Capitolo 9

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Lauren pov

Mi sveglio perché sento del leggero movimento di fianco a me.
Le mie palpebre sono ancora pesanti per il sonno, ma non sono disturbata da raggi solari quindi deduco che sia ancora notte.
Finalmente riesco ad aprire gli occhi, e in quel momento ricordo che tra le mie braccia c'è la ragazza fragile che ho incontrato il giorno prima. E mi rendo conto che io movimento che sento è il suo corpo che trema, ma non più per i singhiozzi incontrollabili ma dal freddo. Cerco di accendere la lampada che si trova sul comodino vicino al mio letto ma mi accorgo che Camila si è stretta a me come se la sua vita dipendesse da questo, trema molto, e adesso che ci faccio caso il suo corpo è caldo molto caldo, così la stringo un po' più a me e cerco riuscendoci con successo attraverso alcune strane manovre a coprirci con una coperta che si trovava ai piedi del letto. Aspetto un po' ma se possibile sembra tremare più di prima. Appoggio le mie labbra duella sua fronte per sentire la sua temperatura e mi accorgo che scotta e tanto.
"Camila" niente "Camila svegliati" alzo un po' la voce "Camila"
Si stringe un po' più a me e sussurra "Lauren ho freddo" dice soltanto
"Camila scotti, hai la febbre altissima" ma sembra che l'unica cosa che la castana riesca a fare sia tremare
"Camila devo abbassare la temperatura" ma non vuole lasciarmi andare
"Noooo" si lamenta
"Ehy" dico per tranquillizzarla
"No!" Comincia ad urlare e comincia a tirarmi pugni contro al petto
"Smettila!" Continua, e sono confusa, cosa c'è che non va? Sto cominciando a preoccuparmi
"Ehy Camila sei al sicuro" le blocco i pugni e mi accorgo che ha ricominciato a piangere
"Mi fai male!" Urla ancora credo stia sognando, ha gli occhi chiusi. Le lascio i pugni e prendo la sua faccia tra le mie mani
"Camila, svegliati!" Si blocca all'improvviso e apre gli occhi appena per guardarmi.
"Lauren" sussurra e poi perde conoscenza.
"No questo non è normale" mormoro fra me e me.
Mi stacco del tutto poi prendo un delle coperte di lana che si trova nel mio armadio, l'avvolgo intorno a lei e poi la prendo in braccio stile principessa. Devo portarla all'ospedale, non posso fare niente qui.
Apro la porta di camera mia, e scendo le scale in fretta, nel frattempo cerco sempre di tenere sveglia Camila, che si sveglia e sviene in continuazione.
Corro alla mia macchina e la poggio sui sedili posteriori, facendo attenzione di coprirla bene, poi vado al volante e accendo il riscaldamento al massimo, nonostante io stia sudando dentro la macchina è freddo e questo potrebbe solo peggiorare la sua situazione.
Metto la macchina in moto e durante tutto il tragitto controllo sempre dallo specchietto che Camila stia ancora respirando. Forse è una reazione esagerata quella che sto avendo ma il panico mi assale.
Finalmente raggiungo l'ospedale dopo un tempo che sembrava interminabile.
La prendo di nuovo in braccio e se possibile scotta ancora di più.
Entro dalle porte dell'ospedale e delle infermiere al bancone si girano verso di me poi guardano la ragazza tra le mie braccia e una di loro si avvicina subito a me.
"Cosa le è successo?" Mi chiede preoccupata
"Non lo so, mi sono svegliata e-e tre-tremava... Poi scottava e quindi mi sono spaventata e-e" non continuo perché l'infermiera mi stoppa
"Ehy stai calma ci pensiamo noi adesso, sei una parente?" Ho l'affanno e penso che che un attacco di panico sia vicino.
Dico di no con la testa.
"Allora dobbiamo chiamare qualcuno" afferma "nome?"
"Camila Cabello" dico immediatamente come se quel nome si fosse impresso nella mia mete a fuoco.
"Okay" poi prende un lettino che si trovava lì vicino e mi chiede di appoggiarla su di esso mentre lei va a chiamare un dottore che viene subito.
Il dottore misura la febbre della ragazza poi allarmato chiede subito alle infermiere di portarla in una stanza e fargli varie flebo di cui non riconosco il nome. Sto per seguirli ma mi bloccano perché non sono una parente e non sono autorizzata. Fanculo, non potevo dire che ero sua sorella o cazzate del genere?.
Merda merda merda, cerco di respirare
non può essere tanto grave è solo un po' di febbre no?
Aspetto dieci minuti, che si trasformano in un'ora che si trasforma in due, andiamo nessuno può dirmi come sta? L'ho portata io dopo tutto. L'agitazione non fa che salire.
Vedo la stessa infermiera di prima uscire da una stanza che suppongo sia quella di Camila.
Corro verso di lei,
"Come sta?" Lei si gira al suono della mia voce.
"Non posso dirle niente mi dispiace" mi sorride tristemente.
"La prego" lei sospira E mi dice
"Sta bene, aveva solo una febbre molto alta ed era altamente disidratata, le abbiamo fatto alcune flebo per rifornire il suo corpo di liquidi e le abbiamo dato delle medicine per abbassare la febbre, quando si sveglierà e ci darà il consenso potrà andare a vederla"
Sento come se un peso sia stato tolto dal mio petto, sta bene fortunatamente. Non credo di essermi sentita così ansiosa e in panico in tutta la mia vita. È strano perché conosco questa persona da poco tempo, ma forse è perché è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere.
"Okay grazie" rispondo e vado a sedermi nella sala d'aspetto, aspetterò finché non si sveglierà.
Passa un'altra ora, e ancora nessuna notizia, ma le porte si aprono ed entra un ragazzo sulla mia età, forse un po' più grande, ma non sembra avere paura quindi suppongo che non sia venuto a vedere una persona, sembra irritato quasi. Dopo aver chiesto all'infermiera alcune cose si dirige verso la stanza dove c'è la ragazza per cui sto aspettando qui. E comincio a collegare i punti, l'infermiera ha chiamato i parenti di Camila, e lei si stava per sposare, possibile che...
Mi alzo senza pensarci due volte e vado diretta nella sua stanza, per fortuna nessuno mi ferma. Prima di entrare sento una voce dire "Austin no" e a quel punto una rabbia che non sapevo nemmeno di aver si appodera di me.
Apro la porta con violenza e trovo Camila con gli occhi pieni di paura e di lacrime, con le mani in posizione di difesa mentre quello stronzo ha le mani strette in un pugno come per prepararsi a colpire.
"Brutto pezzo di merda" dico con rabbia e con questo prendo le spalle del ragazzo e lo sbatto per terra violentemente per poi riempirlo di pugni, uno, due, tre e ancora e ancora. L'unica cosa che riesce a fermarmi sono i singhiozzi di Camila dietro di me. È ancora cosciente questo figlio di puttana.
"Vattene ora" dico con severità poi mi alzo lui fa lo stesso e con il naso sanguinante e il labbro tutto rotto dice
"Non finisce qui" indicando sia me che quella che doveva essere sua moglie.
Poi esce e io mi giro verso Camila.
"Ehy, va tutto bene, se n'è andato" ma continua a piangere più forte. Sembra diaconessa dal mondo reale. Mi avvicino e le prendo il viso tra le mani
"Guardami" fa come le ho detto e i suoi occhi non riflettono più paura ma solievo.
"Ci sono io, nessuno ti farà più del male"

Narratore pov
Camila ci credeva e Lauren manterrà la sua promessa fino alla fine.

High hopes (Camren)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora