Capitolo 5 - Stregato da un fuocherello

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Quella sera stessa Albert, nella sua camera da letto, stava ritto vicino alla portafinestra a guardare la luna, era ancora vestito di tutto punto, dopo la noiosissima cena svoltasi in compagnia dei suoi genitori e di suo fratello minore Carl. Aveva un braccio appoggiato ad uno stipite della portafinestra e sognava ad occhi aperti una ragazza che sembrava un fiammifero con la capocchia rossa. A quell'immagine si mise a ridere nuovamente. Non voleva far trapelare del suo nuovo incontro ai suoi familiari ma nei suoi occhi sfavillava una luce nuova e a cena, sua madre riuscì ad interpretare quello sguardo come se fosse prossimo ad una marachella. "Dove sei stato tutto il giorno fuori Alby?" chiese il suo fratellino impiccione. Angelica, la loro madre sussultò a quella scoperta. "Albert! Non puoi andartene a zonzo per il paese! Devi pensare al tuo futuro, devi stare con i tuoi pari, che hai fatto? Chi hai incontrato?" Lo sguardo incendiario che Albert le lanciò quasi lasciava trapelare la verità.

Poi posò lo sguardo sulle fiamme nel camino, si rilassò a quella vista e distese il viso in un sorriso, rispondendo cautamente a sua madre. "Ho visto un fuocherello in mezzo al bosco e mi sono fermato a contemplarlo". Era una mezza verità, ma sapeva così di placare gli sguardi curiosi di tutti.

Ora, nel buio della sua stanza, rischiarato solo dal raggio lunare, ripensava a quel folletto dai capelli rossi che l'aveva ammaliato con la sua dolcezza verso le piante, con la sua forza per difendere quello che considerava suo e con il suo fare ardito nello sfidare un maschio nelle sue doti più comuni. "Quella ragazza è un fenomeno!" sussurrò alla luna. "Mi sta proprio simpatica! E' proprio meglio averla come amica che come nemica!" con quel pensiero in testa si coricò sognando morbide fiamme, due splendidi occhi color smeraldo ed uno sguardi fiero ed impertinente.

Oltre le mura del castello, una ragazzina con i capelli in fiamme guardava la stessa luna dal davanzale della sua finestra, sospirando con le mani a sostegno del mento. Con lo sguardo della mente vedeva impressi due luminosi e ridenti occhi azzurri. Mai un ragazzo aveva giocato e scherzato con lei. La prendevano solo in giro, se la rimbalzavano come un pallone e lei non vedeva l'ora di scappare dai loro maltrattamenti e rintanarsi nella sua casupola o al lavoro nell'orto. Quell'attività la rilassava e la colmava di gioia. Vedeva i frutti della terra crescere grazie alle sue attenzioni. Ma ora aveva un altro motivo segreto per andare nell'orto. Avrebbe di nuovo incontrato Solly!

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