Capitolo 18 - Una strega inviperita

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"Madre, padre, vi presento Sheila, la mia futura moglie!"

Ancora con questa storia! Tutte e due le donne si girarono verso di lui con uno sguardo inorridito, ognuna per motivi diversi. Sdegnosamente la signora disse: "Non vorrai diventare lo zimbello degli O'Donnell caro Albert! Non puoi portarti appresso questa cenciosa ragazzetta. Sarà stata anche brava a far rimettere in sesto tuo padre ma non puoi per senso di gratitudine prenderti in moglie questa donna! Ma non l'hai visto che è pure incinta! Chissà di chi poi!"

Sheila arrossì fino alla punta delle orecchie mentre teneva i pugni stretti lungo i fianchi ed i suoi occhi a fessura lanciavano fiamme quasi a volerla trucidare. Era una sorpresa, un dono di cui avrebbe voluto parlare solo lei ad Albert, ma la vista acuta della donna aveva colto il suo segreto. Si voltò prese al volo la sua cesta e se ne scappò a gambe levate.

Albert, ancora intontito per lo stupore della rivelazione, prese la madre per il braccio stringendoglielo forte dicendo che il figlio era suo e presto sarebbe stato anche legittimo. Salutò con un cenno il padre ancora scioccato e se ne andò di corsa. La donna ammutolì sdegnosamente mentre guardava il figlio correre come uno scavezzacollo dietro le sottane della ragazza.

Riuscì a riacciuffarla nel cortile sollevandole i piedi da terra e trattenendole la schiena al suo saldo petto. "Oh Sheila! Che regalo mi stai facendo! Perché non me l'hai detto?" E premette il viso tra i suoi capelli mentre lei subito voleva ribellarsi a quella stretta poi si afflosciò stremata per la tensione della giornata. Stava ancora piangendo calde lacrime quando Albert la girò verso di sé e la baciò con una tenerezza indicibile. Singhiozzando lei rispose che avrebbe voluto dirglielo ma non aveva ancora trovato il momento giusto per comunicarglielo. "Non così, non così... " blaterava "doveva essere tutto perfetto... ". Si lasciò cullare dalle forti braccia del suo amico amante. "Calmati Sheila su...! Non è successo nulla di grave. Anzi!" diventeremo genitori. E' meraviglioso. Sheila, lascia che io mi prenda cura di te." Si abbandonò totalmente nelle sue braccia, come in risposta alla sua richiesta. Albert la sollevò e varcò la soglia della sua casa con la donna che portava in grembo la sua progenie. Il suo immenso sorriso non riuscì a spegnersi nemmeno quando, dopo aver coricato Sheila in una stanza adiacente la camera del padre, andò ad accertarsi dei suoi progressivi miglioramenti.

"Tutti i nostri progetti vanno in fumo per una sgualdrinella da quattro soldi che deve saper fare proprio bene il suo mestiere!" Tuonò Angelica, a dispetto del suo nome, verso un inerme conte che la ascoltava spazientito. Albert ristette sull'uscio della porta a sentire che stavano parlando di lui. Non se lo aspettava. Come del resto per tutte le famiglie importanti i matrimoni venivano combinati, probabilmente anche il suo era già stato stabilito. Con chi non era dato sapere. Forse ascoltando avrebbe potuto scoprirne di più.

"Parla più piano mia adorata, magari qualcuno ci sta a sentire" disse preoccupato il conte." Angelica proseguì il filo dei suoi pensieri "Dovremmo risarcire la famiglia Rathmullan o scateneremo una guerra." "Non c'è niente che con un po' d'oro non si possa comprare" rispose con gli occhi illuminati il padre. A questo punto entrò Albert, travisando il senso dell'ultima frase del padre. "Non pagherete Sheila per andarsene via di qui, non vi permetterò di mettere le mani sulla mia donna o sul mio bambino. Non avrei dovuto ascoltare la vostra conversazione ma non ho potuto fare altrimenti". A quelle parole si sentì un singhiozzo e dalla stanza vicina era emersa la pallida sagoma di Sheila.

"Signor conte" disse avvicinandosi, palesemente rattristata dalla discussione che aveva colto. "Noto con piacere che vi state rimettendo. Avevate dei piccoli sassi nelle viscere, procurati probabilmente dal fatto che non mangiavate correttamente. Se vuole ancora stare male continui con il suo modo di mangiare. Se vuole sentirsi meglio ci sono delle regole base che dovrà rispettare. Io non ho più niente da fare qui quindi me ne vado." Prese le sue cose e si diresse verso la porta. Sgomento e furore furono i sentimenti che pervasero Albert. Stava per perdere la pazienza con quella recalcitrante donna che lo rifiutava così apertamente.

"Resta qui piccola. Te lo ordino!" Quello che sembrava fosse uscito dalla bocca di Albert, fu invece il richiamo del conte che non aveva ancora finito con lei. "Dobbiamo chiarirci una volta per tutte! Il matrimonio combinato che avevamo progettato per Albert può essere riparato con il pagamento in oro della somma richiesta. Tu invece non puoi andartene così facilmente!" Tre paia di occhi si puntarono verso di lui. Albert intuì la sua saggezza e gliene fu grato.

Addolcendo un po' i modi proseguì: "Dimmi bambina, è vero che il padre della creatura che porti in grembo è di quel furfante?" Indicò con il dito suo figlio maggiore che allargava il viso in un altro disarmante sorriso. Sheila guardò il volto raggiante di Albert, sorrise timidamente di rimando e scosse la testa in su e in giù veemente. "Allora lo devi sposare!" Fu l'ordine tassativo del padre. "Io non devo proprio niente a nessuno!" rispose ora più infuriata che mai Sheila. Il sorriso di Alb si spense a questo suo continuo diniego. "E perché mai non lo vuoi sposare? Non lo ami?" Sheila aveva tutti gli occhi puntati su di sé. Eludendo la seconda domanda, disse che non voleva perdere la sua casupola, il suo orticello, la sua conoscenza di guaritrice. Le piaceva fare del bene alle persone, curarle, assisterle. Si volse verso Alb e spiegò: "E' per questo che non volevo sposarti Albert". "Mia dolce fanciulla" la prese in braccio e la fece vorticare per la stanza. "Avresti dovuto parlarmene prima di quello che ti frullava per la testa. Certo che non ho nessuna intenzione di obbligarti a smettere di fare ciò che più ti piace." Lei sorrise felice e si baciarono audacemente, imbarazzando Angelica e Tyron.

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