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Il telefono continua a squillare. Aspettavo quella chiamata da un sacco di tempo ma ora non ho il coraggio di rispondere. Sono arrabbiata con Edward perché mi ha abbandonata senza farsi troppi scrupoli lasciandomi nella bufera familiare che sto vivendo.
Schiaccio il pulsantino verde che appare sul display e rispondo -Spero tu abbia una spiegazione plausibile altrimenti attacca immediatamente-cerco di dirlo con tutta la freddezza di cui sono capace. -Sorellina... -é imbarazzato. -Sbrigati, non ho tempo da perdere!-mi sto innervosendo ancora di più. -Helen é così che rispondi a tuo fratello che non senti da quasi due mesi?-ha la presunzione di alterarsi. -Quindi sono io la stronza, giusto?! Sei sparito all'improvviso senza dirmi come e perché, ti ho chiamato un milione di volte e un milione di volte ho dovuto ascoltare la tua segreteria telefonica! Te ne sei andato senza dirmi se saresti tornato quando io avevo più bisogno di te!-a quel punto ero senza fiato, sentivo il cuore battere forte e le lacrime scendermi lungo le guance.
Resta qualche istante in silenzio e poi risponde -Lo so... Sono una persona orribile. Me la sono presa con te che in questa storia non centri proprio niente...-era mortificato. -Ma che cosa é successo? Perché sei andato via?-mormoro con la voce ferma in gola. -É una cosa che non posso dirti per telefono, volevo solo avvisarti che sto tornando a casa, la mamma sa già tutto.-
Annuisco come se potesse vedermi e attacco.

Nervosa per la telefonata con mio fratello mi sdraio sul letto e fisso a lungo il soffitto.
Non mi ero mai sentita così sommersa di problemi come ora. Il divorzio dei miei genitori, un segreto che costringe mio fratello ad andarsene di casa, Harry che si picchia con Zayn, quest'ultimo che continua ad assillarmi con la sua doppia personalità, i miei amici che mi considerano assente e i programmi scolastici che mi sto impegnando a recuperare.
Lancio un urlo fuori dalla finestra come se tenessi tutto in fondo ai polmoni e avessi il bisogno di tirare fuori ogni cosa, ogni ansia, tristezza e timore.
Mia madre, probabilmente sentendomi urlare, arriva correndo in camera mia preoccupata che mi fosse successo qualcosa. La rassicuro dicendole che avevo solo visto un grosso insetto sul balcone e anche se entrambe sappiamo che quella era una scusa davvero penosa, la vedo tornare alle sue faccende senza fare domande.

Decido di non passare il pomeriggio in casa a non far nulla bensì di provare a risolvere i miei problemi. E decisa anche a non dare a Edward la soddisfazione di vedermi ansiosa del suo arrivo, chiamo Harry e dopo una decina di tentativi, decidiamo per incontrarci e parlare.
Ho così tanta paura. Non so cosa dirgli se non che lo amo e che per Zayn non provo nulla. Credo.
Ma basterà?

Mi faccio una doccia calda per rilassarmi e placare i miei nervi.
Guardo nel mio armadio e cerco qualcosa di semplice ma carino come se l'abbigliamento potesse salvarmi in quel momento. Fa un po' freddo, opto quindi per una grossa felpa e un semplice paio di jeans, le mie scarpe di tela ed esco. Dobbiamo incontrarci al parco e mentre vado cerco di prepararmi un discorso. Non mi viene niente e decido di improvvisare.

Lo vedo da lontano mentre si sistema la chioma ribelle. Quanto è sexy quando fa così...
Helen resta concentrata! Mi ricorda il mio inconscio.
Mi avvicino e lo vedo infilare le mani nei jeans, segno che per ora non ci saranno abbracci.
-Ciao- lo saluto.
-Ciao- mi risponde con un tono talmente glaciale da farmi accapponare la pelle.
Non rispondo, é chiaro che vuole mettermi in difficoltà e a dir la verità, ci sta riuscendo alla grande.
-Allora? Non volevi parlare? Parla, ti ascolto-mi incalza lui.
-Non è come pensi...-cerco di formulare ma vengo interrotta.
-Ah no? E com'è? Spiegami. Spiegami che succede perché io non ci capisco più niente. Mi dici che per te Zayn non significa niente, mi hai fatto anche capire che spesso ti ha irritata eppure hai passato la mattina di Natale a sorseggiare cioccolata con lui e io,povero idiota, ero a casa, ignaro di tutto, a pensare a un modo per come poter passare un po' di tempo con te!-
Non so come giustificarmi. -Te l'ho già detto. Sono uscita di casa per venire da te ma poi non mi è parsa una cosa ragionevole piombare a casa tua in un giorno di festa mentre tu eri a festeggiare con i tuoi parenti. Zayn è passato per caso mentre stavo per tornare a casa e mi ha proposto di andare da una parte con lui-racconto.
-E tu hai accettato pur sapendo cosa prova per te. E da "questa parte" ci siete arrivati in motorino e tu eri ovviamente incollata a lui e, sai, Helen, più ci penso più vado in bestia! E sai perché? -Mi urla in faccia -Lo sai?-É sempre più vicino. Resto immobile ipnotizzata dai sui occhi verdi e da quelle mani che salgono lungo la mia schiena fino a posarsi delicatamente sul mio volto. -Perché sei la mia ragazza e io ti amo da morire-mi sussurra senza staccare i suoi occhi dai miei. Appoggia la sua fronte sulla mia e chiude gli occhi per qualche istante. -Ora-mi dice -Guardami e dimmi che per Zayn non provi assolutamente nulla e che i tuoi comportamenti sono stati dettati dall'ingenuità di una ragazza dolce. Dimmelo e sono disposto a dimenticare tutto perché io ti desidero molto di più che del mio orgoglio di fidanzato geloso.-
È così dolce, sincero e perfetto e io lo amo come non mi ero mai resa conto di amarlo ed è proprio per questo che non posso mentirgli. Lo guardo senza avere la forza di rispondere.
-Helen, per favore. Dimmelo-vedo i suoi occhi inumidirsi e le sue labbra schiudersi.
-Io...-ci provo, -Helen, dimmelo, per favore!-a quel punto non riesce più a guardarmi in faccia ma rivolge lo sguardo altrove annuendo nervosamente.
-Okay, è tutto chiaro allora-riesce finalmente a rivolgermi lo sguardo -E sai qual è la cosa peggiore? -Mi guarda come se dovessi davvero rispondere. -La cosa peggiore è che non sono neanche capace di odiarti per questo!-Mi guarda un'ultima volta prima di uscire a passo svelto dal parco e scomparire dalla mia vista.
Sono una persona orribile, ma mi sentirei ancora peggio se gli avessi mentito, anche se mi sembra impossibile stare più male di quanto mi senta ora. Come se mi avessero strappato un pezzo d'anima.

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