Storia 103

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Per tutta la mia vita, quello che volevo era essere la piccola principessa dei miei genitori. Ma loro erano sempre troppo occupati per amare la loro bambina. Credo che organizzare grandi eventi sociali era un gradino più in alto nelle loro priorità rispetto a me.

Ero stata cresciuta da tate pagate per dirmi che "piccola ragazzina adorabile" ero. Sì, quella ero io. Guardai il piatto di fronte a me, e sorrisi mentre scappavo nel mio piccolo mondo. 

Nella mia mente stavo facendo pensieri contorti. Mi aiutavano ad andarmene. Nella mia fantasia, mi vidi alzare in piedi sulla mia sedia, con le mani aggrappate sulla bellissima tovaglia di pizzo bianco che mia madre giurava appartenesse alla mia bisnonna francese.

Con un sorriso che urlava "Provate a fermarmi!" tirai la tovaglia, versando tutto il vino costoso ed il cibo finemente preparato sui grembi della mia famiglia elegantemente vestita ed i suoi ospiti. I loro sussulti e sguardi pieni di orrore erano abbastanza per farmi andare avanti invece di scappare per la paura delle conseguenze.

Poi alzai un bicchiere dal pavimento e lo lanciai nel muro dietro mia madre. Grida sorprese. Risi. Com'era divertente, avere finalmente la piena attenzione dei miei genitori! Mi vidi tirare più bicchieri, e ridere mentre il vetro andava in frantumi e cadeva in frammenti sulla pelle dei nostri invitati. Le persone iniziarono a provare a scappare, ma presto realizzarono che l'unica via d'uscita erano le porte di vetro dietro di me e che non li volevo lasciar andare. Risi e presi un coltello. Lo lanciai.

Un suono stridulo. Avevo colpito una donna sul petto. Del sangue rosso scuro iniziò a scorrere sul suo vestito color crema. Le persone corsero ad aiutarla, ed io presi un altro coltello, e lo lanciai sulla schiena di un uomo che stava aiutando la mia preziosa vittima. Rimasi con il coltello in mano. Inseguii le mie vittime, emergendo dietro di loro e squarciando le loro gole, facendo tagli profondi sui loro corpi con il mio coltello. Gli ospiti rimanenti e la mia famiglia rimasero impalati a guardarmi con orrore, cercando un modo per difendersi. Quelli che vivevano ancora mi stavano guardando! Ero al centro dell'attenzione!

Mi fermai, e gettai lo sguardo sul coltello nel pavimento.

 Lo presi. Lo guardai nelle mie mani per un lungo tempo prima di sorridere. Ero pronta per far finire questo sogno.

Alzai lo sguardo.

Sbattei le palpebre.

Non era cambiato nulla.

Non potevo...Passai le mie dita sulla lama del coltello nella mia mano. Una piccola striscia di sangue apparve. Il mio sangue. Vero sangue. Guardai le persone rimaste. La mia bocca aperta in un urlo silenzioso mentre il coltello cadeva sul pavimento con un clangore.

Non era un sogno...

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