Chapter 3

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Occhi.
Guardandoli sembrano tutti uguali, hanno un colore, delle ciglia e le palpebre. Ma non è così. Ce ne sono di vari tipi, blu notte, azzurro caraibico, verde smeraldo, marrone terriccio, neri pece. Possono essere a mandorla, grandi, piccoli, stretti, distanti o vicini. Insomma, una varietà infinita.

Ma la vera differenza tra i vari occhi, sta nelle persone che li posseggono. C'è la persona che è felice ed i suoi occhi sembrano vivi. Guizzano da ogni parte, curiosi di assaporare il mondo. Poi ci sono gli occhi delle persone profonde, che osservano tutto con attenzione. Si concentrano nei particolari, e cercano di fotografare mentalmente i paesaggi più suggestivi. Le persone tristi hanno gli occhi malinconici, talvolta si incantano nel guardare qualcosa mentre la loro mente vaga altrove.

Non saprei come catalogare i miei occhi in questo istante. Sono semplicemente vuoti. Come il vuoto che ho dentro, quello che vi ho accennato precedentemente. Chiunque potrebbe stare a guardarmi negli occhi per ore e non trafilerebbe alcuna emozione da essi, nemmeno per sbaglio.

Gli occhi sono lo specchio dell'anima, diceva Modigliani. E se ciò che dice è vero, perché la mia anima è vuota? Probabilmente neanche ce l'ho un'anima, probabilmente è volata via assieme a quella della mia Maya ed assieme ai miei sogni infranti.

I miei occhi sembrano dire "Guardami dentro e cadi nel vuoto" perché io non sento più nulla. Solo emozioni negative, è da troppo tempo che non provo allegria. Molte volte mio fratello ha provato a conviverci ad andare da uno psichiatra, ma non ho mai accettato perché non riuscirei a parlare chiaramente con lui di ciò che provo, non lo faccio nemmeno con me stessa. Probabilmente finirei per chiedergli che sintomi ha la felicità, perché nemmeno me la ricordo più quella sensazione.

Qualche volta sento qualcosa dentro, ma non è felicità, nossignore. È una consolazione. Una consolazione perché so che in quel momento dovrei essere felice e provo a far finta di esserlo.

Eppure qualcosa ultimamente in me si è riacceso venerdì sera. Dopo la discussione con Harry abbiamo cercato di sorvolare, nonostante la tensione fosse palpabile. Devo ammettere che con lui mi sono in qualche modo divertita; mi ha fatto scordare tutto per un paio d'ore.

Ultimamente penso spesso a ciò che mi ha detto Harry. Le sue parole rimbombano nella mia mente: ho sempre pensato che che parla poco ha gli occhi che fanno un casino tremendo, e tu sei esattamente così.

Se i miei occhi fanno un casino tremendo come dice lui, perché nessuno se ne accorge? Un momento, lui l'ha notato, perciò qualcuno l'ha capito. Perché quando guardo i miei occhi cielo allo specchio vedo il vuoto? Un cielo pieno di nuvoloni neri, carichi di ricordi e di dolore mai sfogato. E so per certo che prima o poi scoppieranno, e con loro anche io.

Come prevedeva il patto, dopo la nostra uscita, Harry non si è più fatto sentire. La cosa strana è che a me manca. Per quanto odi ammetterlo, mi è piaciuta la compagnia del ragazzo dagli occhi di smeraldo. Spero sempre in un suo messaggio quando mi arriva una notifica, ma il mio cuore affonda quando scopro che non si tratta di lui.

Dovrei scrivergli? Forse sì, ma io non sono mai stata fedele ai canoni imposti dalla società perciò lascerò perdere. Oggi ho un ottimo motivo con cui distrarmi, Niall torna finalmente in Florida. Il suo aereo è partito alle 6 perciò tra circa un'ora dovrebbe essere qua.

Karen si è offerta di tenere i bambini anche oggi, così posso andare a prendere Niall all'aeroporto.

- Grazie mille Karen, sarei persa senza te - la abbraccio e lei ricambia con un affetto quasi materno.

- Dolcezza non ti preoccupare, è un piacere stare con queste piccole scimmiette - mi sorride - E ora shoo! Vai via che boh abbiamo cose importati da fare - mi liquida. Sorrido vedendo Felicitè così contenta, lei è la cosa più vicina che ho alla felicità.

Non solo per il suo nome, ma con lei attorno sembra che per un attimo vada tutto meglio e che sua mamma sia ancora accanto a me a rimproverarmi perché non mi ribello al mio allenatore.

No. Stop.

Non devo pensare alla mia carriera finita troppo presto, è un capitolo chiuso della mia vita. Pochi si ricordano di me, ed è meglio così.

Tre quarti d'ora dopo sono all'aeroporto ad aspettare l'Irlandese biondo che fa impazzire il mondo. Quando scorgo una chioma bionda tra la folla mi sbraccio per fare segno al mio amico di avvicinarsi.

Appena mi nota, afferra il suo bagaglio a mano e mi corre incontro nella sua maglietta verde con scritto kiss me I'm Irish. È un fanatico della sua nazione.

- Jordan! - mi abbraccia sollevandomi in aria e facendomi girare. Lo stringo forte a mia volta e gli lascio un bacio sulla guancia - Mi sei mancato tantissimo - gli sussurro prendendo uno dei due borsoni.

Si avvicina al mio orecchio mentre ci dirigiamo verso il ritiro bagagli - Ti svelo un segreto, mi sei mancata anche tu principessa. Ma non dirlo in giro, rovinerebbe la mia reputazione - rido e gli tiro un pungnetto sul braccio.

- Cavolo Horan, ti sei rammollito. Devi fare un po di palestra - mi guarda male mentre afferra la sua valigia. - Sai cosa ti dico Tomlinson? Appena arriviamo a casa mia, mi cambio e voliamo in palestra. Così ti farò il culo a strisce sul tapis roulant - ridiamo e chiamiamo un taxi che ci porti al suo appartamento.

Dopo essersi messo una canotta ed i pantaloncini da calcio, Niall mi accompagna a casa mia. Mentre Niall parla con mio fratello, vado a cambiarmi anch'io.

Per essere comoda ho preso un paio di pantaloncini neri, come quelli delle pallavoliste ed una maglietta larga a cui ho fatto un nodo sul fianco per accorciarla e far vedere il mio piercing all'ombelico.

- Andiamo ragazza mia, prometto che non ti guarderò il culo anche se con questi pantaloncini risulterà difficile  - incita Niall, beccandosi uno schiaffetto sulla nuca dalla sottoscritta. Ma in fondo, lui può.

****
Stiamo corredo sui tapis roulant da circa venticinque minuti e Niall sembra fresco come una rosa, mentre io sto grondando sudore, e la mia maglietta si è appiccicata al mio busto.

- Okay, pausa - dico con il fiatone. - Vado a prendere da bere, vai a chiedere dove è la sala pesi, per favore? - Niall si avvia verso le macchinette.

Mi avvicino ad una ragazza dai capelli rossi e le chiedo informazioni
- I pesi si trovano nella sala da boxe, in fondo sulla destra - la ringrazio, è stata molto gentile.

Quando Niall torna con un bottiglietta gelata di acqua minerale, decidiamo di appropinquarci verso la sala boxe.

- Io penso che scaricherò un po di rabbia repressa - annuncio a Niall.
- Sarebbe ora! Io sono qua se mi cerchi - mi lascia un bacio sulla fronte sudata.

Prendo un paio di guantoni rossi e mi avvicino al sacco indicatomi da un ragazzo, probabilmente ha supposto il mio peso e mi ha indicato quello più adatto per me.

Nell'esatto momento in cui do un pugno al sacco sento l'adrenalina scorrermi nelle vene ed inizio a tiare ganci sempre più forti e precisi. È una sensazione famigliare, non la provo da quando ho chiuso con il nuoto. No, quel capitolo è chiuso, basta.

Ripenso alla cazzata che ho fatto ascoltandolo quella volta, penso a tutti i lividi che mi provocava quando mi rifiutavo di ascoltarlo. Al fatto che non sono stata in grado di reagire. Ripenso ai medici che hanno sbagliato con Maya. E la rabbia cresce man mano, se prima era un fuocherello da nulla, ora è un incendio devastante. Provo rabbia perché i miei nipoti dovranno crescere senza una mamma, perché mio fratello Louis ha perso la speranza nell'amore, perché Harry non si è più fatto sentire.

Sento una presenza avvicinarsi a me, ma prima che possa dire qualcosa due mani possenti mi stringono i fianchi e mi attaccano al muro.

Alzo lo sguardo ancora accecato di rabbia nera e al fondo del tunnel vedo una luce. Non è una luce come le altre. È una luce verde smeraldo.

- Harry.. - sospiro.

Sometimes - harry stylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora