- Piccola, verresti a vedere l'incontro di questa sera? - Harry fa capolino nel bagno della grande stanza d'albergo. Ho il terrore di vederlo combattere, so che è un ottimo pugile, ma non voglio che si ferisca gravemente. Tuttavia, vorrei andare per stargli affianco e abbracciarlo a fine incontro, che vinca o che perda.
- Non so, Harry..- mi tocco i capelli ancora bagnati dalla doccia. - Mi faresti piacere, inoltre preferisco che tu sia lì dove sono io, piuttosto che tutta sola in una camera d'albergo. -ribatte. Afferra il phon dall'armadietto e lo accende passando le sue mani tra i miei capelli per farli asciugare.
- Ci sarà Niall.- propongo.
- Mi dispiace, mi ha già promesso che verrà all'incontro. - alla fine cedo. Continua ad asciugarmi i lunghi capelli neri mentre guardo la sua bellissima figura riflessa nel specchio. Come può una persona umana essere così mozzafiato?
- V-Va bene..- cedo definitivamente. - Promettimi che non ti farai male. -
- Non mi succederà nulla. Promesso. - mi fa un bacio sulla guancia posando l'asciugacapelli sul bordo del lavabo. Avvolge le sue mani e le intreccia di fronte al mio ventre, abbracciandomi. Alzò lo sguardo per guardarci allo specchio. Harry sorride facendo apparire le sue bellissime fossette. Con la sua mano fredda gira il mio volto e fa combaciare le nostre labbra per un lungo bacio a stampo.
- Lo sai che ti amo, vero? - mi domanda. Annuisco e lui mi mima con le labbra un "così tanto" che mi fa sciogliere il cuore.*****
Due ore dopo, siamo in un'arena a cui è stato posto un ring al centro. Sono seduta su una panchina nello spogliatoio riservato ai combattenti. È un posto davvero sudicio, la puzza di sudore ti penetra nelle narici e sangue incrostato si trova in diversi punti della moquette sporca del pavimento. Osservo Michael, il coach di Edward, dargli consigli e avvertimenti sul suo avversario mentre il mio ragazzo si rigira il labbro tra l'indice ed il pollice. Il mio ragazzo, suona ancora così strano dirlo, ma stiamo insieme, no? Insomma, ci stiamo comportando da tali, ma lui non me l'ha mai chiesto, come posso definirci?Lascio che questi pensieri si insinuino nell'angolo più remoto della mia memoria, ora voglio solo concentrarmi su Harry e sperare che non si faccia male. Si avvicina a me lentamente. Indossa dei pantaloncini larghi ed è a petto nudo con i suoi tatuaggi in bella vista. Credo di stare sbavando. Si inginocchia di fronte a me, è così alto che siamo alti uguali in questa posizione. (Scusate la ripetizione, ma non sapevo in che altro modo scriverlo.)
- Piccola, rimani qua. Per nessuna ragione al mondo devi uscire di qua, Niall sta arrivando, intesi? - annuisco mentre poggia le mani sulla mia vita guardandomi con quei bellissimi smeraldo verdi. Sorrido senza nemmeno rendermene conto. - Fai attenzione. - lo prego per la centesima volta di stasera.
- Tornerò da te presto. - sorride facendo salire le sue mani e poggiandole sulle mie spalle abbracciandomi forte come non aveva mai fatto, ricambio il gesto poggiando il mio viso nell'incavo del suo collo sentendo il suo inebriante profumo. Il mio stomaco si attorciglia al pensiero del suo bel viso sfigurato. Si stacca dal l'abbraccio allontanandosi da me, verso la porta che lo condurrà in campo.
- Aspetta! - urlo prima di scendere dalla panchina sulla quale ero seduta e precipitarmi verso Harry e con un braccio avvicinare i m nostri visi per far combaciare le nostre labbra passionalmente. Ci baciamo per quel che sembra un'eternità - Vai e spacca tutto. - sussurro all'orecchio mentre mi avvicino a Niall, deve essere arrivato mentre stavo dando il mio. Quando mi volto Harry non c'è già più.
****
È già passato un bel po' di tempo ed io e Niall siamo seduti sul pavimento incrostato cercando di far passare il tempo rimanente. Vorrei davvero andare di là per vedere come sta Harry, ho piena fiducia in lui, ma l'ansia mi sta divorando. Sono sempre stata una persona ansiosa. Mi ricordo che quando ero piccina e la nostra famiglia si parlava ancora, avevo il terrore di perdere l'autobus così mi svegliavo tre quarti d'ora prima per essere in anticipo. Oppure, quando io e Maya ci davano appuntamento davanti alla gelateria ero sempre in anticipo di un quarto d'ora. La domenica, per esempio, non gioivo perché era festa, ma pensavo già al lunedì: alle verifiche, le interrogazioni, e finivo col accumulare tantissimo stress. Allora, iniziavo a correre a fare tutto ma non risolvevo mai nulla.
L'ansia è come una sedia a dondolo, sei sempre in movimento, ma non avanzi di un passo.
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Sometimes - harry styles
Fanfiction- È normale piangere, anche mio papà lo fa qualche volta. -