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Gli avevano detto che era un pazzo psicopatico e realmente pericoloso, ma sul momento non gliene fregava nulla.

Doveva soffrire quello stronzo, e poi crepare.

Bussò tre volte alla porta.
Nessuna risposta.
Bussò di nuovo e più forte.
Nulla.
A quel punto sfiorò la maniglia e senza che lui volesse la porta si aprì.
Entrò chiudendosela dietro, si trovò in un piccolo spazio verniciato di un verde malaticcio e sporco.
L'aria puzzava di chiuso e di qualcosa che andava a male.
Insomma un posto a dir poco orribile.
Aveva un solo corridoio scarsamente illuminato di fronte a lui così decise di seguirlo passando accanto a bidoni ammassati ai lati da cui fuoriuscivano liquidi non identificati per via della luce, alla fine di questo corridoio si trovava una porta piena di fori,lui non aveva idea che fossero stati fatti da una pistola ma passiamo oltre.
Bussò.
Anche sta volta nessuno rispose così entrò , irritato e un po ansioso.
Dopo essere entrato gli era venuto da vomitare : sul muro c'erano delle "cose" che forse per lui erano maschere ma in realtà la cosa era molto più macabra; si guardò intorno impaurito cercando di mantenere un aspetto più serio possibile, senza riuscirci.
"Salve..."
Una voce arrivata al suo orecchio con il tono di qualcuno che si è appena alzato dal letto, con un qualcosa che graffiava le "e" che pronunciava , la avrebbe definita rovinata . Il suo proprietario era uno scarabocchio.
Tatuato sulla fronte, il petto completamente disegnato e pieno di colori, stando a fissarlo per un lasso di tempo a dir poco infinito il nostro committente misterioso, di cui ancora non mi va di dirvi il nome, aveva alzato lo sguardo resosi conto del coltello alla gola che gli premeva sul pomo d'adamo.
"H-ho... ho del lavoro per te..." aveva detto con la paura che gli si insinuava nei muscoli, impedendogl di muovere qualsiasi cosa stritolandolo in quella sua morsa affascinante e tremenda che ad alcuni piace sentire sulla pelle, tanto da fare qualsiasi cosa pur di sentire le carezze della paura lungo la schiena. Altri invece temono anche il solo pensiero di avere paura, ed è questo il caso del nostro piccolo fifone con un coltello puntato alla gola che ora , lentamente , scendeva e si posava su un tavolo rosso laccato per metà in penombra.

"Quindi sei qualcuno che ha bisogno di me giusto?" Il tatuato aveva parlato di nuovo scaturito brividi in ogni dove al povero fifone ancora incapace di muoversi.
"Sì..." aveva mugugnato.
"Dimmi dunque, in cosa posso aiutarti? " aveva 'sorriso' o forse ghignato, solo che quel tipo era fin troppo strano.
"Vorrei che facessi 'qualcosa ' a questo tipo" aveva appoggiato la foto di un ragazzo di forse 25/26 anni sul tavolo.
"Sii più chiaro, definisci qualcosa"
"Deve soffrire e poi morire."
"Oh. Mi stai chiedendo di giocare con lui e poi di farlo fuori" rideva.
"In teoria si"
"È un lavoro grosso... accetto. Dimmi il nome e che vuoi che faccia"
"Sì chiama Andrew Biersack e voglio che di lui e tutti quelli che sono a lui vicini , spariscano."
Silenzio.
Un respiro vicino al suo collo.
"Tutti?"
"Uccidili tutti. Nessuno escluso. "
"Anche i parenti?"
"Sì. '
"Anche gli amici?"
"Ovvio."
"Tu di che categoria fai parte?"
"Di nessuna delle citate"
"Sei l'ex della sua ragazza?"
"No"
"E allora chi sei?"
"Qualcuno che vuole solo vendetta."
"Bene. Quanto puoi darmi?"
"2000 ogni mese"
"Non mi serve tutta sta roba... 1000 ogni mese. Saprai che il lavoro è stato fatto guardando i giornali"
Aveva allungato una mano verso il tavolo per riprendersi la foto ma quando lo aveva toccato si era trovato la mano imbrattata di un fluido viscoso, caldo e rosso.
Aveva guardato bene il tavolo e aveva focalizzato cosa vi fosse sopra : un corpo morto. Era indietreggiato fino a trovarsi spalle al muro , o per meglio dire fino a che le sue gambe non avevano urtato un barile verde che aveva oscillato al contatto.
"Fa attenzione!" Il ragazzo tatuato era riapparso
"Cos'è questa roba?"
"Se vuoi saperlo apri. Ma la curiosità a volte fa male"
Aveva deglutito rumorosamente e aveva sollevato il coperchio vedendo all'interno dei pesci rossi che no aveva mai visto.
"Poverini hanno fame i miei piccoli! Adesso papino Ronnie vi dà la cena" come facesse ad apparire e sparire lo sapeva solo lui ma poco importa, aveva aperto un altro barile e ne aveva estratto delle mani.
Mani.
Mani tranciate.
E quelle mani le aveva lasciate cadere nell'acqua scura.
I pesci le avevano attaccate facendo tremare tutto il barile.
A quel punto era scappato.
Aveva sentito ridere Ronnie con gusto.

La paura è come una bella donna, di quelle che quando le vedi non te le scordi più e tutto ciò che senti nel buio,dietro di te e ovunque quando sei solo , ti salta addosso e ti paralizza sotto le sue audaci carezze.
Alcuni la amano e la bramano, altri la evitano facendola sentire trascurata, ed è a quelle persone che lei punta.

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Diario dell'assassino
Page.1
23/12/15 00:34

Ha inizio una nuova strage di sangue mie care pagine bianche da riempire. Non ho ancora deciso come uccidere tutti ma troverò tutto. Comincerò tra da due giorni.

Diamo inizio alle danze, signor Biersack si prepari a danzare con la paura .

Ronnie.


Non so bene cosa sia questa cosa ma spero piaccia a qualcuno :)

kill all your friends.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora