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Tamburello le dita sulla scrivania in legno. Proprio non so cosa scrivere.

Gli eventi di ieri mi distraggono: le labbra di Harry sulle mie, il modo in cui ha pronunciato "Cosa mi stai facendo?", appena prima di baciarmi. Devo ammettere che è stata una piacevole sorpresa.

New York è seriamente noiosa. Non accade mai nulla di interessante... be', a parte quando quella sottospecie di supercattivo tentava di distruggere la città. Sbuffo una risata. Cosa sto dicendo? Sembra tanto la trama di Spiderman, o qualche altro film come Superman. Contro questi cattivi servirebbe proprio un supereroe. Ma poi ricordo che non è un film, né un cartone animato. Si tratta di vita reale e, indubbiamente, quella era tecnologia. Anche se con la tecnologia è un po' difficile lanciare da dei guanti del laser, ma, ehi, siamo nel 21esimo secolo, ormai può esserci di tutto.

Sì, non credo in qualcosa di soprannaturale, che siano fantasmi, che siano persone con superpoteri. Devo ammettere che la notte ho sempre un po' paura, per colpa di film stupidi, oppure che amo saghe come quella di Twilight, ma so che cose del genere non esistono. Devo ammettere che sarebbe stupendo e assurdo allo stesso tempo, mi piacerebbe.

È questo che fanno i film, rovinano le menti delle persone. Quel'essere che sorvolava la Grande Mela qualche settimana fa, non sarebbe esistito se i film fantascientifici non avessero portato alcune persone a tentare di riprodurli. Intendo, sono belli e tutto, ma su certe persone fanno effetti strani. E queste tentano di ricopiarlo.

Insomma, era tutto finto. Oppure stavano girando un film.

E perché, allora, Harry aveva tutti quei tagli?

Okay, escludiamo l'opzione del cortometraggio. Ma era comunque tutto finto... vero?

Per questo articolo dovrò limitarmi a scriverne un altro  su un lancio di un libro o su uno spettacolo di teatro o di danza. Sono gli argomenti più noiosi da trattare, perché non mi attirano. Mi sarebbe piaciuto scrivere un articolo su Wall Street o qualcosa a cui la gente si interessa, ma non ci capisco nulla di percentuali e non faccio parte della sezione economia.

Per perdere tempo giro un po' su internet, facebook e social vari. Il mio computer, per fortuna, non oscura questi siti, come succede molte volte su posti di lavoro. Mi immagino l'imbarazzo che proverei, sapendo che il signor Johnson viene a conoscenza del fatto che ho tentato di accedere ai siti oscurati. Preferirei sotterrarmi che fare una figuraccia del genere.

Finalmente arriva l'una, ora di andare a pranzo. Non ho visto Marion per il resto della mattinata e spero di incontrarla adesso poiché non voglio seriamente stare da sola. Liam mi ha mandato un messaggio, dicendomi che oggi non è venuto a lavoro, ha preso un giorno di ferie.

Apro la porta del mio ufficio e esco sul corridoio lucente, chiudendomi la porta alle spalle e guardandomi intorno in cerca della segretaria biondina.

Non trovandola dietro la sua scrivania, procedo verso la sala mensa. Odio venire qui, non mi piacciono i prezzi e né il cibo, ma oggi proprio non mi va di andare a cercare un ristorante qui nei dintorni, oltretutto sola.

Entro nell'ascensore, appena le porte metalliche si aprono. Spingo il tasto del piano della mensa e aspetto poggiandomi alle pareti in vetro, con le braccia conserte. Per mia sfortuna, le porte non si aprono prima della mensa, segno che oggi starò tutta sola.

Procedo verso le macchinette, prendo un semplice KitKat e torno verso l'ascensore: per tutta la mattinata non ho praticamente lavorato, devo scrivere un articolo entro domani, da poi consegnare al signor Johnson. Mi accontenterò di questa barretta di cioccolato per pranzo, sicuramente mangerò molto sta sera, a cena.

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