Sometimes - harry styles

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Vuoto.

Tutto ciò che percepisco è un vuoto troppo profondo, la mia vita è giunta a capolinea.

Ho perso tutto, i pezzi mancanti nella mia esistenza sono troppi e si sono accumulati sino a formare una voragine di dimensioni colossali. Ripenso spesso a quanto velocemente si è sgretolato tutto sotto alle mie mani.

Non so di preciso cosa ha fatto si che cadesse tutto. Quando la gente mi chiede cosa sia successo, la mia riposta è oramai automatica:

"Non so esattamente cosa sia andato storto, ma so che è sempre colpa mia"
quelle parole sono diventate per me un modo per deviare i ricordi e nascondermi nel presente.

Ma tutti sappiamo per certo che non ci si può nascondere dal passato a lungo.

Prima ho accennato ad alcuni pezzi mancanti della mia vita, e state certi che ce ne sono stati un sacco, ma ora, per non affogare nell'oceano di tristezza in cui galleggio a stento da troppo tempo vi racconterò solo di Maya.

Maya è il primo pezzo mancante della mia vita, era la mia migliore amica, una di quelle amiche che se le trovi te le devi tenere ben strette perché al mondo sono contate.

Capelli biondi come il grano e occhi azzurro ghiaccio, ma oltre che bellissima era sempre stata la persona più disponibile ed altruista del mondo.
Ora che avete un'immagine di lei, capovolgete tutto e trovate me.

Eravamo agli antipodi.

Se lei era lo ying, io ero lo yang, se io ero la notte, Maya era il giorno.

Lei era stata uno dei miei pochi successi, una delle cose che mi rendeva felice, ma sapete come si dice: tutte le cose belle sono destinate a finire.
E lei era finita decisamente troppo presto, a ventiquattro anni la sua vita si era spenta a causa di un errore medico.
E si sa, quando una cosa che ti rende felice finisce, finisci un po' anche tu.

Credetemi, ho perso il conto di quante volte ho desiderato di poter morire io al suo posto. Non lo meritava, affatto. È stata l'unica a non abbandonarmi dopo quella cosa. Io meritavo di morire.

Credetemi anche se vi dico che ho provato in tutti i modi, in questi cinque mesi, a non pensarla, ho cercato addirittura di sostituirla con altro ma niente. Quando una persona se ne va, non puoi sostituirla con un'altra. Nel puzzle della vita ci sono solo pezzi unici.

Mio fratello Louis, nonché il suo fidanzato era devastato tanto quanto me, ma al mio contrario lui aveva qualcosa per cui rimanere: Felicitè e Jason i due bambini che Maya gli aveva dato.

Lui può ancora farcela, io invece sono circondata da tenebre di dolore da cinque mesi.

Non ho una ragione concreta per tornare a credere che qualcosa di bello può ancora succedermi. Non ho più niente. Siamo solo io ed il mio dolore, squarciato di tanto in tanto dai miei nipoti che sono l'unica cosa che in qualche modo mi lega ancora a Maya.

****
- Zia, Zia! - la piccola Felicitè mi chiama dal salotto. Quando la raggiungo sta colorando l'album che le ho regalato la settimana scorsa e le sue piccole manine sono tutte sporche di inchiostro verde.

- Cosa c'è piccola? - mi siedo accanto a lei mentre infilo i pennarelli nell'astuccio e metto il cappuccio a quelli rimasti senza.

- Oggi porti me e Jason al mare? Papà non può mai portarci perché lavora sempre - mi chiede mettendo il broncio.

- Va bene, però mi devi promettere che farai la brava e mi ascolterai okay? - annuisce e procedo ad infilarle il costumino e, dopo essermi preparata anche io, vado a svegliare quel dormiglione del mio nipotino che continua sonnecchiare indisturbato nella sua culla. D'altronde è ciò che i bambini di 16 mesi fanno. Spendo un paio di minuti a guardarlo dormire, è tale e quale a suo padre: i capelli castani, gli occhietti celesti e quello sguardo furbo e vivo che ti fa sorridere sempre. Lo prendo in braccio e vado in bagno per cambiarlo.

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