9.

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Apro gli occhi lentamente, per abituarmi meglio alla forte luce proveniente dalla finestra. Ho caldo, davvero tanto caldo. Cerco di alzarmi, ma un peso mi blocca: Harry. È steso con la testa sulla mia spalla, le braccia e gambe avvinghiate a me così da tenermi ferma. Deve essersi spostato in questo modo durante la notte.

Non lo voglio svegliare, quando dorme ha un'espressione talmente rilassata, sembra quasi un bambino.

Gli passo una mano sui capelli, sotto gli occhi è ancora visibile l'umido dovuto alle lacrime di ieri. Con l'altra mano percorro i lineamenti del suo viso: traccio il contorno degli occhi, delle guance, del mento e per finire della bocca.

Mentre passo le dita sulle labbra, sfiorandolo solamente, apre gli occhi e d'istinto tolgo la mano.

"Che stai facendo?" Borbotta con voce assonnata, e mi guarda con quegli occhi verdi per cui morirei.

"Io..ehm..io non-" Balbetto. Gli stavo letteralmente toccando la faccia mentre dorme.

"Non smettere." Bisbiglia e chiude di nuovo gli occhi. Sorrido, felice del fatto che stamattina non mi respinge e magari mi vorrà accanto a sè.

"Hai qualcosa da fare oggi?" Riapre gli occhi dopo un po' e mi guarda.

"Uhm no." Rispondo. Finalmente é venerdì e questa settimana infernale è finita.

"Bene. Usciamo." Sorride e gli spuntano le fossette ai lati della bocca. Stavo pensando di rimanere a letto con Harry per il resto della giornata, ma credo non si fattibile.

"Okay." Accetto l'invito, che mi è sembrato più un ordine, sorridendo.

"Sai, l'ultima volta non è finita proprio bene." Mi fa l'occhiolino e ridacchia. Mi vengono i brividi ripensandoci. Era quella volta che quell'essere sovrannaturale sovrastava New York.

"Sì, ricordo." Abbozzo un sorriso. Harry si alza dal letto e va in cucina. Non posso evitare di guardare i muscoli della schiena contrarsi quando raccoglie un paio di jeans da terra, per poi infilarseli.

Mi alzo frettolosamente, raggiungendolo in cucina. Mi raccolgo i capelli in una crocchia, appena entro nella stanza.

"Caffè?" Mi chiede Harry, squadrandomi dalla testa ai piedi. Indosso la sua maglia, che profuma ancora di lui.

"Si." Mi siedo al tavolo.

Dopo un paio di minuti, Harry si siede accanto a me al tavolo in legno, con in mano due tazze fumanti di caffè. Me ne porge una, che prendo velocemente per riscaldarmi le dita. Dicembre sta per arrivare e il freddo si fa sentire.

Penso al Natale. Solitamente, vado in qualche ristorante che prenoto settimane prima, con Harry o qualche vecchia amica. Oppure raggiungo mia madre e mio padre a casa e lo passo con la famiglia. Avevo sempre tutto programmato, ma gli ultimi eventi non hanno fatto altro che distrarmi. Il lavoro, Harry, tutte le cose che succedono, al T palace e fuori. Oggi pomeriggio dovrò chiamare mia madre, per chiederle cosa ha intenzione di fare, anche se manca ancora un mese.

"Qualche problema?" Mi chiede Harry, sicuramente notando la mia espressione corruciata.

"No, no. Pensavo ai miei." Spalanco gli occhi dopo averlo detto. Non è un argomento trattabile, ora come ora.

"Scusa. Non volevo mettere in mezzo l'argomento "genitori"." Mi correggo subito. Con ciò che è successo ieri, Harry e sua madre, è meglio non tirarlo fuori.

Invece la sua espressione rimane neutrale, poi giocosa.

"Stai tranquilla, piccola. Non m'importa." Dice, in tutta sincerità. O perlomeno sembra.

Supernatural ➳h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora