Storia 113

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Stupida, stupida, stupida.

Non mi sentivo così stupida questo pomeriggio, quando stavo facendo la brava madre. Era una bella giornata autunnale e le foglie erano tinte di bei colori accesi, così portai mia figlia a fare una passeggiata. Camminammo per il bosco mentre lei mi faceva mille domande, ed io ascoltavo mentre lei raccontava tutte le fiabe che gli alberi le facevano venire in mente. A nessuna di noi due importava che ero stata io ad insegnarle tutte quelle storie.

No, niente di tutto quello era stupido. Ma vagare vicino al vecchio pozzo decadente sicuramente lo era. Lei ne era affascinata.

"Lo hai mai fatto, mami? Hai mai espresso un desiderio qui?"

"Ho espresso due desideri," le risposi. "Ho desiderato di avere te, e quel desiderio si è esaudito. Mi sei costata solo un centesimo."

Lei rise e mi chiese qual era il secondo desiderio.

"Quel desiderio era di nuovo per te."

"Ma tu mi avevi già avuta!"

Sorrisi.

"Sì, ma non volevo perderti. Ho espresso il secondo desiderio quando eri appena nata. Eri malata ed i dottori mi avevano detto che non c'era nessuna speranza. Ero così triste che ho lanciato un altro centesimo. Ed anche quel desiderio si è avverato, dato che sei guarita. Sei contenta che lo abbia desiderato?"

"Certo!"

Lo ero anch'io. E non stavo mentendo, ho espresso davvero quel desiderio.

Ma non le ho raccontato tutta la storia. Non le ho detto come, dopo aver lanciato la moneta nel pozzo, è ritornata indietro ed è caduta ai miei piedi. Non le ho raccontato che quando ho toccato di nuovo il centesimo, ho capito all'istante che qualcosa lì sotto- o forse lo stesso pozzo- stava esprimendo un desiderio in cambio. E voleva più di un centesimo.

"Anche papy ha espresso un desiderio?" mi chiese mia figlia.

Era ovvio che lo avrebbe chiesto. Lei stravede per suo padre, nonostante non lo abbia mai conosciuto. Ho raccontato a tutti che mio marito è scappato via, ma a lei ho detto solo che uomo affettuoso e fedele è stato, finché non è scomparso. Nella sua immaginazione lui era un re perduto, e lei la sua principessa.

"No," le risposi, "Non ho mai portato il papy fino a qui."

Anche se lo avevo fatto.

Una volta.

Perché alcuni desideri costano di più.

Ed ora, stanotte, qualcuno sta bussando alla porta. Si sentono gemiti lamentosi che assomigliano vagamente al mio nome, ed un odore tremendo. Un odore stantio, come la muffa in una cantina umida o in una caverna.

Improvvisamente scende il silenzio. Poi, con uno schianto, la finestra viene rotta da una mano scheletrica, e l'odore stantio è sopraffatto dalla puzza di carne morta.

Stupida, stupida, stupida.

A cosa stavo pensando? Che cos'altro avrebbe desiderato una bambina che ama il padre scomparso?

Perché le ho dato un centesimo?


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