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Settembre.
Mi chiamo Helen, amo la musica, disegnare, leggere e mi piace studiare. Un'altro anno scolastico sta per cominciare. Non ho paura. Inizierò la prima superiore e sono emozionata.
Torno a casa verso ora di cena, dopo l'ennesimo giro in bicicletta, l'ennesimo tempo passato a cavalcioni dell'ennesima panchina, dell'ennesimo parco, in compagnia dell'ennesimo libro. Spesso ho pensato che al parco si vada con gli amici, a divertirsi, ma il problema è che io non ne ho.

Ho maturato l'idea che gli amici non servano, a meno che tu non voglia soffrire, perché è così che va a finire.

Non ho bisogno di nessuno, nessuno ha bisogno di me.

Non voglio che la gente mi reputi diversa, senza voglia vivere ,perché sono sempre sola, non è così. Amo la vita e ogni occasione è un'opportunità.

Entro in soggiorno, non vedo l'ora di sentire il forte getto d'acqua della doccia sulla mia pelle matida di sudore. Mi fiondo in bagno, o meglio, vado letteralmente a sbattere nella porta di quest'ultima stanza, prima di scoprire che è chiusa a chiave, papà mi aveva preceduta.

Rassegnata all'idea di dover aspettare, faccio un giro per la casa, vedo mamma ai fornelli che impreca contro le salsicce, per l'ennesima volta, troppo salate. Presuppongo, quindi,che la mia cena sia a base di carne con qualche verdura per contorno... Uffa.
Beh, se non lo abbiate ancora capito, odio le verdure.

Finalmente papà esce dal bagno, mi catapulto sotto la doccia ed esco solo quando sento la voce di mia madre che mi chiama a tavola. La cena termina, mi butto sul letto della mia camera e accendo il mio I-Phone. Nessun messaggio, nessuna chiamata, come sempre. Noto una notifica su Facebook, ansiosa leggo di cosa si tratta. I soliti giochini del medesimo social. Fanculo.

Mio fratello, Edward, è nella stanza accanto alla mia. Ha 20 anni, e posso dire che è l'unico che mi capisce davvero.
Busso e senza attendere risposta entro in camera sua e lui per tutta risposta mi sorride e mi dice -Ciao, sorellina, prego entra pure!-in modo sarcastico.
Mi avvicino e gli chiedo -Ed, tu avevi paura il primo giorno di scuola, alle superiori? -
-No Hel, perché avrei dovuto?-Mi risponde serio. Lui sa che non sono mai sicura di niente e che ho difficoltà con le persone e si preoccupa.
Non mi andava di sostenere un terzo grado, così feci spallucce e, dopo avergli dato un bacio sulla guancia, lo lascio alla sua partita alla Play e vado a letto. Domani si comincia.

Ciao, è la prima volta che scrivo una storia, fatemi sapere se vi è piaciuto il primo capitolo e lasciate voti e commenti! Accetto critiche che possano aiutarmi a migliorare, ci tengo! Ci vediamo presto!

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