Cristina-2

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Chiudermi nella mia stanza mi sembra la cosa piú vicina al logico che io possa fare. Il resto della corsa George l'ha dovuto fare per evitare di essere preso a calci in culo.
A parte che non è casa sua, a parte che probabilmente nemmeno lo avrei riconosciuto questo Owen. Per quanto ne so, potrebbe essere un ragazzo peloso e grassottello che chissà quanto mi era sembrato sexy mentre ero ubriaca.
Dal piano di sotto provengono voci soffuse, il rumore di una pacca su una spalla e risatine qua e là. "Che cazzo faccio?",mi chiedo guardando il soffitto, mentre sto seduta contro la porta e sono accovacciata su me stessa. I miei piedi si rifiutano di smettere di tremare. Sento la macchinetta del caffé che si accende, e poi qualche secondo di silenzio. Una voce sconosciuta, probabilmente Owen, parla, ma non capisco cosa dice.
All'improvviso mi ritrovo catapultata via dalla spinta che la porta ha ricevuto riversandola su di me, e questa mi fa finire con la faccia sul pavimento che Meredith non ha lavato.
«Oh,scusami,cercavo il bagno e...non ci siamo già visti?»
Beh,difficile dirlo se sto con gli occhi puntati per terra. Ma, considerando che quella sicuramente non era la vocina effemminata di George, doveva per forza essere Owen. Quindi,forse in fondo è vantaggioso restare qua sotto.
«Ehm,non credo,no no. E poi potevi usare il bagno di sotto.»
«O'Malley dice che è rotto. Cristina,giusto?»
Bagno rotto? Lo avevo usato questa mattina. Scommetto che quello stupido lo ha mandato apposta qua sopra dicendogli di entrare qui. E ora sono costretta a rimettermi in piedi. O almeno,l'intenzione è quella...ma rimettendomi seduta non mi trovo davanti a un essere grasso e peloso come immaginavo, ma sono di fronte a una specie di angelo dai capelli rossi con l'espressione da ex marine, gli occhi blu intenso e uno sguardo paurosamente eccitante. Forse da ubriaca mantengo comunque la lucidità nella valutazione estetica dei ragazzi. Sta là,davanti la porta, a fissarmi con quegli occhi chiari cosí profondi da non distinguersi pupilla e iride. E poi ci sono io, con i capelli in disordine e seduta sul pavimento. Me ne rendo conto in tempo per alzarmi prima di fare troppo la figura dell'idiota.
«Cristina, esatto.»
«Beh,io sono Owen.» E dicendo cosí lascia la stanza chiudendosi la porta alle spalle. Nemmeno una stretta di mano, un sorriso, niente di niente. Ascolto i suoi passi scendere le scale, e quando tornano ad avere un rumore appena percettibile (significa che é arrivato al pianterreno) mi butto sul letto con un cuscino in faccia,cercando di resistere all'impulso di urlare. E mi riesce molto male. Sfogo un misto di non-so-bene-quanti-e-quali-sentimenti che escono come un rantolo dalla mia bocca premuta contro la federa. Quel suono mi rimbomba nelle orecchie facendomi pensare per un attimo di essere diventata sorda.
Mi sento levare il cuscino dalla faccia, e sbarro gli occhi per la sorpresa. Davanti ai miei ci sono quelli di Owen. Per istinto mi ritraggo da sotto di lui urlandogli in faccia. Ma che cazzo voleva fare?! Non é che averci scopato una volta gli da il diritto di piombarmi addosso. In tutta risposta, "Peter Pan la vendetta" scoppia in una fragorosa risata,il che mi lascia non poco perplessa. Penso se ne sia accorto dall'espressione confusa sul mio viso. Smette di ridere. Mi guarda, e io lo guardo. Cala il silenzio, rotto solo da George al piano di sotto che come al solito risulta un imbecille e si brucia con la macchinetta, probabilmente nel tentativo di farsi un altro caffé. Ridiamo entrambi di una risatina soffocata,senza interrompere quello sguardo vuoto di parole e pieno di desiderio. E finalmente si butta addosso a me, e mi bacia prendendomi il viso tra le mani ruvide. Mi tengo sui gomiti, ma quando sto per abbandonarmi distendendomi completamente...lui si stacca da me. Ed esce, di nuovo, senza dire nulla, di nuovo. Stavolta nemmeno chiude la porta. Mi lascia piú interdetta di pochi istanti prima. Lo sento tornare giú dal suo (nostro?) amichetto come se niente fosse successo. Lui sta là sotto a sorseggiare una tazza calda piena di caffeina, e io sto qua immobile a guardare il corridoio,chiedendomi che diavolo é successo. Non riesco a formulare dei pensieri nella mia testa, quindi il modo migliore per rinsavire é chiamare Meredith e parlare. Cosí le parole si formano piú facilmente.
Uno squillo. Due. Tre. Aspetto fino al bip della segreteria che ti informa di lasciare un messaggio. Palare praticamente con se stessi non é il massimo, ma forse funzionerà lo stesso. Ehy ciao Mer, devo parlare con me stessa. Ciao Cristina! Devi realizzare che uno sttafigo che ti sei fatta da ubriaca si é piombato su di te ficcandoti la lingua in bocca, e poi se n'è andato senza proferire parola. Aggiornati.
Chiudo la chiamata con Me. Però ricompongo subito il numero, e aspetto di nuovo il bip. Cristina, sei un'idiota. Col tuo comportamento stai insinuando che ha lui il potere. Invece, se lui non parla, devi farlo tu. Ora porta le tue chiappe in quella cucina e fagli vedere perchè dovrebbe baciare ancora Cristina Yang.
Questi si chiamano incoraggiamenti. Meredith non avrebbe saputo fare di meglio. Mi prendo due secondi per respirare,come se dovessi ricordarmi come si fa. Inspira,espira. Chiudi gli occhi. Inspira,espira. Apri gli occhi.
Scendo le scale che già sento George tormentarlo con le sue stupide storie sul suo stupido coniglietto che poi gli avevano fatto mangiare per il Ringraziamento. Entro in cucina, ma nessuno mi nota.
«Scusate,sono venuta a prendere un bicchiere d'acqua.» Le voci si interrompono, e mi sento i suoi occhi addosso. Impiego piú tempo del dovuto per versarmi l'acqua,stando attenta a sporgere il fuori il sedere. Nessuno parla ancora.
«Ehi Bambi, ti dispiacerebbe buttare la spazzatura?»
«Adesso? Ma posso farlo quando Owen andrà via oppure...»
«Adesso.» Idiota,il punto é che Owen non deve andare via!
George esce con due piccoli sacchetti in mano, e borbotta come un bambino. Io lascio perdere la mia acqua, e ho appena il tempo di girarmi che mi ritrovo un'altra volta appiccicata alle sue labbra.

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