Capitolo 20

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Ormai erano talmente abituati ai violenti e turbolenti sbalzi causati dal teletrasporto dello zaffiro, che non ci fecero neppure caso.
Tranne Mayleen, che per un attimo temette di cadere a terra per colpa del mal di testa causato dai troppi giri della smaterializzazione.
-Allora...così è questo il Giappone?!- fece James alzando in alto il capo come per inspirare l'aria giapponese mentre il vento gli scompigliava leggermente i capelli.
Emma si guardava intorno cercando di memorizzare ogni minimo dettaglio che il paesaggio le offriva. Selene, invece, guardava attentamente la struttura della "Dixon's Industry" a due passi da loro.
-E questa sarebbe un'industria?! Villa Malfoy è il triplo! Ed è solo una semplice villa!- esclamò Scorpius quasi scioccato. Evidentemente la sua idea d'industria non corrispondeva a quella posta davanti a loro.
-È molto più spaziosa di quanto pensiate.- gli rispose Mayleen quasi offesa. -In realtà, questa è la casa dei miei nonni ed al suo interno è stato applicato l'incantesimo "Allarga Spazio". Se avessero visto un'industria, gli addetti alla sicurezza, o chi per loro, avrebbero di certo indagato per un'industria nata nel bel mezzo della campagna giapponese, non pensate?-
-Ma avrebbero potuto semplicemente nascondere il tutto con degli incantesimi per renderla invisibile agli occhi dei babbani...- ipotizzò Selene guardando un'ennesima volta l'esterno dell'edificio in stile giapponese.
-Dimenticate che mio padre è un babbano. La storia è un po' imbarazzante.- Mayleen fece un respiro. -I miei nonni non sono entrambi maghi. Solo mio nonno lo è e, a quanto pare, mio padre ha preso da mia nonna. È nato senza poteri. Mia madre e i suoi genitori erano maghi e di conseguenza frequentavano altri maghi. I Dixon invece no, erano la famiglia meno conosciuta e più "isolata". I Chang furono i primi a frequentarsi con loro e da lì nacque una profonda amicizia anche tra mia madre e mio padre che poi si sposarono e mi diedero alla luce. Quindi non sarebbe carino venire a trovare i propri genitori e non vedere la casa dove si ha trascorso metà della vita, no? Muoviamoci, non vedo i nonni da molto tempo.- disse Mayleen fecendo segno di seguirli. Emma si precipitò dietro di lei affascinata da questa nuova cultura. Non avrebbe mai immaginato di mettere piede in Giappone.
Quando tutti furono sulla soglia di casa Dixon, la ragazza asiatica bussò tre volte pronunciando un incantesimo in giapponese come fosse stato un codice di identificazione. Infatti, al sentir quelle parole, la porta si aprì mostrando una vecchietta dagli occhi scuri e dai capelli bianchi raccolti in un elegante chignon.
-May! Nipote mia!- esclamò sua nonna rivolgendo a lei un caloroso sorriso ed agli altri uno incerto.
-Loro sono miei amici, e abbiamo bisogno di voi.- le disse Mayleen continuando a parlare in Giapponese.
-Celto, plego, entlate!- disse la nonna di Mayleen invitandoli ad entrare.
James stava per oltrepassare lo scalino che delimitava l'ingresso quando Selene lo bloccò.
-Le scarpe.- gli disse chinandosi a levare le proprie.
-Perché?- domandò James inarcando un sopracciglio.
-È un'usanza tipica di questo paese ed è pure un ottimo metodo per non sporcare casa. Credo che dovrebbero farlo tutti.- rispose Selene.
-Già, tutti quelli fissati con l'igiene vorrai dire.- fece Scorpius guardando poi le calze di Emma. -Carine. Hai davvero degli indumenti interessanti tu.-
-Se vuoi, qualche volta te le presto, basta solo chiedere.- fece Emma sorridendo per zittire Scorpius che non la smetteva di ridere per le sue calzette bianche a fiori rosa.
L'espressione di Scorpius si fece subito seria. Era incredibile come la ragazza riuscisse a spegnere ogni battuta sarcastica di Scorpius solo con una semplice frase gentile. Ed era questa una delle cose che gli piaceva di Emma.
-Forza, sbrigatevi, non mi risulta che abbiate molto tempo.- fece Mayleen entrando in quello che sarebbe dovuto essere il salotto.
Ma le case giapponesi hanno un arredamento diverso da tutti gli altri, anzi, non ne hanno proprio.
Il salotto era infatti una stanza vuota delimitata da porte scorrevoli con la sola presenza di un tavolino con attorno dei cuscini al posto delle sedie al centro di essa.
Quando i ragazzi si sedettero sui morbidi cuscini, la signora Dixon si avvicinò loro con un vassoio su quale poggiavano sei tazzine e una teiera.
-Abitudini inglesi a quanto vedo.- fece James osservando la signora versare il té nelle tazze.
-Oh sì, mio malito ha oligini inglesi.-
-Deve essere stupendo avere origini diverse o parlare lingue diverse. Si impara molto e si viaggia spesso.- disse Emma avvicinando la tazza alle labbra.
-Signora,- cominciò Selene posando la tazza sul tavolino dopo averne sorteggiato un po'. -Mayleen ci ha detto che lei e suo marito siete degli ottimi fabbricanti di Tappeti Volanti.-
-Sì, è velo. Ed è questo ciò che vi selve?- domandò la signora guardando Mayleen che le rispose.
-Sì, nonna. È per una questione importante. A loro servono questi tappeti per andare fino all'Isola di Pasqua...-
-Ma noi non potele dalveli. Vostli genitoli sapele cosa voi stale facendo?- disse rivolta ai ragazzi.
-Noi siamo maggiorenni. I nostri genitori non hanno bisogno di saper...- rispose Scorpius che però venne subito interrotto da James.
-Sí, lo sanno. La supplico signora, è l'unico modo che abbiamo per salvare la comunità magica. Le abbiamo detto anche più del dovuto.-
-E va bene. Mio malito è giù in fabblica. Se voi non volele più té, potete andale fuoli ed aspettale che poltiamo i tappeti.
-Molte grazie.- risposero le due cugine mentre i ragazzi avevano già indossato le scarpe ed erano usciti fuori.
-Grazie May. I tuoi nonni devono essere molto gentili.- le disse Emma allacciandosi la scarpa destra.
-Già.- concordò Selene. - Anche se tua nonna sembrava un po' titubante all'inizio. Ma è comprensibile, anch'io avrei avuto dei sospetti se dei ragazzini si fossero presentati in casa mia con la richiesta di qualcosa che nel loro Paese è illegale.-
-Nonna è così. In principio può sembrare scettica, ma poi ti accontenta subito.- rispose Mayleen con un mezzo sorriso.
-Dite che si sono persi?- fece Scorpius riferendosi al ritardo dei vecchietti e alla grandezza interna della casa.
Mayleen l'ammonì con lo sguardo prima di rispondere -Esistono vari tipi di tappeti. Quelli singoli, quelli doppi e quelli adatti ai bambini piccoli. E vengono selezionati e divisi per resistenza e destinazione poiché non tutti i tappeti possono condurre dall'altro capo del mondo. Quindi non è facile scegliere un tappeto. Occorre un po' di tempo.-
Scorpius sbuffò e James diede un calcio ad una piccolissima pietra come fanno i babbani per strada con le lattine.
-Nonno!- esclamò Mayleen non appena egli si presentò davanti alla porta con due tappeti sopra il braccio sinistro.
-May! La nonna mi ha detto che c'eri anche tu! Ma non volevo crederci.- disse il signor Dixon abbracciando la nipote. Il suo inglese era a dir poco perfetto, al contrario di quello della moglie.
La sua pelle era bianca e rugosa e la testa calva.
Da quello che si poteva intuire, nonno Dixon era molto più affettuoso di sua moglie che aveva accolto la nipote con un semplice sorriso e non con un abbraccio come aveva appena fatto lui.
-Loro sono dei miei amici di Hogwarts...- disse Mayleen liberandosi dal suo abbraccio.
-Sì, ma gradirei sapere i loro nomi. L'educazione per gli inglesi è tutto. E benché io viva in Giappone, ci tengo a tener ancora vive le mie origini inglesi.-
James alzò un sopracciglio e fece un sorriso misto tra stupore e ammirazione per l'orgoglio dimostrato dal nonnino.
Il ragazzo fece un passo avanti e si presentò tendendo la mano.
-James Sirius Potter.-
-Quel "Potter"?- domandò il nonno di Mayleen.
-Sì, proprio quel Potter.- rispose James sorridendo forzatamente e diventando distante. Non aveva mai amato sentirsi identificare per via della fama del padre.
-Io sono Malfoy, figlio di quel Malfoy e loro sono le nostre ragazze. Può spiegarci come funzionano i tappeti, cortesemente?- disse Scorpius con un tono di chi non vede l'ora di andarsene.
-Ho capito, vi spiego subito.- disse il signor Dixon passando i tappeti a Mayleen perché li aprisse e li posasse a terra a causa del suo maldischiena.
I due tappeti erano circa un metro e larghi cinquanta centimetri.
Uno di essi era rosso con dei rombi continui in blu.
L'altro, invece, era giallo e al centro erano stati cuciti dei cerchi concentrici in verde smeraldo.
-Sono due tappeti a due posti molto forti. L'unica pecca è la loro permalosità.-
-Cosa intende per permalosità?- gli domandò Selene fissando i tappeti.
-I tappeti funzionano a comando. E se gli date ordini in modo poco garbato, non vi obediranno.-
-Perfetto. Emma tu ti siedi con me.- gli disse Scorpius. - Non credo che sarò in grado di pilotare questi cosi con gentilezza.-
-Agli ordini, capo.- rispose Emma portandosi la mano sinistra alla fronte volgendogli un saluto militare.
-C'è qualcos'altro?- domandò James.
-Sì, quando arriverete a destinazione e non avrete più bisogno di loro, passate due volte la mano su uno dei bordi del tappeto e loro ritorneranno da me volando.-
-Allora possiamo andare?!- fece Scorpius sedendosi all'estremità del tappeto giallo.
-Ancora un attimo.- disse Mayleen prima di rivolgersi a Selene. -Devo tornare ad Hogwarts. Con lo zaffiro ci metterai un secondo, rischierò di sentirmi male, ma arriverò in un baleno.- disse rivolta a Selene.
-Va bene.- rispose la riccia. - Dammi la mano e sarai ad Hogwarts.-
Mayleen abbracciò i suoi nonni e li salutò prima di dare la mano a Selene che sparì in un secondo insieme alla ragazza.
-Portami da Hugo, ad Hogwarts.- disse Selene sotto richiesta di Mayleen prima di prendere lo zaffiro.

JESS E IL POTERE DEL DIAMANTE 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora