CAPITOLO 5

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Caroline non poteva crederci. La sua amica, la temeraria Zoey, la ragazza che non si faceva mettere i pirdi in testa da nessuno, che non piangeva mai, che non aveva mai bisogno di aiuto, si era quasi data alla morte.
Quando Caroline e Damon furono arrivati in infermeria, lei ebbe lo scomodo conpito di spiegare perchè Zoey si era quasi suicidata.
«Conosco Zoey. Evidentemente questa cosa le tocca molto, oppure Stefan è per lei una persona così importante da ferirla in particolar modo. Comunque in tutti i casi vi consiglio di parlare con la Kirova di questa cosa. Non c'è da scherzarci su. E magari potreste... Non so... Convocare qualcuno della famiglia di Zoey. Potrebbe tirarle su il morale.» disse l'infermiera Kira.
Caroline e Damon si guardarono: Rose e Dimitri erano molto indaffarati, le probabilità che avessero tempo per venire alla St Vladimir's Acedemy erano pressocchè nulle.
«Dottoressa, lei come sta?» domandò Damon facendo cenno con la testa verso la stanza che ospitava Zoey.
«Benone. Beh, i tagli hanno sfiorato le vene, ma siamo riusciti a rimetterle a posto. Non è più in pericolo di vita. Anche se ha perso molto sangue. Ora stiamo effettuando degli esami per costatare quale gruppo sanguigno sia il più giusto da somministrare.»
Damon annuì. L'infermiera sorrise e scomparve in un'altra stanza.
«E ora?» domandò Caroline.
«Ora cosa? Aspettiamo che si riprenda, poi.. L'aiuteremo. Ma prima dovrò riempire di pugni quel pallone gonfiato.»
«Non fare pazzie. Pensa piuttosto a convocare Zio Dimitri e Zia Rose. Zoey sta soffrendo troppo.»
Damon si passò una mano tra i capelli. «Scriverò a mamma. Lei saprà cosa fare, in fin dei conti Zoey è la sua figlioccia.»
Caroline annuì. «Certo.»
Ci furono attimi di silenzi imbarazzanti in cui i due fratelli ervitarono di guardarsi negli occhi, ognuno rimuginava sui propri pensieri.
Poi, però, Damon fece una domanda che mandò in agitazione la Dragomir.
«Come mai ti sono spuntati dei tagli sulle braccia? Siete legate?»
Caroline guardò il pavimento bianco, ma non rispose.
«Allora vuoi dirmelo o n..hai bevuto da lei?» il tono alto con cui pronunciò le parole mandò Caroline in allerta, e lo colpì sul braccio intimandogli di stare zitto.
«Vuoi che ti sentano tutti?»
«Cerchi di farmi la predica quando tu stessa hai bevuto da lei?»
«È complicato da spiegare, ma di certo non mi approfitto di lei.»
Damon era arrabbiato, emanava un'energia negativa che agghiacciava l'intera infermeria. Il nervoso lo portò a passarsi più volte le mani nei capelli corvini, e parlò solo quando sembrò calmarsi.
«Contatta tu nostra madre, io devo fare una cosa.» disse con voce dura.
Caroline immaginò cos'è che il ragazzo dovesse fare, ma non si sforzò nemmeno di opporsi a lui, tant'è che sapeva che sarebbe stato tutto inutile.
                         •••
Damon fremeva di rabbia, e cercare di controllarsi era difficile. Sapeva dove trovarlo. Sapeva cosa fare. Ad ogni passo la rabbia cresceva in lui, e sempre più fremente cercava uno sfogo. Il Moroi non ragionava più: aveva solo in mente l'immagine dei polsi di Zoey, la sua camicia sporca, sua sorella che piangeva. Il corridoio era troppo lungo. Quando arrivò alla porta e la spalancò lasciò che il flusso d'ira scorresse in lui. Stefan, come Damon aveva predetto, si stava allenando e si girò di scatto nel sentire il botto della porta.
«Lurido bastardo.» disse Damon tra i denti, avvicinandosi sempre di più a Stefan.
Il Vampire guardò il sangue sulla camicia di Damon e trasalì.
Damon afferrò Stefan e lo colpì con una violenza tale da staccargli un dente, che finì al suolo sporco di sangue.
Stafan fece uno scatto fulmineo e si allontanò da Damon che era fremente di rabbia.
«CHE CAZZO FAI?» sbraitò il Vampire pulendosi la bocca dal sangue misto a sudore. Il dente gli sarebbe ricresciuto.
«Che cazzo faccio io?! Se ce l'hai con me non me ne importa, ma sta lontano da Zoey! Sei un vile, uno schifoso.»
Stefan fece un mezzo sorriso e guardò in basso «lei è solo una sgualdrina.»
Rideva, ma era una risata malinconica. «Ti è piaciuto il suo sangue? Io volevo assaggiarlo da molto.»
Damon strinse i pugni. «Schifoso.»
«Stai forse dimenticando che posso ucciderti, dissanguarti?»
«Fallo, credi che m'importi?»
«Damon, va via.»
«Non se prima non sento da quella fogna di bocca che lascerai in pace Zoey.»
«Si è tagliata la vene? Così mi hanno detto.»
«Non sono affari tuoi.»
«Sai cosa credo, Damon? Sei geloso. Zoey mi ama ancora, perciò ha compiuto un gesto così estremo. E ció ti logora, non è vero?»
Damon riuscì a sorprendere nuovamente Stefan, assestandogli un altro pugno, più forte di quello precedente. Le sue parole lo avevano scottato nel profondo.
«Ascoltami.» gli mormorò Damon all'orecchio con fare minaccioso «ti ho ridato la vita, e tu la stai buttando. Hai perso molto. Sei un fallito.»

                        •••

"Mamma? È successa una tragedia. Zoey si è quasi ammazzata, abbiamo bisogno di te."
"Carol, ma cosa dici?"
"Mamma, hai sentito. Potresti venire qui? Lei è molto affezzionata a te e magari potresti portare zia Rose e zio Dimitri. Poi ti spiegherò tutto."
"Carol, appena posso mi organizzo e arrivo. Devo prima trovare qualcuno che si occupi dei miei doveri per qualche giorno, ma ti assicuro che verrò."
Caroline chiuse la chiamata e sospirò. Era sorprendente come le cose potessero cambiare in poco tempo, e tutto era successo per via dell'arrrivo di suo fratello. Lei era eccitata all'idea di rivederlo, ma ripensandoci su avrebbe preferito che se ne stesse a casa. Era giovedì, e il sabato ci sarebbe stato il ballo. Aveva preso in considerazione l'udea di non andare, Zoey aveva bisogno di lei.
Rientrò nell'infermeria e una dottoressa la scortò nella camera di Zoey, che ora era ancora incoscente.
«Siete riusite a trovare il sangue?» chiese Caroline guardando il volto bianco della sua migliore amica.
«Vede sognorina Dragomir..» fece la dottoressa togliendosi gli occhiali e guadagnandosi l'attenzione di Caroline « abbiamo fatto degli esami e abbiamo scoperto che la signorina Belikov non ha gruppo sanguigno. Il suo sangue non è normale.»
«Come?» mormorò Caroline confusa « e ora? Come si fa? Non può morire, ma senza sangue..»
«Una soluzione c'è.» affermò con aria professionale la dottoressa «sangue curativo. Sangue di Strigoi.»
Caroline strabuzzò gli occhi. «E dove lo troviamo il sangue di Strigoi?»
In quel momento aveva già reso l'idea di dire addio alla sua migliore amica, senza sangue non si vive. E fu allora che Stefan fece la sua entrata.
«Lui può essere l'alternativa più adatta.»
Caroline lo guardò con sincero disprezzo. «Ha accettato?» chiese rivolta alla dottoressa, come se lui non potesse risponderle.
«Ho accettato. Ma a quanto pare, tu no.» rispose il ragazzo.
«La colpa è solo tua. La mia migliore amica sta morendo a causa tua, lurido bastardo.» sibilò velenosa Caroline.
«Non esiste la possibilità che il mio sangue faccia cilecca. La tua amica vivrà»
«Dottoressa mi chiami appena Zoey si sarà svegliata. Questo è il mio numero. E grazie di tutto.» disse la Dragomir porgendo un foglietto bianco alla dottoressa, e si diresse a lezione di magia.

SPAZIO AUTORE.
SALVE A TUTTI!!
VOLEVO DIRVI GRAZIE DI CUORE, PER TUTTO. E, NON VI HO ABBANDONATO, SOLO CHE MI SONO PRESA UNA PICCOLA VACANZA XD MA ORA SONO TORNATA. VI PREANNUNCIO CHE NEL PROSSIMO CAPITOLO DI SARÀ DIMITRI, CON ROSE E LISSA! ^^

ALLA PROSSIMA!!

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