Capitolo 19 - Una strega all'altare

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Passarono alcune settimane ma ora era tutto pronto per il matrimonio, Albert si scoprì profondamente innamorato della sua futura consorte. Tutto di lei era eccezionale. Erano rimasti a vivere nella capanna. Tranne il giorno prima del matrimonio, che le comari lo prelevarono dalla casupola per fargli vivere l'ultima notte da scapolo.

Sheila chiese con i suoi soliti modi gentili e ottenne una cerimonia nel bosco, con i fiori intrecciati nei suoi capelli che nel frattempo le erano ricresciuti fino alle spalle. Ma a questa richiesta Albert le chiese una prima notte di nozze nel castello. Voleva farla vivere almeno una notte nel benessere e nello sfarzo della casa che un giorno sarebbe stata anche la sua. Doveva solo abituarcisi.

La cerimonia fu breve ma significativa. Albert non sognava altro. Stava pure per diventare padre e nutriva il desiderio di averne ancora in futuro. Sheila, accompagnata da sua zia Amber, era splendida nel suo abito color crema a vita alta, che le permetteva di nascondere lievemente la sua gravidanza. Ma non c'era vergogna in lei, non c'era peccato. Nei suoi occhi riluceva l'amore che provava per il suo Albert, l'amico di sempre. L'amore della sua vita.

Si erano sedotti a vicenda giocando insieme, si erano regalati dei pegni per non scordarsi mai l'uno dell'altra. Lui l'aveva salvata e protetta dai cattivi. L'aveva accudita e lei aveva risolto la malattia del padre. Erano complementari. Si scambiarono gli anelli e si diedero un casto bacio, a beneficio degli astanti. La festa proseguì al castello con un sontuoso banchetto nuziale allestito all'aperto, dato che la stagione lo permetteva.

Anche il conte, che si era notevolmente ristabilito, volle fare il suo dono agli sposi. Consegnò a Sheila una pergamena con un rosso sigillo in ceralacca impresso sopra. Lo fissarono tutti sorpresi. "Pensavo che potesse interessarti" disse con noncuranza fissandosi le unghie delle mani. Con una leggera pressione, ruppe il sigillo, lesse il contenuto e strillò di gioia, girando attorno al tavolo per abbracciare suo suocero, imbarazzato ma contento per quella dimostrazione di affetto.

"Grazie! Grazie infinite!" esultava mentre molti non capivano quella manifestazione di entusiasmo. Albert prese la pergamena e vi lesse il contenuto. Fece un sorriso si alzò e proclamò: "Da oggi viene annullata la legge che vieta agli abitanti della contea di crearsi un orto personale. Potranno partecipare allo sviluppo del mercato del paese in perfetta concorrenza con i grandi agricoltori che abitano nel territorio. Verrà inoltre istituita una fiera ortofrutticola con feste e danze, nella data di oggi, per tutti gli anni a venire!"

Sopraggiunse la sera e Sheila era un po' stanca. Salutando gli ospiti, si ritirò nella stanza che era stata preparata per i novelli sposi. Emise un gridolino di felicità quando vide la vasca di ottone pronta con l'acqua calda fumante. Era un lusso che non tutti potevano avere. Lei in casa aveva una tinozza per i panni che a volte usava per lavarsi nei periodi freddi, altrimenti c'era l'abbeveratoio o il fiume per i bagni più prolungati. Indugiò a lungo per sciogliere la tensione accumulata durante tutta la lunga e meravigliosa giornata fin quando l'acqua non si fu intiepidita. Poi si asciugò e si infilò nel grande letto ad attendere il suo sposo.

Finiti tutti i convenevoli e salutati tutti gli invitati che si ritiravano per la notte, Albert salì le scale e raggiunse la camera da letto. Aprì piano senza bussare e la trovò seduta sul letto ad attenderlo, con solo un lenzuolo a coprirla. Aveva lasciato un lume di candela per lui che si spogliò in fretta e si mise al suo fianco, in attesa. Lei gli accarezzò il volto fino al polso dove teneva ancora legato uno sdrucito braccialetto di cuoio. "Ma ti stringe!" "Non mi fa male anzi, è un segno a cui tengo in modo particolare. Mi ha tenuto legato a te." Le sfiorò la rotondità ventre, accarezzandolo.

Sheila annuì pensosa. "Perché ero così restia a perdere la mia libertà?" Fissò quei caldi occhi azzurri e si rispose da sola: "Perché non immaginavo che tu mi avresti reso libera di amare e di essere amata.... Albert, caro Albert. E' stato un dono conoscerti già da ragazzo. Oh, Albert! Ti amo."

Leggendo con certezza negli occhi e nel cuore della sua Sheila, e prima di stringerla in un abbraccio appassionato rispose "Sono solo Solly per te Milady."

Fine.

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