Storia 77

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Quando tornai a casa, mia figlia era sdraiata sul divano con le cuffiette, messaggiando ai suoi amici sul suo cellulare.

"Dov'è tua madre?" le chiesi.

"È in cucina, sta cucinando"

"Hai fatto i compiti?"

Mi ignorò.

Andai in cucina per vedere cosa stava facendo mia moglie. Aveva un profumo delizioso. Aveva tagliato della verdura per l'insalata. Il coltello ed il tagliere erano nel lavello.

"Tesoro?" chiamai.

Controllai la camera da letto. Niente. Il bagno. Niente. Tornai in soggiorno.

"Hai fatto i compiti?"

Mia figlia continuò ad ignorarmi, così andai da lei e le presi dalle mani il cellulare. Ultimamente ne avevamo avuto abbastanza del suo comportamento aggressivo.

"Hey, ridammelo!" urlò, scendendo dal divano.

"Dov'è tua madre?" chiesi di nuovo.

"Te l'ho detto, è in cucina, sta cucinando"

"Ci sono andato adesso. Lei non c'è lì"

"Guarda di nuovo"

"Fai i compiti"

"Ridammi il mio cellulare!"

"Non prima che tu finisca i compiti"

Tornai in cucina, lasciando sfogare la sua frustrazione con uno dei suoi soliti gridi striduli e rumorosi.

"TI ODIO!"

Fottuti adolescenti.

Passai per la cucina per andare nella lavanderia. Vuota.

"Tesoro?" chiamai di nuovo.

All'improvviso, sentii un dolore lancinante alla schiena, profondo e acuto. Mi girai, urlando con agonia, per vedere mia figlia con il coltello da cucina, coperto con il mio sangue.

Prese tranquillamente il cellulare dalla mia mano mentre io la fissavo incredulo.

"Te l'avevo detto" disse, "Lei sta cucinando".

Poi camminò attraverso la cucina ed accese la luce del forno per farmi vedere.

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