Derek-1

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Dopo quella battutaccia che aveva tirato fuori Mark,gli do un pugnetto sulla spalla. È su di giri perchè finalmente mi ero fatto una dopo aver rotto con la mia ex. É successo a una festa,la notte scorsa,a casa di una matricola. Mi sono fatto la padrona di casa. Non penso di averle chiesto il nome,anche se ricordo davvero poco. Mi ricordo che a un certo punto mi ha guardato e mi ha detto «sei il mio Stranamore». Per questo ora Mark mi chiama così.
Sono uno che diventa subito rosso,giro la faccia appena il mio amico mi stuzzica. Ma forse la giro dal lato sbagliato,perchè vedo la matricola ferma a meno di tre metri da me. Sembra imbarazzata anche lei. Ci fissiamo per qualche secondo: è uno di quegli sguardi che ci siamo scambiati ieri notte,quegli sguardi che dicevano "non fermarti",che dicevano di non andar via perchè dovevamo avere un altro di quegli sguardi,per andare avanti all'infinito. Regge questi sguardi con gli occhi appena aperti in due fessure,occhi blu mare che nascondono abissi oscuri,le labbra con gli angoli piegati in un accenno di sorriso. Improvvisamente ricordo perchè mi è piaciuta così tanto. È come una stretta allo stomaco, fa male e sai che l'unico modo per allentare la morsa è tenere tra le tue labbra le sue,coperte da un leggero lucidalabbra.
Mark si è dileguato. Tipico di un tizio che sa perfettamente quando sta per nascere un flirt. E se è andato via,vuol dire che facendomi avanti potrei avere delle possibilità. Mi avvicino con passo incerto,per poco non cado,ma riesco a far sembrare tutto un atto piú o meno teatrale.
«Ehm,Derek.»
Sorride,sorride davvero. Gli occhi si chiudono ancora di piú. «Giusto, Meredith.»
Non regge il confronto coi miei occhi ancora a lungo. Si para la faccia con una mano,stringendosi nei vestiti,e si volta di lato,guardando basso. Poi si volta di spalle. «Addio,Derek.» E scappa.
Non so come sentirmi. Da un lato sono triste,perchè si è voltata indietro. Dall'altro,questo comportamento fa capire che mi ha riconosciuto,in qualche modo.
Resto immobile nel corridoio,la gente mi passa accanto urtandomi,chi sfrecciando e chi andando a ritmo di processione. In momenti del genere,di solito inizio a interrogarmi come un filosofo sul perchè di questi diversi atteggiamenti delle persone,ora invece riesco solo a guardarla correre via da me,e a immaginare in che classe possa essere diretta. I suoni mi arrivano ovattati, non sento le scarpe compiere i loro passi,sento il fruscio dei suoi capelli sulle spalle.
Mark mi fa risvegliare di soprassalto dal mio sogno idilliaco che erano i capelli biondi di quella ragazza minuta che..come ha detto di chiamarsi? Giusto,Meredith. Ha detto esattamente queste due parole,oltre tutto.
«Allora,bella addormentata,hai scoperto come si chiama la tua Stranamore?»
«Meredith. É...»
«Meredith? Perfetto,avrai tempo per parlarmene e per cercarla al prossimo cambio dell'ora,adesso entra in classe.»
Mark è il mio migliore amico,ma in quanto a romanticherie non è molto portato,a differenza mia che tendo ad evitare le storie di una notte da quando mi ero messo con l'ultima ragazza. Quindi lo faccio entrare in classe da solo,promettendogli che lo aspetterò per andare a casa,e me ne vado per conto mio alla ricerca di Meredith.
Il primo piano che ho in mente é cercare negli elenchi dei corsi del primo anno quelli che frequenta,e cercare in quale classe si trova ora. Ma mi rendo conto che non so il suo cognome,e non penso sia l'unica Meredith dell'istituto.
Mi appoggio con i gomiti al banco informazioni,aspettando che mi venga un'idea. La signora di mezza metà al banco mi scruta, probabilmente in cerca di una buona giustificazione per cui non sto seguendo le leziono,ma la ignoro. Mi guardo ancora intorno,aspettando che mi si accenda una lampadina nel cervello.
Le ante degli armadietti sbattono con um suono metallico,le porte del bagno si aprono e si chiudono di continuo,gli ascensori fanno sali e scendi...Gli ascensori! Anche solo per andare in qualche classe,dovrà prendere l'ascensore. E trovarmi là non sarebbe sospetto per nessuno,dato che la gente sugli ascensori cambia sempre. Quindi aspetto che uno si svuoti completamente e mi ci fiondo dentro. Ora non mi resta altro da fare che armarmi di pazienza e aspettarla. Sono le 5:15 di pomeriggio.

Sono le 6:30. Dobbiamo andare via e ancora Meredith non ha usato questo dannato ascensore. Forse è meglio scendere e cercarla fuori...O no.
«...Derek.»
«Meredith!» Va bene,forse ci ho messo troppo entusiasmo,ma lo avreste fatto anche voi dopo aver passato quasi un'ora e mezza chiusi in un ascensore dove non prende nemmeno il cellulare.
Meredoth entra in ascensore e si piazza in un angolo,mi avvicino a lei.
«Ho notato che non prendi molto gli ascensori.»
«Mi stavi aspettando?»
«Può essere.»
Il *din* dell'ascensore che si apre arriva troppo presto.
Prima di uscire dall'angolino,ci guardiamo. È uno di quegli sguardi. E poi se ne va. Si gira un'ultima volta.
«Ehm...Addio,di nuovo,Derek.»
«Sí,certo...Addio,Meredith.»

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