CAPITOLO 18

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Le celle dei sotterranei erano fredde, ma nulla poteva spegnere il fuoco che ardeva dentro Caroline.
Ad ogni passo il battito del suo cuore si faceva più intenso e assordante.
La sua migliore amica era lì, suo fratello era lì. Da lì a poco tutto sarebbe terminato, e tutto sarebbe tornato a posto.
Stefan era lì con lei, al suo fianco, come voluto dai guardiani. Si sentiva protetta.
«Pronta?» le chiese quando si aprì la porta dell'ascensore.
Caroline lo guardò nei suoi occhi verdi e annuì.
I carceri della scuola non erano poi così vecchio stile medievale, anzi.
Le stanze erano dipinte di un leggero verde pistacchio, al centro vi era un bancone con il guardiano amministratore e tutto intorno vi erano le celle. La stanza era ampia e circolare.
«Guardiano» salutò Stefan in tono solenne.
Questo si alzò in piedi: un omaccione muscoloso, sulla trentina, con baffi e capelli neri come la pece.
Guardò Caroline con particolare attenzione «sua altezza» la salutò e Caroline gli sorrise, annuendo.
«Cosa mi dice dei prigionieri?» domandò Stefan, ignorando che il guardiano non avesse risposto al suo saluto.
«Sono visitabili, abbiamo iniettato argento fuso nelle vene» rispose con un tono duro.
Alla piccola Dragomir si formò un nodo alla gola. Chissà quanto avevano sofferto.
Non si iniettava quasi mai dell'argento fuso nelle vene: in realtà non si tenevano proprio gli Strigoi nei carceri.
Ma questa volta era diverso, e avevano dovuto ricorrere a quella procedura per precauzione.
Caroline lo sapeva, dovevano essere indeboliti, ma ciò le faceva male e non poco.
«È tutto sicuro. Potete procedere anche da soli, vi lascio in buone mani signorina Dragomir.»
Detto questo, si sedette e tornò a sbrigare le sue faccende.
La bionda e il Vampire camminarono fino a trovare la cella dove giaceva Zoey.
Era illuminata, tanto, per indebolirla ancora di più.
Aveva il viso bianco, sudato, la bocca viola, gli occhi chiusi e i capelli corvini come quelli di Dimitri lisci e belli come sempre.
Quando sentì i passi dei giovani, sussultò e schiuse gli occhi: non potè più di tanto per via delle luci.
Rise di gusto quando vide la figura di Caroline davanti.
«Cosa vuoi» disse tossendo. L'argento.
Caroline si distaccò da Stefan e si avvicinò alle sbarre, afferrandole.
«Aiutarti.» rispose Caroline «perchè sei la mia migliore amica, perchè mi hai salvata quel giorno.. Perchè hai scelto di diventare questo a causa mia, per me»
Gli ochi scuri di Zoey si posarono sulla Dragomir «Vattene.»
La Strigoi era accasciata al suolo, visibilmente devastata. Era l'argento.
«No»  rispose prontamente Caroline, poi si girò verso Stefan «Sono pronta vai.»
Stefan scattò come una molla: tirò fuori un mazzo di chiavi che probabilmente aveva sfilato al guardiano al bancone. Aprì la cella e prontamente Zoey si scagliò contro di lui: il Vampire sembrava preparato, infatti la bloccò senza troppa fatica.
«Caroline! Ora!» urlò Stefan, sovrastando i ruggiti di Zoey, che si dimenava come un'angiulla tra le sue braccia.
Caroline, con sangue freddo afferrò il paletto d'argento pieno di Spirito e lo conficcò nel cuore di Zoey.
O almeno, ci provò. Non era facile: la ragazza si dimenava furiosamente e lo sterno era difficile da scalfire.
Zoey gridava, e Caroline piangeva. Non riusciva ad ascoltare la sua amica soffrire.
«Stefan....» disse Caroline scuotendo la testa «..io...»
«NO, CAROL, NON MOLLARE! CI SEI QUASI!» gridò il Vampire «SPINGI ANCORA! ANCORA UNO SFORZO!»
Caroline spinse forte, fortissimo e ci fu un grido assordante.
Zoey urlò per l'ultima volta, quando una luce bianca riempì la stanza.
Zoey si accasciò ai piedi di Stefan che, stremato, sosprirava furiosamente.
Si urdirono dei singhozzi: Zoey stava piangendo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 07, 2016 ⏰

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