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Controllo un'ultima volta la valigia per essere certa di non aver dimenticato nulla.

Ieri, dopo essere tornati da casa di Liam, Harry ha preso due biglietti aerei per Londra, dicendomi che entrambi saremmo andati lì.

Non ho mai viaggiato fuori dagli USA. Sono stata in molti Stati americani, come California, Texas, Florida, Nevada e North Carolina. Ma mai fuori.

Sarà un viaggio particolarmente lungo, e io so già che non riuscirò mai ad addormentarmi in aereo: non so il motivo, semplicemente non ci riesco mai. C'è sempre qualche sobbalzamento improvviso dell'aereo che mi fa spaventare. Sì, ho abbastanza paura di queste cose.

Mi vengono subito le lacrime agli occhi quando ricordo il motivo di questo viaggio: Harry vuole rivedere la sua famiglia, perché teme che il nostro piano possa non andare a buon fine. Perciò tenterò di non pensarci più e di godermi questa vacanza.

Poi mi ricordo di mia madre: vive nell'Ohio. Quando la vedrò? La rivedrò? Spero di sì, diamine. Lei e papà hanno divorziato quanto ero piccola, e sono rimasta in ottimi rapporti con entrambi. Vivono in una cittadina, piccola e sperduta, dove tutti fanno sempre le stesse cose. Provo una fitta dolorosa al petto al pensiero di perdere i miei genitori, ma spero nel meglio, come fa Liam. Andrà tutto bene.

Prendo il telefono in attesa di Harry, e trovo un messaggio da Liam.

*Ho parlato con Louis: con lui porta Luke, Michael, Calum e Ashton. Sono tipi forti, in tutti i sensi. Arrivano domani. Avvisa Harry e fammi sapere se domani volete venire a casa mia, cosí ve li presento (: *

Addirittura quattro ragazzi? Questo Louis è un angelo. Adesso che siamo di più, la realizzazione del piano pare più concreta.

Gli rispondo subito, dicendogli che noi staremo fuori porta per tre giorni.

"Carly?" La voce roca di Harry arriva dalla finestra. Mi giro nella sua direzione vedendolo entrare in salotto. Certe cose non cambiano mai.

"Ehi." Sorrido, e gli vado incontro.

"Pronta?" Mi cinge in vita sorridendo. Le fossette che amo spuntano sul suo viso.

Mi stacco dal suo abbraccio per andare a controllare la lista delle cose da portare. Scorro la lista con la penna attentamente, facendo attenzione a non dimenticare niente di fondamentale.

Harry mi guarda poggiato alla libreria, con un sorriso strafottente. In un lampo, va in camera a prendere la valigia e torna prendendomi per mano, senza smettere di camminare.

"Non c'è tempo per il tuo disturbo ossessivo-compulsivo."

Alzo gli occhi al cielo e mi lascio trascinare fuori dall'appartamento.

***

Dopo aver passato un tempo infinito al check-in, troppo per la pazienza di Harry, dopo essere stata costretta a togliermi le scarpe davanti a tutto l'aereoporto di New York City, poiché applicate ai lati ci sono delle borchie, finalmente siamo sull'aereo. E non potrei essere più terrorizzata.

Succede sempre così: ho una tremenda paura dell'atterraggio, della partenza e delle turbolenze. È quel momento in cui l'aereo lascia il contatto con la terra ferma, come vorrei poter fare tra il mio corpo e la mia mente, che mi terrorizza più di tutto.

Graffio il divisorio tra il mio sedile e quello di Harry. La hostess, che sorride troppo per i miei gusti, ci ha detto che per la partenza bisogna che quello sia abbassato.

"Piccola, calmati, stai tremando." Ridacchia Harry.

"Ho paura." Sussurro, imbarazzata nel vedere che un bambino di almeno sette anni sembra meno spaventato di me.

Supernatural ➳h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora