Cristina-1

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Penso di aver rovinato una probabile nuova storia d'amore della mia migliore amica. Dovrei sentirmi uno schifo, invece non trovo la minima ragione per sentirmi in colpa anche solo un pochino. Beh,in fondo, cazzi del tizio. Noi due abbiamo sempre fatto così, ci siamo sempre buttate l'una addosso all'altra in ogni momento,ci siamo promesse "che nemmeno il matrimonio ci separi". Se lui non lo accetta vuol dire che non è quello giusto,o sbaglio?
«Cristina?»
«Sí?»
«Possiamo parlarne adesso?»
«Sei arrabbiata con me?»
«Oh,no.»
«Dimmi tutto.»
L'istinto sarebbe di parlarle addosso,perché ho un paio di cose da chiederle,ma dal suo tono capisco che devo farmi perdonare. Quindi vai Meredith, per stavolta tocca a te.
«Tu credi nel colpo di fulmine? Beh io non ci credevo,ora ci credo. Forse. Lui ci crede secondo te? Se ci crede tornerà,penso. Cristina sto uno schifo per un tizio che nemmeno conosco, sono confusa e arrabbiata e...»
«Non mi hai detto come si chiama,Mer.»
«Oh,giusto. Derek,si chiama Derek. Anche il nome suona da Dio.»
La mia migliore amica sta dando i numeri, per un ragazzo! Non ho mai capito il senso di innamorarsi. Dopo tutto,ci sono delle priorità nella vita. Se prendi un barattolo e ci metti delle palline da golf fino all'orlo,puoi convenire che il barattolo è pieno; ma poi ci metti dei sassolini e si riempiono degli spazi vuoti,e allora dirai ancora che il barattolo e pieno; poi inizi a mettere della sabbia e si riempiono altri spazi, il barattolo è ancora pieno ma può entrarci dell'acqua,e così via. Però se per prima metti l'acqua non ci sarà spazio per le palline da golf. L'acqua,la sabbia,i sassolini stessi,sono le piccole cose di cui si può fare a meno. Le palline da golf,invece,sono l'irrinunciabile,ciò che ti fa sentire comunque piena,anche se con piccoli spazi vuoti. La mia priorità, il mio irrinunciabile, è prendere la laurea in medicina, e dovrebbe essere quella di tutte le persone del college. Piú che aprire il mio cuore a un'altra persona preferisco guardarne uno aperto sul tavolo operatorio. È ridicolo arrivare a farsi una doccia fredda sotto le nuvole perchè non hai la forza di ripararti. È stupido pensare che il mondo gira attorno a una persona che non sei tu, che vai avanti per inerzia, che brilli di luce riflessa. È assurdo pensare di non essere tu stesso un astro lucente.
«Non è il sole.»
«Cosa?»
«Lui non è il sole,Meredith. Lui è fantastico,cioè, non lo conosco,penso sia fantastico, ma non è il sole. Il sole sei tu.»
Meredith riflette qualche secondo. Il suo respiro affannoso mi infastidisce. In altri momenti le verserei della tequila, ma suppongo le sia appena passata la sbronza di ieri sera,quindi è meglio evitare.
Non so se quello che sento è un russo o un mormorio,fatto sta che Mer si alza dal letto.
«Hai ragione. Il sole sono io. Il sole sono io e lui può andare a farsi fottere!»
Bene,sono riuscita a sparare una cazzata e lei è sembrata convinta delle mie parole. Se ne va barcollando, e si sbatte la porta alle spalle. Ora l'unico respiro che rimbomba nella stanza è il mio, e non ho niente da fare. In genere mi piace una sottospecie di monotonia, che va in qualche modo spezzata. La vita da chirurgo è semplice da spiegare: ti svegli, vai in ospedale, operi tutto il giorno, dormi. Ripeti. Cambiano gli interventi,ci sono operazioni assurde, questo significa spezzare la monotonia di una vita monotona. Ma non sono un chirurgo,o meglio,non ancora. Quindi la mia vita monotona fa schifo.
Il telefono squilla.
«Pronto?»
«Ehi,Freccetta!»
«Che cosa?»
«Non ricordi niente?»
«Se ti riferisci a ieri sera,allora no.»
«Bene. Allora penso di dovermi ripresentare. Sono Owen,Owen Hunt. Ci siamo conosciuti quando ti ho colpito alla fronte mentre facevi da bersaglio al tabellone. Quello che mi consola è che i tuoi compagni di corso sono piú negati di me.»
«I-i..i miei compagni? Tu dove studi?»
«Oh,io ho finito il college tre anni fa.»
Un secondo,un solo secondo di esitazione. Stacco per istinto. Come cazzo ho conosciuto questo tizio? Oddio,il perchè è ovvio, me lo ha anche spiegato. Piú che altro c'è da chiedersi come mai mi abbia chiamata,e come mai gli abbia dato il mio numero. Non so nemmeno quale sia la sua faccia.

Non corro di solito,ma ho sentito che aiuta a calmarsi,a riordinarsi le idee. Tutte cazzate. Corro da 7 km e ancora mi frulla in testa la voce del ragazzo che mi ha telefonata. Gli uccellini, le farfalle colorate e le coppiette felici non fanno altro che urtarmi ancora di piú i nervi. Ho saltato di nuovo le lezioni,e prima del college non l'avevo mai fatto. Non da una sensazione di libertà e non ti fa sentire ribelle, ti sembra semplicemente legittimo,dato che nessun genitore può dirti cosa fare.
In lontananza vedo un volto conosciuto,che in realtà ho considerato poco in questi giorni.
«Ehi,Cristina! Corri anche tu?»
«Questa è l'ultima volta,Bambi.»
«Beh,che ne dici di un altro paio di chilometri insieme?»
Ero esausta,ma se correre non mi fa bene,forse parlare con un ragazzino gay potrebbe aiutarmi. Gli parlo del ragazzo del telefono, del fatto che mi sono pentita di non essere andata a lezione,del guaio che avevo provocato a Meredith. A proposito,mi rimangio il "gay",penso abbia una cotta per la mia persona troppo presa dal suo sole,o luna,non mi è ancora chiaro chi sia cosa. Però parlo soprattutto di Owen Hunt. È vero,non avevo ancora detto il suo nome,perchè sembra strano che sia una persona vera.
«Owen Hunt?»
«Lo conosci?»
«Sí,certo,era ieri sera da Joe. È un tipo simpatico,l'ho invitato a bere qualcosa da noi stasera.»
«Che hai fatto?!»

- Facciamo una cosa: consigliatemi voi chi far parlare nel capitolo dopo questo! Baci baci :) -

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