Capitolo 18- Pioggia, amori e scelte decisive...

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GEKY'S P.O.V.

Ero ancora nella vasca da bagno quando arriva una chiamata al mio cellulare.

Guardo chi è: Kat.

Non rispondo e lascio squillare.

Quando il telefono smette attacco la musica a tutto volume.

'Die young' di Ke$ha.

Non è una brutta canzone... anzi... la adoro.

Inizio a cantare, con la consapevolezza che nessuno mi può sentire.

KENDALL'S P.O.V.

Preparo una sacca da portare con me.

Nel caso non la trovassi, cercherò in lungo e in largo, chiederò ai suoi vecchi amici.

Perché la devo trovare.

Nella sacca metto delle magliette, tre paia di jeans, un paio di scarpe da ginnastica e qualche paio di boxer.

La borsa è relativamente piccola, può entrare nel vano bagagli della mia moto.

Così non ho bisogno di prendere la macchina.

Pranzo e poi inizia a piovere.

Teoricamente non potrei prendere la moto... ma siccome Kat e Rob mi hanno detto che molto probabilmente lì, non si può parcheggiare, una moto è molto più maneggevole.

"RAGAZZI ESCO! NON CONTATEMI PER CENA! NON SO SE TORNO DOMANI!"

Tutti mi fanno delle domande ma io non rispondo e sotto la pioggia mi avventuro, verso quel paesino sperduto, che nella migliore possibilità potrebbe farmi ritrovare la mia Geky.

GEKY'S P.O.V.

Preparo la pasta e inizio a mangiare, anche se circa a metà del piatto mi viene da vomitare.

Il solo pensiero di Kendall mi fa male.

Mi convinco a continuare a mangiare e appena finisco, lavo i piatti e decido che quella sera avrei ordinato una pizza.

Nel peggiore dei casi avrei cucinato qualcosa di leggero, o addirittura non avrei mangiato.

Sento la stanchezza sempre più palpabile e decido di stendermi.

Quando mi risveglio noto che sono passate due ore.

Non ho voglia di fare nulla, e sento il temporale là fuori.

Decido che prendere la pizza è un'ipotesi da scartare.

Nessuno vorrebbe avventurarsi sotto quella pioggia.

Senza contare che poi la pizza sarebbe fredda e bagnata.

Mi complimento con me stessa per l'osservazione appena fatta e guardo il soffitto per un tempo interminabile, fino a quando qualcuno non suona al campanello.

Vado ad aprire e mi ritrovo davanti una signora dai capelli bianchi e dal sorriso malinconico.

"Geky?"

"Liz!"

Liz è stata la mia babysitter per molto tempo.

La considero come una madre.

La faccio accomodare e le chiedo se desidera un thè o un caffè, ma lei risponde che è solo passata per salutare.

Iniziamo a parlare del più e del meno, e riesce anche a risollevarmi il morale, anche se solo per poco.

KENDALL'S P.O.V.

Effettivamente, questa pioggia è peggio di un tornado, faccio molta attenzione con la moto, ma è molto problematico, con queste strade impraticabili.

Quando arrivo è tutto pieno.

Nessun parcheggio in vista.

Avevano ragione Kat e Rob sul fatto della macchina.

Posteggio la moto nel primo spazio che trovo, anche se è molto piccolo.

Cerco il palazzo e lo trovo.

Fortunatamente riesco a fermare il portone prima che si chiuda, e ora devo cercare l'appartamento.

Sarà facile, ci sono le targhette sulle porte. Devi solo ricordarti il cognome di Geky.

Mi sembra... oddio come si chiamava...

Cooper. Cooper. Sei un cretino.

Già me ne rendo conto...

GEKY'S P.O.V.

"Beh allora... ragazza mia... cosa ci fai qui? Di solito non passi mai..."

"È complicato Liz... diciamo che di recente ho dei problemi..."

"C'entrano i ragazzi?"

"Forse... diciamo che non va bene... nulla. Niente va bene..."

Lei mi abbraccia.

Lei mi capisce... ha passato con me quindici anni della mia vita.

Sa cosa penso, cosa voglio, di cosa ho bisogno.

E in quel momento ho proprio bisogno di un abbraccio.

"Cosa è successo con questo ragazzo, Geky? Cosa ti turba?"

Le sorrido e inizio a raccontare.

Ho proprio bisogno di rilassarmi e sfogarmi.

Dopo averle spiegato tutto lei dice: "Secondo me, lui ti ama."

"Grazie Liz. Ma so che non può essere così. Grazie comunque del sostegno."

"Figurati Geky. Ora però credo di dover andare... che ore sono?"

"Le otto e mezza... credo."

"Ah no, posso fermarmi altri dieci minuti. Intanto ti ringrazio per il caffè. Anche se non ce n'era bisogno, ma mi ha svegliata un po'."

Passano dieci minuti e poi le dice che deve proprio andare.

La accompagno alla porta e chiudo l'ultima.

Poi mi accorgo che ha lasciato la sua borsa sul divano e a quanto pare se ne è accorta anche lei perché ha appena suonato.

"Liz, tieni la b..."

Quando apro la porta vedo la persona che ho cercato di evitare.

"K-k-kendall?"

Flatmates 2: Big Time RushDove le storie prendono vita. Scoprilo ora