Nella mia testa lo maledico per avermi rovinato il relax deprimente in cui mi autocommisero pensando ai miei fallimenti.
A poco a poco mi avvicino alla finestra, da cui sembra provenire il suono. "O cazzo, è caduto da qua" è la prima cosa che mi passa per la testa. Mi sporgo dal davanzale, rischiando anche di cadere, ma al posto del telefono di George ne trovo un altro.
Un magone mi chiude lo stomaco, il sorriso torna a illuminarmi. Quanto può essere stupido e insensato il cervello umano? Secondo quali principi ti alleggerisce la testa quando vedi una certa persona?
Mi affaccio e là sotto c'è Alex, nascosto in un cespuglio, che prova a far star zitto il suo telefono,ovviamente tra varie imprecazioni.
-Pss.
Lo chiamo appena, ma era come se aspettasse la mia voce. Quando alza lo sguardo sorride imbarazzato e inizia a girare in tondo, forse imbarazzato.
-Che ci fai lì?
-Ehm...tu...
Apro la metà della finestra rimasta chiusa, e gli faccio cenno di salire. Quel pazzo non se lo fa ripetere due volte e inizia ad arrampicarsi su per il muro sconnesso della casa. Guardandolo, la paura che cada è sostituita dall'ammirazione per il gesto. Lo osservo mentre sale, pericolante tra le fessure dei mattoni. Quando arriva, non si direbbe aver affrontato una scalata del genere, se non per il fiatone. Non riesco a distogliere lo sguardo da lui, che da parte sua di sicuro non mi facilita le cose, considerando che trasforma in due secondi lo sguardo da stronzo in uno sguardo da cucciolo bastonato.
-Scusa, dovevo chiamare.
-Si,dovevi.
Ci fermiamo a guardarci. Si sentono le parole non dette sospese nell'aria, sento sulla pelle il sapore dei baci che non ci stiamo dando. Ma non posso cedere, o sembrerà che va bene così. E non è vero. Alex può aver riguadagnato punti con il gesto di stasera, ma ne aveva persi troppi ignorandomi.
Mi siedo sul letto, col telefono in mano. Fingo di parlare con qualcuno per messaggi, mentre con la coda dell'occhio osservo Alex. Mi sta guardando, non capisco se sia confuso o seriamente dispiaciuto. Lo vedo avvicinarsi un passo alla volta, e ogni centimetro che percorre equivale a un battito in più del mio cuore.
Me lo ritrovo davanti.
Sento le sue mani fredde che mi sollevano il mento. Provo a tenere lo sguardo basso, ma il suo respiro ravvicinato riesce a obliare ogni mia facoltà razionale. È gli occhi bassi mi si rivoltano contro. Le palpebre non fanno molta strada per chiudersi al tocco delle sue labbra sulle mie. Ogni proposito di tenerlo lontano da me svanisce in un millesimo di secondo.
Le sue mani si intrecciano tra i miei capelli, la mia schiena tocca il materasso, le labbra di Alex percorrono il mio collo...

How to save a lifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora