CAPITOLO 13

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Zoey deglutì e per la prima volta ebbe davvero paura del mostro che era dinanzi a lei. Lei era seduta sul letto e strinse nelle mani la coperta lercia, mentre la tensione le attanagliava lo stomaco.
«Ti prego, non farmi questo.»
Damon abbozzò quello che sembrava un ghino. Si avvicinò lentamente e il rimbombo dei suoi passi risuonò per tutta la cella, facendo sudare freddo la dhampir, paralizzata dal terrore.
«Come puoi non capire? Potremmo stare insieme, per sempre.»
Zoey stava tremando quando Damon le si avvicinò pericolosamente al volto «tu mi vuoi ancora, lo so. Anche se sono così..diverso.»
I battiti del cuore della dhampir si facevano sempre più tamburellanti e insistenti; e Damon, con il suo super-udito lo sentiva, e faceva leva proprio su quello.
Affondò la testa nel collo della dhampir e lei chiuse gli occhi per assaporarsi quel momento fino all'ultimo, dopo averlo sognato per tanto tempo. Stava ricadendo nella sua trappola, lo sentiva. Eppure una parte di lei le diceva che andava bene così, che non c'era nulla di male a stare con Damon.
Poi, improvvisamente, i denti aguzzi di Damon affondarono nel suo collo. In un primo momento fu dolore, proprio come quando Caroline la mordeva..però poi sentì la sensazione di benessere che tutti lodavano e bramavano. Il morso degli Strigoi era molto più forte e intenso, e a Zoey piaceva, da morire.
Gemette a lungo, assaporando quella sensazione mai provata nella sua vita, accogliendo Damon con le braccia, attaccato al suo collo. Poi, improvvisamente, un urlo. Una donna. Caroline.
Prontamente il campanello dall'armr di accase in Zoey, così come in Damon. Infatti il ragazzo si girò in uno scatto fulmineo e corse verso la porta, dove vi scomparve. Zoey era sola in quella pozzanghera nera, e senza indugi seguì Damon.
Quella doveva essere proprio un'ex prigione, poichè il corridioio immenso era colmato ai lati di luride celle, ad intervall regolari. La sua vista non era ottimale come quella di uno Strigoi, ma riusciva a vedere qualcosa. Se proprio avesse voluto scegliere, peobabilmente avrebbe ceduto l'olfatto per via della puzza che impregnava quel luogo. Camminava a vuoto, senza capire da dove fosse provenuto quell'urlo; riuscì ad orientarsi solo quando Damon cacciò un ruggito di rabbia.
«Osate di nuovo fare una cosa del genere, e vi strapperò il cuore con le mie stesse mani.»
La sua voce era tagliente,fredda,apatica. Le gambe di Zoey facevano fatica a sostenerle il corpo, ma continuava a correre verso la voce.
«Zoey!» esclamò Caroline quando la vide.
La Dragomir aveva un aspetto indecoroso: occhiaie pronunciate per via della mancanza di sangue, vestiti sporchi, strappati e, inoltre, Zoey notò con orrore che il collo della sua amica era sporco di rosso, forato da due puntini sottili. No.
«BASTARDI!» urlò prima di lanciarsi a capofitto sugli Strigoi che si erano nutriti di Caroline. Il suo tentativo d'attacco però fu smorzato dall'intervento di Damon, che l'afferrò prontamente serrandola a se.
«LASCIAMI!» urlò la dhampir dimenandosi tra quelle che sembravano le braccia di una statua di ferro.
Damon tratteneva senza fatica la ragazza, lanciò uno sguardo intimidatore agli altri due, e ritornò nella stanza lurida, dove si era svegliata Zoey.
Zoey ricadde a peso morto sul letto, spinta da Damon, e avvertì uno dolore acuto al ventre.
Damon continuava a starle sopra -pesandole addosso- e il dolore accresceva sempre di più. Il fiato le mancava, non riusciva ad espandere i polmoni, ma Damon non sembrò accorgersene, preso dalla passione che confluiva nel bacio che le stava dando.
«Damon.. Il...il bamb..»
La voce di Zoey era sottile, poco udibile per qualcuno che non fosse stato uno Strigoi.
«Cosa?» disse, staccandosi da lei.
«Il bambino..tuo figlio.» il dolore era acuto, insopportabile. Smorzava così tanto il fiato che Zoey non riusciva nemmeno ad urlare.
Si teneva il ventre e si lamentava.
No, ti prego, no. Il bambino deve vivere. Ti prego.
Pensava la ragazza, mentre Damon si alzava dal letto.
La dhampir schiuse gli occhi per vedere lo Strigoi guardarla con sincero odio.
L'afferrò per le braccia e la scaraventò a terra: poi, il dolore più forte che abbia mai potuto sentire.
Damon aveva assestato tutta la sua forza nrl calcio che le arrivò nel ventre, tanto forte da far schizzar fuori sangue dalla bocca.

SCUSATE PER L'ASSENZA E PER IL CAPITOLO CORTO. INIZIERÒ A SCRIVERE DI PIÙ, PER ORA VI PREGO DI ACCONTENTARVI. INOLTRE, PERDONATEMI PER GLI ERRORI DI BATTITURA.

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